Lo prevede un emendamento del Pd e di Leu al decreto Rilancio. Se sarà approvato, la misura scatterà dal 1° luglio
Torna la rottamazione delle auto usate e inquinanti. Con un emendamento al ‘decreto Rilancio‘ depositato in ieri alla Camera Pd, Iv e Leu aprono la strada ad una grossa operazione di ricambio del parco auto sullo stile di quelle del governo di Romano Prodi. L’operazione, se l’emendamento firmato da Gianluca Benamati, Guglielmo Epifani e altri, sarà approvato, scatterà dal 1° luglio di quest’anno e durerà fino al 31 dicembre. Prevede un contributo statale di 2.000 euro e di altri 2.000 euro da parte del concessionario, in tutto dunque uno sconto di 4.000 euro, a chi rottama un veicolo con più di 10 anni di anzianità. Anche senza rottamazione è previsto uno sconto di 2.000 euro (1.000 lo Stato e 1.000 il concessionario). La condizione è che bisogna acquistare un veicolo nuovo Euro 6 con emissioni di C02 superiori a 61g/km.
La misura resterà in vigore tale e quale anche il prossimo anno, fino al 31 dicembre del 2021 con la differenza che il contributo dello Stato è dimezzato, come quello del concessionario. In pratica lo sconto scende a 2.000 euro.
La rottamazione, in forma diversa, vale anche per il mercato dell’usato. Dal 1° luglio al 31 dicembre di quest’anno si potrà rottamare un’auto usata Euro 0,1,2 e 3 con un usato non inferiore a euro 5. Il vantaggio sta nell’esenzione degli oneri fiscali sul trasferimento dell’autovettura.
La misura proposta dal Pd arriva in un momento di grande crisi del mercato dell’auto, che la relazione all’emendamento all’articolo 44 del decreto, definisce “una delle principali filiere industriali del Paese”. Il calo delle immatricolazioni, si sottolinea, è stato del 50 per cento rispetto all’anno precedente nel mese della riapertura. Il provvedimento di rottamazione si unisce e si integra con le misure prese dal precedente governo per stimolare la sostituzione di auto Euro 0,1,2,3,4 con veicoli elettrici o con veicoli con emissioni non superiori a 60 gr, di C02 al chilometro.
(La Repubblica)