Definita la data in cui potranno aprire a tutti, le palestre e le piscine dovranno rispettare, nella fase post-lockdown, le “linee di indirizzo” concordate nella Conferenza delle Regioni. In Lombardia però apriranno il 31.
Come abbiamo raccontato in un altro articolo, la complessa macchina burocratica che dispone quando e come riaprire le diverse attività, fa riferimento ad adempimenti che devono essere adottati da gestori e utenti in tutti i settori, e quindi, nello specifico di nostro interesse, per la riapertura dei centri sportivi (in particolare piscine e palestre) a partire dal 25 maggio (i centri sportivi all’aperto dovrebbero, secondo alcune interpretazioni regionali, essere già fruibili dal pubblico sin dal 4 maggio, leggi QUI), o da un data successiva qualora le singole Regioni decidano in tal senso (la Lombardia ha annunciato la data del 31 maggio).
Leggiamo quindi quali sono i provvedimenti da adottare, in base al protocollo concordato tra Governo e Regioni, contenente le “Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività Economiche Produttive e Ricreative”, allegato al DPCM del 17 maggio, ricordando che le attività prettamente sportive sono soggette all’ulteriore protocollo pubblicato dall’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio
Le indicazioni si applicano a enti locali e soggetti pubblici e privati titolari di palestre, comprese le attività fisiche con modalità a corsi (senza contatto fisico interpersonale).
Il programma delle attività deve essere pianificato, preferibilmente tramite prenotazione; gli accessi devono essere regolamentati e l’elenco delle presenze conservato per 14 giorni (al fine di rilevare i possibili contatti con eventuali soggetti che si rivelino, successivamente, fonte di contagio). La rilevazione della temperatura corporea viene indicata come “possibilità”.
Comuni a tutti gli ambienti, sportivi e non, sono la costante pulizia e disinfezione (compresi i singoli attrezzi), oltre alla messa a disposizione di dispenser con soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani.
Negli spogliatoi e nelle docce va assicurata la distanza di almeno un metro (con un accesso regolamentato o con la separazione fisica delle postazioni tramite barriere).
Gli spazi, le aree e le attrezzature devono essere organizzati in modo da garantire la distanza di 1 metro tra le persone che non svolgono attività fisica e 2 metri durante l’attività, in particolare quella intensa.
Vietata la condivisione di borracce, bottiglie, asciugamani, accappatoi o altro. Tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti, che non devono essere ad uso promiscuo.
Particolare attenzione all’areazione dei locali, quantitativamente e qualitativamente (il documento è piuttosto dettagliato a tale proposito).
Linee di indirizzo per le Piscine
Per le piscine valgono innanzitutto gli stessi indirizzi dettati per le palestre in generale, che quindi qui non ripetiamo. A questi si aggiungono alcune indicazioni specifiche per l’ambiente natatorio.
La densità di affollamento nelle aree solarium e verdi è calcolata con un indice di non meno di 7 mq di superficie di calpestio a persona; la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona. Il gestore pertanto è tenuto, in ragione delle aree a disposizione, a calcolare e a gestire le entrate dei frequentatori nell’impianto.
La collocazione delle attrezzature (sedie a sdraio, lettini) va regolata attraverso percorsi dedicati in modo da garantire il distanziamento sociale di almeno 1,5 m tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare o conviventi.
Il limite del parametro cloro attivo libero in vasca deve essere compreso tra 1,0 e 1,5 mg/l; cloro combinato non superiore a 0,40 mg/l; pH compreso tra 6.5 e 7.5. In presenza di bagnanti questi parametri devono essere rigorosamente garantiti, con una frequenza dei controlli non inferiore a 2 ore.
Le analisi chimiche e microbiologiche dei parametri di cui alla tabella A dell’allegato 1 all’Atto d’Intesa tra Stato e Regioni del 16 gennaio 2003 devono essere effettuate, da apposito laboratorio, prima dell’apertura dell’impianto e poi a cadenza mensile.
Le piscine finalizzate a gioco acquatico devono essere convertite in vasche per la balneazione: se il gestore fosse in grado di assicurare i requisiti sopra descritti, compresa l’attenzione al distanziamento sociale, possono essere consentite le vasche torrente, i toboga, gli scivoli morbidi.
Si applicheranno comunque le consuete norme di sicurezza igienica in acqua di piscina.
Tutte le misure dovranno essere integrate nel documento di autocontrollo in un apposito allegato aggiuntivo dedicato al contrasto dell’infezione da SARS-CoV-2.
(Sport&Impianti)