Le misure per accedere ai servizi di trasporto pubblico
“Obbligo di indossare la mascherina, anche se di stoffa, per la protezione del naso e della bocca sui mezzi pubblici e su autobus e tram va garantito un numero massimo di passeggeri per consentire il rispetto della distanza di un metro tra gli stessi e segnalare i posti che non possono essere occupati. Nelle stazioni della metro è necessario prevedere differenti flussi di entrata e uscita”. Queste alcune delle misure contenute del Dpcm in vigore dal 18 maggio. Con la fase 2 sono iniziate infatti, una serie di nuove ed importanti norme da dover rispettare onde evitare il rischio del contagio del virus Covid-19, oltre al graduale aumento del servizio, rispetto alla fase precedente, da fornire all’utenza. «il vincolo del 50% della possibilità di trasporto dei mezzi, come da ordinanza regionale, impone – ci spiega il Segretario Slm – Fast Confsal Lazio Renzo Coppini – alle aziende di segnalare con appositi adesivi, i sedili utilizzabili e definire flussi e contingentamento nelle stazioni di treni e metropolitane. Per fare tutte queste operazioni c’è bisogno di un numero di persone che oggi le aziende non hanno, tant’è che in molte stazioni o linee il famoso distanziamento sociale è soltanto un miraggio, difficile da ottenere». Il servizio su gomma e quello ferroviario, infatti, non riescono a dare la massima prestazione per far fronte a questa emergenza sanitaria «Il servizio Atac oggi dispone di 1300/1400 uscite bus a fronte delle 1700 regolari. Le criticità più grandi sono nelle ferrovie concesse dove la grave carenza di materiale rotabile si ripercuote di fatto sull’utenza, se pensiamo che nella tratta extraurbana della Roma – Viterbo c’è un solo treno che effettua 8 corse giornaliere, scandaloso solo pensare di chiamarlo servizio di Tpl». Sono necessari dunque, degli interventi che sono stati promessi per sopperire a questa carenza e che sarà Astral a gestirli, ma nell’attesa sarebbe opportuno intervenire con l’ausilio di autobus laddove Atac e Cotral non riuscissero, anche con l’aiuto provvisorio di società di trasporto privato, oggi con il personale in cassa integrazione al 100%. «Per dare un servizio in tutta sicurezza – continua Coppini – occorre mettere in campo una progettualità ed una sinergia tra vettori del trasporto, che sia propedeutica a quel miglioramento nel rispetto dei Dpcm e delle ordinanze, poiché la tutela dei passeggeri e del personale passa necessariamente per una corretta programmazione, da mettere in campo con una cabina di regia unica, snella e competente».
Claudia Reale