La protesta contro l’uccisione di George Floyd, l’afroamericano soffocato con un ginocchio da un agente bianco a Minneapolis, è sbarcata davanti alla Casa Bianca,
dove si sono radunate centinaia di persone che invocano giustizia per la vittima e denunciano la brutalità della polizia. La Cnn ha riportato anche momenti di tensione quando un giovane bianco, per motivi ancora sconosciuti, è stato portato via dagli agenti con la folla che reagiva inferocita. Le proteste hanno costretto la Casa Bianca al lockdown. I servizi segreti, per sicurezza, hanno deciso di chiudere la residenza presidenziale Usa anche alla stampa dotata di ‘hard pass’.
Centinaia di manifestanti hanno sfidato il coprifuoco a anche Minneapolis per protestare contro la l’uccisione di George Floyd, l’afroamericano soffocato con un ginocchio da un agente bianco nella città del Minnesota. I dimostranti si sono radunati nelle vie intorno alla caserma di polizia data alle fiamme. Proteste anche in diverse città statunitensi, da New York fino a Houston. Anche in altre due città del Missouri, St. Paul e Roseville, è scattato lo stesso divieto violato a Minneapolis. Un agente è rimasto ferito in alcuni tafferugli verificatisi a Los Angeles. Le immagini di tv locali mostrano poliziotti scontrarsi con alcuni dimostranti che avevano vandalizzato l’auto di una pattuglia. Si vedono anche alcuni manifestanti scagliare detriti e un bidone della spazzatura durante la zuffa con le forze dell’ordine. La protesta ha bloccato anche una superstrada nel centro della città.
La telefonata di Trump alla famiglia
Poco prima Donald Trump aveva annunciato di aver parlato con la famiglia di George Floyd. “Comprendo il dolore, la famiglia di George ha diritto alla giustizia”, ha detto. “Gli abitanti del Minnesota hanno diritto alla sicurezza”, ha quindi aggiunto, riferendosi alle tre notti consecutive di sommossa popolare. Anche Joe Biden, suo rivale nella corsa alla Casa Bianca, ha reso noto di aver parlato con la famiglia della vittima.
L’autopsia: “Non è morto per asfissia”
Non ci sono elementi fisici che supportano una diagnosi di asfissia traumatica o di strangolamento”: sono i risultati dell’autopsia su George Floyd: un agente bianco gli ha tenuto premuto un ginocchio sul collo per 9 minuti. “Gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse (coronaropatia e ipertensione, ndr) e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte”, dice il referto medico. La famiglia di Floyd ha annunciato di volere una autopsia indipendente dopo che quella del medico legale della contea di Heppepin.
(La Repubblica)