17 Luglio, 2024
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Autostrade, Cancelleri (M5s): “Quelli del ponte di Genova ci ricattano. Dossier De Micheli? Non s’è visto”. Mit: “Fascicolo dato a Conte.

Il viceministro M5s dei Trasporti attacca Aspi dopo che la holding Atlantia ha vincolato gli investimenti sulla rete al ricevimento di un prestito garantito dallo Stato.

Si rivolge direttamente ai colleghi di maggioranza e mette sotto accusa la titolare Pd del ministero che nei mesi scorsi ha gestito il dossier sulla revoca della concessione direttamente con Autostrade.

Il vicesegretario dem Orlando ad Atlantia: “Da ligure penso che sarebbe meglio cambiassero i toni”

“Aspi, quelli del crollo del ponte di Genova, che si sono macchiati delle 43 vittime, che non hanno neanche chiesto scusa, quelli lì dei Benetton, ci ricattano“.

Di fronte alla richiesta di Atlantia al governo di vincolare gli investimenti sulla rete autostradale a un prestito garantito dallo Stato, arriva la durissima presa di posizione del viceministro M5s dei Trasporti Giancarlo Cancelleri. Che, dopo mesi di mediazione ed equilibri nella maggioranza, si rivolge direttamente ai colleghi di Pd e Italia viva, e mette direttamente sotto accusa la titolare Pd del dicastero Paola De Micheli: “Abbiamo perso solo tempo, mi rivolgo a Iv al Pd, stiamo perdendo tempo, revochiamogli le concessioni, questa non è gente seria“. Da sempre 5 stelle e dem sulla questione concessioni cercano un punto di incontro, ma mai fino ad ora, almeno dalla nascita del governo giallorosso, si era arrivati a uno strappo così netto. Cancelleri infatti, non si limita a criticare l’atteggiamento di Atlantia nei confronti del governo, ma mette sotto accusa tutto il lavoro fatto in questi mesi dalla ministra De Micheli: “Ha questo dossier dove ha fatto insieme con Aspi una sorta di trattativa. Non lo conosce nessuno questo dossier, non lo conosce né il M5s né altre forze di governo, né Conte. Lo ha dichiarato lei sui giornali. Ebbene che lo tirasse fuori, cominciamo a parlarne è inutile che ci giriamo intorno”. Secondo Cancelleri, “il tempo è scaduto”: “Perché quando andremo a consegnare il ponte di Genova, quando sarà finito, lo dovremo consegnare a qualcuno e se non sappiamo a chi va la concessione, non sapremo neanche a chi va il contratto di governo”.

La ministra per il momento non ha risposto pubblicamente, ma fonti del ministero dei Trasporti all’agenzia Ansa hanno precisato che

il dossier, quello preparato per decidere se revocare o meno la concessione, è stato “completato, come già annunciato nei giorni scorsi e in Parlamento dalla ministra”, ed “è stato inviato alla presidenza del consiglio per avviare una discussione e un confronto necessari prima della decisione che avverrà in Consiglio dei ministri, come più volte sottolineato pubblicamente dalla ministra De Micheli”. Sempre le stesse fonti hanno anche commentato il ricatto di Atlantia: “Il comunicato stampa ha il sapore di un ultimatum. Premesso che nessuno, né tanto meno Atlantia, può permettersi di minacciare le istituzioni, è bene ricordare che determinate decisioni vanno aspettate con rispetto delle istituzioni e di coloro che hanno lavorato senza mai fermarsi alla procedura di caducazione”.

L’attacco frontale di Cancelleri è rivolto sia ad Aspi che agli alleati di governo.

Ma anche dentro l’esecutivo la discussione è aperta. Proprio mentre usciva il post di Cancelleri, il vicesegretario dem Andrea Orlando, intervistato da Maria Latella su SkyTg24, diceva, rivolgendosi ad Atlantia: “Da ligure penso che sarebbe meglio evitare ultimatum e ricatti per quello che c’è stato in questa regione e a Genova, sarebbe meglio che i toni cambiassero”. 

In sostegno di Cancelleri si è espresso il deputato di Leu Nicola Fratoianni: “L’arroganza dei potenti non ha più limiti, anche di fronte a quanto è successo.

Quando qualcuno ricatta, da uno Stato autorevole e credibile, che sta dalla parte dell’interesse pubblico e della giustizia, c’è solo una pacata e ragionevole risposta da dare: ritirare la concessione“.

Orlando a SkyTg24: “Atlantia? Da ligure dico che sarebbe meglio che i toni cambiassero”

Le parole del viceministro M5s non solo segnano una nuova rottura nella maggioranza sul fronte Autostrade, ma arrivano in un momento delicato. E ora l’attesa è per la reazione Pd. Anche il dem Orlando non ha nascosto fastidi per il ricatto di Atlantia: “Da ligure”, ha detto a “L’intervista di Maria Latella” su SkyTg24, “penso che sarebbe meglio evitare ultimatum e ricatti per quello che c’è stato in questa regione e a Genova, sarebbe meglio che i toni cambiassero“. Quindi ha specificato: “Il decreto prevede che ci sia un trattativa per un’erogazione di fondi di questo livello e” nel caso di Atlantia “occorra tenere conto di due fattori: il primo è che si tratta di un’azienda che gestisce una concessione e quindi serve il rispetto delle tariffe. L’altro è che una controllata di questa azienda ha un contenzioso aperto con lo Stato. Questi due temi andranno risolti come precondizione” della trattative per il prestito.

Per quanto riguarda gli equilibri di governo, Cancelleri non è entrato nel merito, ma in generale ha dichiarato: “Non si può convivere con gli alleati minacciando o dando ultimatum. Finché riusciamo a dare riposte porgiamo anche l’altra guancia, ma ne abbiamo solo due e alcune pratiche di logoramento possono tagliare il ramo anche su cui stanno seduti gli esponenti politici che le praticano. Non si può andare avanti con ultimatum e alzando costantemente i toni”. Una considerazione, quella di Orlando, arrivata dopo che in settimana Italia viva aveva minacciato di votare la sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (minaccia che poi non si è verificata). Intanto con i 5 stelle i terreni di scontro rimangono più di uno: da Autostrade alla modifica del codice appalti fino alle tensioni sui concorsi scolastici.

M5s spinge per la revoca della concessione ad Aspi.

Corrao: “Lecito chiedere prestiti, lecito pensare metterli di fronte alle loro responsabilità di gestione”

Il ricatto di Atlantia è sicuramente uno dei nodi capace di agitare il M5s, da sempre in prima linea per chiedere la revoca delle concessioni ad Autostrade.

La holding, tra le altre cose, ha citato “il no grazie” al prestito del viceministro M5s Stefano Buffagni come una “risposta contrastante con lo spirito del decreto Rilancio” e “ha dato mandato ai propri legali di valutare tutte le iniziative necessarie per la tutela della società e del gruppo, visti i gravi danni”. In solidarietà di Buffagni, ha parlato l’eurodeputato M5s Ignazio Corrao: “Ma che roba inquietante è che il Cda di Atlantia minacci azioni legali contro un esponente del governo? Massimo sostegno a Buffagni, vittima della minacce di azioni legali da parte di uno dei Golia di questo Paese, i Benetton”. E, ha aggiunto, i “Benetton pensino a rispondere anche alle legittime richieste di tutti quegli imprenditori che in Italia hanno investito sul loro marchio e che si trovano in difficoltà a causa di scelte aziendali, a quanto pare, abbastanza discutibili, per le quali ci sono contenziosi in corso. Che loro facciano finta di nulla e chiedano prestiti garantiti per miliardi è perfettamente lecito. È vero. Ma ritengo altrettanto lecito pensare alla revoca delle concessioni statali e metterli di fronte alle loro responsabilità di gestione”.

Forza Italia in difesa di Atlantia: “Governo sotto scacco della logica anti-imprese M5s”

Chi si schiera apertamente con Atlanti è Forza Italia. Che tira in ballo anche le polemiche sullo stesso tipo di prestito chiesto in settimana da Fca. “Tanto sulla vicenda Fca quanto su quella Atlantia”, ha detto la capogruppo alla Camera di Fi Mariastella Gelmini, “il governo continua ad essere sotto scacco della logica anti-imprese del Movimento 5 stelle. Ma non sono tollerabili atteggiamenti ricattatori nei confronti delle aziende e, indirettamente, dei lavoratori italiani. Su Atlantia poi siamo al corto circuito: le indecisioni della maggioranza rischiano di provocare lo stop agli investimenti, e mettere in ginocchio migliaia di lavoratori”. E ha chiuso: “I prestiti non si concedono per via ‘politica’ o dietro preventivo assenso della Cgil: si danno a chi, a norma di legge, ne ha diritto”.

(Il Fatto Quotidiano)

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