Dal 13 al 17 la Coppa Italia. Il ministro: ‘Tuteleremo i lavoratori di tutto il settore’
Il calcio riparte. L’appuntamento con il fischio d’inizio della Serie A (e della B) è fissato per il 20 giugno, con la Coppa Italia a fare da prologo già il 13 e il 14 con le semifinali e il 17 con una finale che cadrà 50 anni dopo Italia-Germania 4-3, segnando a modo suo un’altra data storica. Il governo, incassato il parere favorevole del Comitato tecnico-scientifico, ha dato il via libera.
L’annuncio è stato dato dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che, a conclusione del vertice in videoconferenza con tutte le componenti della Figc, e dopo aver consultato il premier Giuseppe Conte, ha indicato il giorno della ripartenza del campionato (il 20 appunto). Ma si comincerà prima con la Coppa Italia. “E’ giusto che il calcio riparta, così come tutto lo sport. La Serie A riprende il 20 giugno e il mio auspicio è che nella settimana precedente si possa giocare la Coppa Italia”, ha detto Spadafora, che oggi ha poi ribadito l’intenzione di pervenire ad una riforma completa dello sport entro agosto.
“Non voglio perdere l’occasione che viene data da una legge delega approvata dal precedente governo, che ci consente di riformare tutto il settore,
ad esempio quello dei lavoratori sportivi, che è un mondo straordinario, con centinaia di migliaia di persone che vi dedicano la loro vita e non hanno alcun tipo di tutela. Queste ed altre cose saranno presenti nella riforma che approveremo entro agosto”. Proprio oggi alcuni lavoratori del settore hanno dato vita ad un flash mob davanti allo stadio di San Siro, a Milano. Vestiti da tennista, judoka o nuotatore, hanno alzato al cielo i simboli del loro lavoro: la bicicletta, il pallone, la racchetta, per chiedere più diritti.
Il calo della curva dei contagi era condizione indispensabile per decretare il disco verde alla ripresa delle gare, dopo quella degli allenamenti: a spianare la strada è stato l’ok del Cts al protocollo messo a punto dalla Figc. “Nei momenti più difficili – ha ricordato oggi Spadafora – quando c’erano i dati più alti della curva, ho pensato di non farcela. Ancora adesso, infatti, incrocio le dita perché il campionato possa andare avanti fino alla fine come previsto”.
Resta d’altronde confermato “l’obbligo della quarantena di un soggetto positivo e quella conseguentemente precauzionale di tutto il resto del gruppo-squadra”.
“Al momento – ha precisato il ministro – la quarantena non si può allentare”. Si vedrà più avanti, se saranno arrivati dati ancora più confortanti, se ci potranno essere altri sviluppi. Insomma, si riparte, anche se i club sanno che sarà una estate-maratona, con oltre 100 partite da giocare: 12 giornate e quattro recuperi della 25/a. Con una corsa scudetto che mai come in questa stagione stava accendendo il finale.
Purtroppo, si rimarrà sempre condizionati dall’evolversi della pandemia.
“Alla luce di tutti i discorsi fatti – ha dovuto ricordare il ministro – se ci trovassimo di fronte a una nuova emergenza e la curva dovesse cambiare, e mi auguro ovviamente di no, è naturale che si sospenderà tutto. La Figc mi ha assicurato che esiste un piano B, con playoff e playout, ma anche un piano C, con la chiusura definitiva e la cristallizzazione della classifica. Per lo meno, ora smetteranno le storielle che ci volevano contrari alla ripartenza”.
Intanto il calcio esulta. “E’ un messaggio di speranza per tutto il Paese”, le parole del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, che ha ringraziato Spadafora. “Abbiamo lavorato pensando al futuro del calcio, grazie ministro: la Serie A deve tornare il campionato più bello”, il messaggio del n.1 della Lega, Paolo Dal Pino.
“Il mondo del calcio – ha osservato oggi Spadafora – è composto da presidenti di società molto diversi tra loro, con approcci e sensibilità diversi, tutti appassionati del loro mondo ma anche, giustamente, interessati al grosso giro di affari e interessi economici legittimi che ci sono intorno al calcio. Io mi sono molto arrabbiato con tutto questo mondo nel momento
in cui, un mese fa, mi chiedevano di ripartire e di decidere una data quando noi avevamo ancora problemi con le terapie intensive
o trasferivamo le bare sui mezzi del ministero della Difesa: ho trovato veramente assurdo chiedermi quando riprendesse il calcio in un momento del genere. Oggi che tutto il Paese riparte, mi sembra giustissimo che anche il calcio, che è un’importante industria italiana possa ripartire”.
(Ansa)