“L’Italia otterrà oltre 170 miliardi:
80 mld in trasferimenti
e 90 mld in prestiti stando alle chiavi di ripartizioni adottate”.
Queste le ipotesi avanzate all’Adnkronos da fonti di governo, mentre si attende che la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen formalizzi la sua proposta di Recovery Fund.
La Commissione Europea “propone un Fondo di Recovery da 750 miliardi, che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”. Ne dà intanto notizia il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, su un social network, usando l’hashtag NextGenerationEu, il nome scelto per il piano.
Per affrontare la “sfida straordinaria” della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 e preparare “un futuro migliore”, la Commissione Europea “propone un nuovo Recovery Instrument, chiamato Next Generation Eu, all’interno di un bilancio Ue a lungo termine rinnovato. In totale, questo Recovery Plan europeo stanzia 1,85 bilioni di euro (a prezzi del 2018) per aiutare a far ripartire l’economia e assicurare che l’Europa rimbalzi e vada avanti”. Lo scrive la Commissione Europea, in una delle comunicazioni approvate oggi dal collegio dei commissari.
Insieme alle “reti di sicurezza per lavoratori, imprese e titoli di Stato”, vale a dire rispettivamente il piano Sure, quello della Bei e le linee di credito del Mes, che valgono complessivamente “540 mld” di euro, le “misure eccezionali” adottate a livello Ue per combattere la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 “raggiungerebbero 1.290 mld di euro di sostegni mirati e anticipati alla ripresa europea. Applicando stime conservative dell’effetto leva dell’Mff, il Quadro Finanziario Pluriennale dell’Ue per il 2021-27, e di Next Generation Eu, gli investimenti totali che potrebbero essere generati da questo pacchetto di misure ammonta a 3,1 bilioni di euro“, cioè 3.100 mld, questa la stima della Commissione Europea. E’ comunque una stima che va presa con le dovute cautele: in una nota a piè di pagina si precisa che i 1.290 mld (e quindi anche il totale finale) si basano su assunzioni che riguardano “i moltiplicatori attesi e i risultati ottenuti da strumenti comparabili. Tuttavia – si legge – l’accuratezza dei moltiplicatori attesi potrebbe essere impattata negativamente dalla volatilità dell’attuale situazione economica”.
“Solidarietà, coesione e convergenza devono guidare la ripresa dell’Europa. Nessuna persona, nessuna regione, nessuno Stato membro dev’essere lasciato indietro”, si legge ancora nel documento che prevede come, nello scenario peggiore caratterizzato da una “seconda ondata” della pandemia di Covid-19 e “misure di lockdown estese”, il Pil dell’Ue potrebbe registrare una caduta “fino al 16%” nel 2020.
La Recovery and Resilience Facility (Rrf),
anima e cuore del primo pilastro del Recovery Plan che mira a “sostenere gli investimenti e le riforme essenziali per una ripresa duratura” dell’economia Ue, avrà, nella proposta della Commissione Europea, un budget di “560 mld di euro”, dei quali fino a 310 mld saranno trasferimenti e fino a 250 mld in prestiti, scrive ancora la Commissione. La Rrf sarà “solidamente inscritta nel semestre europeo”. Gli Stati membri “prepareranno piani nazionali di ripresa e resilienza come parte dei loro programmi nazionali di riforma. Questi piani delineeranno le priorità in termini di investimento e di riforme e i relativi pacchetti di investimenti da finanziare attraverso la Rrf, con un sostegno che verrà rilasciato a rate, a seconda dei progressi fatti e sulla base di parametri predefiniti”.
La Commissione Europea, con React-Eu, “propone di fornire 55 mld di euro di fondi aggiuntivi per le politiche di coesione tra ora e il 2022: 50 mld attraverso Next Generation Eu nel 2021 e 2022 e 5 mld già nel 2020, adattando l’Mff attuale”, si legge nella comunicazione sull’Mff approvata oggi dal collegio dei commissari.
Il debito che la Commissione Europea si assumerà per finanziare il piano per la ripresa verrà rimborsato entro il 2058, a trent’anni, a partire dal 2028,
con l’inizio dell’Mff 2028-2034. Lo spiega un’alta funzionaria Ue. La Commissione emetterà obbligazioni a lungo termine per finanziare sia “prestiti che trasferimenti” e il debito che finanzierà i secondi dovrà essere rimborsato. “Non inizieremo a ripagarlo in questo Mff – precisa – ma dopo il 2027. E andrà rimborsato entro il 2058”. La scadenza massima dei bond sarà trentennale, spiega, “ma non potremo emettere tutto a trent’anni, dovremo avere una curva dei rendimenti completa. Puntiamo a scadenze più lunghe possibili: emetteremo obbligazioni trentennali, ma anche con scadenze più brevi, che dovranno essere rinnovate”. La Commissione ha preso l’impegno di ripagare “al più tardi entro il 2058 la finanza raccolta” per finanziare il piano di ripresa.
L’emissione di bond perpetui, o Consols, che avrebbe consentito di evitare il rimborso del capitale e di pagare solo gli interessi, ha incontrato insormontabili ostacoli politici: parlando con le capitali, conferma l’alta funzionaria, quello che “è venuto fuori è che i Consols sono una linea rossa invalicabile per un numero non piccolo di Paesi, perché cambierebbero la natura del bilancio Ue e della stessa Unione Europea”.
(AdnKronos)