16 Luglio, 2024
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Fase 2, governatori trovano l’intesa. Spostamenti tra le Regioni dopo il 3 giugno. Un caso le linee Inail

Il documento d’intesa firmato tra tutti i presidenti ed è ora al centro dell’incontro con Conte. La richiesta: distanza di un metro tra persone sulle spiagge e mascherine per i clienti dei negozi e dei ristoranti (ogni volta che si alzano dal tavolo). Stop alle riviste dai parrucchieri

Sul tema delle riaperture, i presidenti di tutte le Regioni hanno raggiunto un accordo. Il documento d’intesa è ora al vaglio della riunione, in videoconferenza con il premier Giuseppe Conte, e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza. 

Una tappa decisiva al decisiva per stabilire le regole della Fase 2 e che arriva al termine di una giornata iniziata questa mattina con un primo incontro e il consiglio dei ministri più volte sospeso (riprenderà in serata e saranno approvati solo il decreto legge sui provvedimenti post 17 maggio, non il dcpm). Il confronto è prevalentemente sui protocolli di sicurezza Inail.

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, nel pomeriggio ha annunciato su Twitter che “le Regioni unite, con un grande lavoro di squadra e con l’unico obiettivo del bene comune, senza colori, hanno elaborato un documento unitario, con linee guida condivise per le categorie economiche che da lunedì potranno riaprire”.

L’obiettivo del provvedimento d’intesa tra governatori è un’assunzione di responsabilità da parte di ogni Regione, che elaborerà delle linee guida da adottare sul territorio e che garantiscano la massima sicurezza dei cittadini.

Le proposte delle Regioni

Tra le proposte inserite nell’accordo, quella di fare indossare le mascherine ai clienti dei ristoranti ogni volta che non si è seduti al tavolo. E poi, igienizzanti per la mani e mascherine ai camerieri, consumazioni al banco solo se è possibile la distanza di un metro.
Per quanto riguarda le spiagge, la richiesta dei governatori è di fissare a un metro la distanza tra le persone sulle spiagge, anche quelle libere.

Nel documento si prevede anche che sia controllata la temperatura ai clienti di supermercati e negozi (sopra ai 37,5 gradi non si potrà entrare) e che negli esercizi commerciali i clienti indossino sempre la mascherina e in quelli del settore dell’abbigliamento dovranno avere anche i guanti.
Per quanto riguarda i centri estetici, gli operatori dovranno indossare la mascherina e, chiedono i governatori, bagno turco e sauna dovranno restare chiusi.  Distanza obbligatoria tra i clienti di un metro, come per i saloni dei parrucchieri, dove non potranno più esserci riviste da sfogliare.

Altro capitolo sono i provvedimenti di sicurezza per le scuole. I governatori chiedono che sia previsto un insegnante ogni 5 bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, mentre gli studenti tra 6 e 14 anni sarà sufficiente un insegnante ogni 10 alunni. In questo caso dovranno anche indossare la mascherina, meglio se colorata.

Le attività commerciali

Conte vorrebbe adottare un decreto legge quadro, in cui fissare alcuni principi, seguito poi da un dpcm attuativo. Sarà fissata la riapertura di tutte le attività commerciali dal 18 maggio. E, per quanto riguarda i confini regionali, a partire dal 3 giugno (salvo comprovate ragioni di necessità). Dopo insomma la festività del 2 giugno. Lasciando peraltro la facoltà alle Regioni di adottare misure più restrittive, in base ai dati epidemiologici.

Gli spostamenti nelle seconde case

E poi c’è il tema delle seconde case. Nel dpcm è prevista la possibilità di spostarsi nel luogo di domicilio o abitazione. Ma fino al 3 giugno sarà possibile solo nelle regioni di residenza. Almeno questa è l’ipotesi e bisognerà vedere cosa ne pensano i governatori.

Dal 18 maggio, intanto, cadranno tutti i limiti di mobilità all’interno dei confini regionali (naturalmente con l’esclusione di chi è in quarantena, che avrà il divieto assoluto di spostamento). Non sarà quindi più necessaria l’autocertificazione.

I protocolli Inail

Altro nodo, quello che resta il più discusso, è quello dei protocolli Inail. Nell’incontro tra governo e regioni, questa mattina, il premier ha aperto: non è necessario il rispetto letterale dei protocolli di sicurezza indicati dall’Inail ma i protocolli differenziati delle regioni devono rispettare i principi chiave delle linee guida.

Intanto l’Inail precisa, per quanto riguarda la responsabilità dei datori di lavoro in caso di contagio, che questa sussiste solo in caso di dolo o colpa.

Nella bozza del decreto è prevista una sanzione da 400 a 3mila euro per chi viola le regole (peraltro il 12 maggio alla Camera era passato un emendamento che abbassava il limite massimo per la multa a mille euro). Per le imprese infine è prevista anche la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.

Per quanto riguarda i Comuni, i sindaci potranno decidere “la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile garantire adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza di un metro”.

(La Repubblica)

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