22 Dicembre, 2024
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Trump si ritira da Open Skies, schiaffo alla Russia

Il presidente ha annunciato il ritiro da un altro trattato sul controllo degli armamenti, il patto che consente ad americani e russi di sorvolare i rispettivi territori per assicurarsi che non siano in preparazione attacchi militari

Donald Trump apre un nuovo fronte di guerra, mentre si aggrava il bilancio sanitario ed economico di quello del coronavirus. Il presidente ha annunciato il ritiro da un altro trattato sul controllo degli armamenti: Open Skies (cieli aperti), il patto che consente ad americani e russi di sorvolare i rispettivi territori per assicurarsi che non siano in preparazione attacchi militari.

«Ho buone relazioni con Mosca ma non ha rispettato il trattato», ha spiegato il tycoon alla Casa Bianca prima di volare in una fabbrica della Ford in Michigan, swing State dove è ai ferri corti con la governatrice dem Gretchen Whitmer per il lungo lockdown legato al coronavirus.

Il trattato fu negoziato nel 1992 dal presidente repubblicano H.W. Bush dopo il crollo dell’Urss ed entrò in vigore dieci anni dopo.

I dirigenti americani si sono lamentati a lungo che Mosca viola l’accordo non permettendo di sorvolare una città in cui si ritiene che la Russia stia sviluppando armi nucleari e neppure importanti esercitazioni militari. Al contrario, il Pentagono e l’intelligence Usa sostengono che i russi volano sopra gli Stati Uniti per mappare infrastrutture cruciali da colpire con cyberattacchi.

La mossa di Trump ora avrà probabili ricadute sugli alleati europei, compresi quelli Nato, che sono firmatari del trattato:

Mosca ha già parlato di «colpo assestato alla sicurezza europea» e probabilmente risponderà vietando loro voli di ricognizione, indispensabili per monitorare i movimenti di truppe ai confini, soprattutto con i Paesi baltici.

Ma la decisione potrebbe preludere anche al ritiro da un altro fondamentale trattato con la Russia:

il New Start, che scade all’inizio del prossimo anno e che limita a 1550 le testate nucleari schierate dai due Paesi. Ciò porterebbe alla demolizione dell’intero impianto per il controllo degli armamenti creato durante e dopo la Guerra Fredda, aprendo la strada ad una possibile nuova corsa al riarmo, mirata non solo contro Mosca, ma ora anche contro Pechino.

Due anni fa Trump era già uscito dall’accordo sul nucleare iraniano e lo scorso anno ha lasciato pure il trattato Inf sulle forze nucleari a medio raggio, che pose fine alla vicenda degli euromissili. Il tycoon voleva estenderlo anche alla Cina, ma il Dragone ha chiuso la porta. Idem sul New Start.

La nuova guerra fredda, del resto, ora è tra Washington e Pechino,

aggravata oggi dalla minaccia da parte di Trump di una «reazione molto forte» se la Cina imporrà una nuova legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong.

Lo sfondo resta quello di una pandemia che negli Usa ha creato 38,6 milioni di disoccupati in 9 settimane (di cui 2,4 mln nell’ultima) e quasi 94 mila morti, di cui 36 mila evitabili se Trump avesse introdotto le misure di distanziamento sociale una settimana prima, secondo uno studio della Columbia University.

I leader democratici al Congresso, Nancy Pelosi e Charles Schumer, hanno già chiesto al presidente di ordinare bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici americani quando saranno raggiunte le 100 mila vittime.

(Corriere del Ticino)

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