Anguillara. Il medico di base Riccardo De Felice: “Prudenza e utilizzo di mascherine nella fase 2”
Dal 18 maggio siamo entrati nella “fase 2” dell’emergenza sanitaria, con la riapertura di tutti i servizi commerciali e di ristorazione seguendo le dovute precauzioni precisate nel nuovo DPCM del 17 maggio 2020.
Dopo due mesi di lockdown si cerca di tornare ad una parziale normalità del quotidiano, niente più autocertificazione ma rimangono le disposizioni di sicurezza anti contagio.
I medici di base sono quelle figure che sono state fondamentali in questo periodo di emergenza sanitaria, riaprono le porte dopo mesi di contatti telefonici e telematici.
Abbiamo intervistato il dottor Riccardo De Felice, medico di base di Anguillara Sabazia.
Con la “fase 2” le persone pian piano potranno ricominciare a riprendere il normale stile di vita tra lavoro e contatti sociali. Per quanto riguarda l’aspetto sanitario e medico, dopo tutto il lavoro incessante e senza sosta che avete affrontato per trovare una cura contro l’aggravarsi dei sintomi del Covid-19, oggi a che punto siete arrivati? In assenza di un vaccino, quali strategie abbiamo per garantire maggiore sicurezza?
“Fortunatamente negli ultimi mesi siamo riusciti a sviluppare e confermare sul campo un protocollo farmaceutico, che consente efficacemente di contrastare l’evoluzione sfavorevole della patologia, e questo è stato confermato dal fatto che già da più di un mese insomma, dai primi di aprile, i nuovi positivi erano in costante aumento ma iniziavano a calare i ricoveri sia in terapia intensiva sia in reparti ordinari Covid-19. Questo perché la messa a punto di questa terapia farmacologica ha consentito di controllare in maniera piuttosto agevole, nella stragrande maggioranza dei casi, i sintomi anche a domicilio, anzi soprattutto a domicilio. Infatti i pazienti, appunto, venivano trattati fondamentalmente a casa. Naturalmente la fase 2 verrà affrontata in totale sicurezza grazie a tutto il lavoro svolto dai medici e i sanitari che hanno lavorato ininterrottamente per questo, o comunque sia, con grandi percentuali di sicurezza e mettendo in atto tutte le misure di prevenzione e sicurezza del caso, come la protezione individuale con le mascherine e il distanziamento sociale, il lavarsi le mani, l’utilizzare i disinfettanti per le mani e tutte le disposizioni che sono state messe a punto, dette e ridette, negli ultimi mesi”.
L’utilizzo delle mascherine può quindi rallentare la progressione del Covid-19?
“Le mascherine sono assolutamente uno dei dispositivi e dei mezzi migliori che abbiamo per prevenire l’ulteriore diffondersi di questa pandemia, perché, essendo un virus che si trasmette esclusivamente per via aerea, quindi annidandosi esso nel rinofaringe e nell’orofaringe, utilizzando appunto le mascherine queste fanno creano proprio un effetto barriera che impedisce al microrganismo di diffondersi nell’aria in maniera efficace e quindi ci consente anche di ricominciare a vivere una vita più o meno normale, cioè ricominciare a frequentare luoghi che prima erano chiusi, come i negozi, i barbieri, le palestre e quant’altro”
In conclusione, possiamo davvero definirci sicuri in questa nuova “fase 2”?
“Questa nuova fase due situazione sarà affrontata in sicurezza e in serenità se tutti metteranno in atto ciò che è necessario, cioè se ognuno osserverà i propri doveri. Per quanto riguarda noi, come gestori dei servizi sia medici sia appunto titolari di negozi, di palestre e di attività in genere, dobbiamo porre in atto tutte le misure possibili e immaginabili per quanto riguarda la cura del luogo di lavoro. Soprattutto ogni singolo cittadino dovrà adottare le misure più adeguate come l’utilizzo della mascherina, disinfettare o lavare le mani ogni volta che si entra in contatto con un luogo pubblico. Queste sono cose che saranno necessarie e dovranno essere rispettate da tutti i cittadini, e non soltanto da chi gestisce i servizi”.
Anguillara come si è comportata nella lotta contro il Covid-19? Cosa vuole dire ai cittadini?
“Direi che Anguillara si è comportata abbastanza bene, a parte i momenti iniziali in cui, è chiaro, si sia dovuto un po’ metabolizzare questo nuovo modo di vivere. Nel nostro caso, che abbiamo dovuto gestire, per esempio, gli studi medici o le attività che sono rimaste aperte, abbiamo dovuto rimodulare la gestione del cittadino. Ad esempio sono stati necessari gli ingressi contingentati, nel mio caso appuntamenti solo per telefono, richieste di prescrizioni esclusivamente per via telefonica o telematica, però mano a mano che queste misure sono state metabolizzate il comportamento dei cittadini è stato abbastanza collaborante, anzi In molti casi ci sono ci sono stati pazienti che mi hanno chiesto come stessi io di solito è il medico chiede al paziente come sta. Molte volte mi è successo il contrario proprio perché questo era un segno evidente del fatto che i pazienti, i cittadini, si preoccupassero del mio stato di salute fisico ma soprattutto mentale, data la situazione e il momento di pressione. Quello che voglio dire ai cittadini è di continuare a comportarsi in maniera prudente ma comunque sia serena di ricominciare a vivere la quotidianità che potremmo portare avanti con serenità se appunto tutti quanti metteranno in pratica quelle poche misure, ma fondamentali, che fino adesso abbiamo detto”.
Federica D’Accolti