23 Novembre, 2024
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La richiesta di libertà per Patrick Zaki abbraccia Piazza Maggiore a Bologna

Da ieri mattina (martedi’ scorso, ndr) un grande cartellone che chiede libertà per Patrick Zaki si trova sulla facciata di Palazzo dei Notai in Piazza Maggiore a Bologna,

nello spazio pubblicitario che protegge i lavori in corso e che in questo periodo è disponibile. Il disegno è opera dell’artista Gianluca Costantini e la realizzazione è stata curata a spese dell’azienda TMC Pubblicità di Milano, concessionaria dello spazio, con il patrocinio non oneroso del Comune di Bologna. L’installazione vuole confermare la richiesta al governo egiziano di rilasciare lo studente iscritto al Master Gemma dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, arrestato in Egitto lo scorso 7 febbraio e ancora in stato di detenzione preventiva.

“La libertà per Patrick Zaki è la richiesta di una città intera,

dal Comune all’Ateneo oltre che di tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani”, affermano il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, e il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini. “Grazie all’artista Gianluca Costantini, che ha avuto questa idea, e all’agenzia TMC per la sensibilità dimostrata”.

La gravissima vicenda di Patrick George Zakhis,

giovane studente egiziano iscritto ad un master presso l’università di Bologna, va avanti da febbraio. Secondo quanto riporta l’attivista egiziano e candidato alla presidenza Khaled Ali, il giovane sarebbe stato fermato il 7 sera all’aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane mentre ritornava in Egitto dall’Italia. Secondo Ali, lo studente è stato condotto dalle autorità nella sua città di origine Mansoura dove sarebbe stato interrogato. Secondo Amnesty International, lo studente sarebbe accusato di aver diffuso nel 2019 notizie non autorizzate per manifestazioni contro il presidente Abdel Fatah al Sisi e ha collaborato con il candidato presidenziale Khaled Ali.

Patrick George Zaki è stato picchiato, sottoposto a scosse elettriche, minacciato e interrogato sul suo lavoro e attivismo,

nelle 24 ore seguite all’arresto all’aeroporto del Cairo, quando è stato trasferito in una sede dei servizi di sicurezza Nsi nella capitale e poi in un’altra nella sua città al-Mansoura, ha riferito l’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), ong con cui l’egiziano collaborava prima di trasferirsi in Italia, citando gli avvocati del giovane che lo hanno incontrato oggi ad al-Mansoura. L’organizzazione “chiede l’immediato rilascio di Patrick George Zaki e la fine della continua persecuzione e detenzione arbitraria dei professionisti, membri di gruppi della società civile e giornalisti che si occupano di diritti umani. Dall’ottobre 2019 sei membri dello staff dell’Eipr sono stati fermati temporaneamente e interrogati, anche per due giorni in un caso, nell’ambito delle arbitrarie e totalmente illegali operazioni di blocco e perquisizione che apparentemente prendono di mira persone percepite come politicamente attive”.

In una nota, l’ong precisa che il ricercatore su diritti umani e di genere era in aspettativa dall’agosto 2019, per frequentare il master in Studi di genere all’università di Bologna.

“Preso in custodia dall’Nsi egiziano all’aeroporto, è scomparso per le seguenti 24 ore”, sottolinea l’ong, per riapparire poi davanti alla procura pubblica ad al-Mansoura, dove i procuratori hanno iniziato a interrogarlo. Secondo i suoi legali citati dall’ong, gli è stato presentato “un rapporto di polizia che afferma falsamente che è stato arrestato a un posto di blocco nella sua città natale, a seguito di un mandato pendente emesso nel settembre 2019. Patrick aveva lasciato il Paese nell’agosto 2019 per iniziare gli studi e da allora non era ancora tornato”.

I procuratori, specifica l’ong, gli hanno presentato una lista di accuse nei suoi confronti, che includono: pubblicazione di voci miranti a disturbare la pace sociale e alimentare il caos, incitamento alle proteste non autorizzate per minare l’autorità statale, incitazione alla rivolta contro lo Stato, gestione di account sui social media con cui minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica, incitamento a commettere violenza e crimini terroristici.

“Credo sia opportuno che il governo italiano si faccia sentire, perché Patrick George è una persona che studia nel nostro Paese.

Se il governo non agisse, sarebbe l’ennesimo segnale che è poco interessato ai diritti e lo è di più a vendere navi all’Egitto”, ha dichiarato il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, a proposito dello studente egiziano dell’università di Bologna, arrestato al Cairo mentre tornava nel Paese per fare visita alla famiglia ad al-Mansoura. Era partito da Bologna, dove sta seguendo un master in Studi di genere. I procuratori egiziani, secondo Amnesty, hanno citato un mandato di cattura emesso nel 2019, di cui però non è noto il contenuto.

Intanto fonti della Farnesina hanno fatto sapere che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio segue con attenzione, attraverso l’ambasciata al Cairo, la vicenda dell’arresto in Egitto di Patrick George Zaky, studente egiziano che stava seguendo un master all’Universita’ di Bologna.

Nella foto: il grande disegno dell’artista Gianluca Costantini esposto sul cartellone pubblicitario che protegge i lavori di Palazzo dei Notai
Opera di Gianluca Costantini, foto di Giorgio Bianchi per il Comune di Bologna

(Faro di Roma)

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