3 Gennaio, 2025
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Divulgando in rete il Valore dei “Beni ambientali locali”

Divulgando in rete il Valore dei “Beni ambientali locali”, invito tutti alla massima prudenza finché dura l’emergenza CORONAVIRUS.

Trevignano Romano (RM) – Italy, Mercoledì 6 maggio 2020, h.18:05

Il Giaggiolo

Era ancora alto il sole nel cielo, e bianche nubi velavano appena il suo sobrio splendore.

La tenue luce illuminava il moderato cammino dell’incredulo passante sopra le opache pietre.
Una forte emozione lo pervadeva per l’agognata sensazione di libertà ritrovata;
era prorompente, e agitava il cuor suo: quel luogo da sempre vissuto gli era apparso perduto.
Una consolidata abitudine che, per un’inaspettata ordinanza, era stata d’improvviso negata.

Tutto, come sempre, fluiva lungo l’abituale tragitto, compresi i pensieri e i lontani ricordi.
Si accorse, però, nel procedere, che il passo abituato, lì, a deviare per la numerosa affluenza
era costretto, ora, a mutare direzione per una sana prudenza, e per il rigore dettato dall’occorrenza.
Anche l’aspetto di chi incontrava appariva inusuale per il volto coperto, quasi ignoto, che mostrava.

Fu allora che, cercando d’intorno l’incanto di un mai dimenticato sogno, chiaro gli giunse il fragore delle onde del lago sospinte dalla corsa del Libeccio sul Mare nostro;
esse inducevano ad una sinuosa danza i Giaggioli acquatici dal fiore di colore giallo intenso cresciuti sulla riemersa riva e pronti a prolificare riconquistando il loro naturale areale.

Tra quelli avvistati lungo il cammino si lasciava ammirare quello cresciuto vicino un fosso che, dal vento scosso, vegliava il riposo di una coppia di Germani reali sulla riva a ridosso,
piegando ancor di più le sue lunghe e verdi foglie al guizzo dello Storno per superar il Bosso, volando verso il nido, sull’alta cima dell’aguzzo Cipresso posto, ai suoi pulcini si poneva addosso.

Verso il Borgo, un altro Giglio d’acqua, dal cespuglio altrettanto rigoglioso, faceva di sé mostra, mentre, racchiuso tra fronde di giovani Salici, si lasciava coccolare dal morbido soffio dell’Africo.

Giunto sotto l’arco della torre forte fu la voglia di inoltrarsi nel vico che lo riconduceva al tempo antico,
e così vi si incamminò, carico di fiducia e speranza, trovandovi in fondo un futuro dal volto amico.

Antonio Di Giulio Cesare

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