22 Dicembre, 2024
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L’Austria non riapre all’Italia. Tensione Roma-Vienna

Ira di Conte e Di Maio: ‘Inaccettabile’. Ue: ‘Non discriminare’

L’Austria chiude all’Italia con un nuovo schiaffo che la esclude, per il momento, dall’elenco di sette Paesi confinanti ai quali il cancelliere Sebastian Kurz riapre invece i confini. Una decisione che ha provocato la dura reazione da parte del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e fa salire la tensione tra Roma e Vienna, mentre l’Unione europea invita a evitare discriminazioni in base alla nazionalità. I cittadini di Germania, Svizzera, Liechtenstein, Slovenia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca sono liberi di viaggiare senza controlli “come prima del coronavirus”, ha annunciato il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg per il quale “i dati non lo consentono invece con l’Italia”.

Affermazione appena temperata dalla precisazione che “non è una decisione contro l’Italia”

e che il governo austriaco effettuerà una nuova valutazione la prossima settimana perché “l’obiettivo resta la riapertura appena i dati lo consentiranno”. “Sono decisioni discriminatorie che non ritengo accettabili”, è stata la risposta secca del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che si è chiesto se l’Italia paradossalmente si trovi a “pagare il prezzo di una grande trasparenza” mostrata sulla pandemia.

“Gli individualismi violano lo spirito comunitario e danneggiano l’Europa e il mercato unico”, la reazione a caldo del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, fiducioso, comunque, in una prossima evoluzione positiva. Il titolare della Farnesina ha infatti sentito l’omologo austriaco registrando “la disponibilità a far confrontare i nostri ministeri della Salute sui dati epidemiologici”, che per l’Italia sono “migliori” di altre aree d’Europa. La decisione di Vienna insomma, ha riferito Di Maio, “non è definitiva”. All’attacco le opposizioni, dai deputati della Lega del Trentino Alto Adige all’Udc a Forza Italia, che denunciano debolezza da parte dell’esecutivo e chiedono reazioni più decise.

Dall’Unione europea è arrivata invece una salomonica dichiarazione che si astiene dall’entrare nel merito

delle “misure prese dai singoli Stati” ma ricorda, in base alle proprie linee guida, “il principio molto importante della non discriminazione basato sulla nazionalità”.

(Ansa)

 

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