La Fase tre degli atenei si avvicina. L’appuntamento è per settembre, quando si proverà a ricominciare almeno in parte la didattica in presenza. Con una differenza rispetto alle scuole, dove si sta pensando all’uso del plexiglass. «No, non ci stiamo pensando. Pensiamo invece all’allungamento dell’orario per le lezioni e a un maggior numero di aule. Ci sarà dunque una diversa organizzazione», ha detto il ministro dell’Università Gaetano Manfredi a Sky tg24.
Manfredi: l’università non si è mai fermata
Il ministro Manfredi ha ricordato che anche durante il lockdown «il numero di esami e laureati non è cambiato rispetto allo scorso anno. L’università non si è fermata». L’ex rettore della Federico II di Napoli ha poi sottolineato che «l’esame di Stato per l’accesso alle professioni è previsto dalla costituzione e quindi non si può abolire. Il percorso che stiamo facendo, iniziato con medicina, è di trasformare le lauree in lauree abilitanti, in modo che l’esame di laurea sia contemporaneamente anche un esame di Stato per l’accesso alla professione. Questo significa – ha aggiunto – che la parte di tirocinio verrà fatta durante il percorso di studi e che poi l’esame di laurea avrà anche la partecipazione dei rappresentanti degli Ordini professionali. È mia intenzione allargare il numero di lauree abilitanti e presenterò a breve un progetto di legge. Mi auguro che già dal prossimo anno i percorsi universitari di alcune professioni, come odontoiatria, farmacia e veterinaria, possano essere abilitanti ».
Si allarga la no tax area
Il ministro dell’Università ha annunciato un piano per evitare la “fuga” dall’università come effetto della crisi provocata dal Covid: «Interverremo sulle tasse universitarie allargando la no tax area, fino a 20mila euro di reddito Isee non si pagheranno le tasse. Tra 20mila e 30mila ci saranno degli sconti molto importanti e poi ci saranno interventi specifici gestiti dalle singole università per intercettare le famiglie che hanno subìto un calo di reddito improvviso e non fotografato dall’Isee». Infine sarà incrementato il fondo per le borse di studio universitarie «per fare in modo che ci sia un allargamento della modalità di accesso. Stiamo lavorando con la conferenza Stato-Regioni. Poi – ha aggiunto il ministro dell’Università – ci saranno dei bonus per colmare il digital divide».
La ripresa delle lezioni in presenza
Manfredi si dice ottimista sulla ripresa a settembre delle lezioni in presenza. «Sono convinto che tutte le università italiane saranno in presenza e stiamo lavorando in questa direzione, però con la capacità di fare anche un’offerta a distanza in maniera tale da non lasciare nessuno studente indietro. Ci vuole flessibilità». Come detto non si ci sarà l’utilizzo del plexiglass nelle aule universitarie: «Stiamo lavorando su una maggiore disponibilità di aule, su una maggiore rotazione degli studenti e su un allungamento dell’orario. Questo è possibile farlo nelle università che hanno una didattica molto più flessibile rispetto alla scuola. Sarà un sistema basato su una diversa organizzazione». Il piano del ministero punta infatti a far presentare agi atenei un’offerta didattica «blended», capace cioè di essere erogata sia in presenza sia a distanza (live o con lezioni preregistrate). Ma anche di dotarsi di spazi e dispositivi di protezione adeguati (mascherine, guanti eccetera) smateriallizando tutte le attività amministrative smaterializzabili e aumentando la dotazione digitale (rete, connettività, aule virtuali) dell’ateneo.
(Il Sole24Ore)