Il testo della nuova legge elettorale, proporzionale al 5%, è stato predisposto dal pentastellato Giuseppe Brescia e punta su un modello simil-tedesco
AGI – È ripartito alla Camera l’iter della proposta di legge di riforma elettorale che punta su un modello simil-tedesco, ribattezzato ‘Brescellum’ dal nome del presidente della commissione Affari costituzionali. Il testo della nuova legge elettorale è stato infatti predisposto dal pentastellato Giuseppe Brescia, frutto dell’accordo raggiunto all’interno della maggioranza di governo, e depositato in commissione lo scorso 9 gennaio per avviarne il confronto in Parlamento.
Cosa propone il Brescellum
Si tratta di un sistema elettorale proporzionale, con soglia di sbarramento al 5% e il cosiddetto diritto di tribuna per i piccoli partiti. Non viene affrontata nel testo la questione della lunghezza delle liste, se si opterà per listini bloccati o, invece, si ritornerà alle preferenze. Temi, questi, rinviati al confronto durante l’iter parlamentare.
La proposta di legge a prima firma Brescia si compone di tre articoli e si basa su quattro capisaldi:
- L’abolizione dei collegi uninominali
- Un impianto proporzionale; la soglia di sbarramento nazionale al 5%
- La previsione di un diritto di tribuna
Infine, la proposta prevede una delega al governo, da esercitare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge, per la determinazione dei collegi elettorali plurinominali. Il testo tiene conto della riforma costituzionale che taglia il numero di deputati e senatori, quindi si articola sull’elezione di 600 parlamentari complessivi (400 alla Camera e 200 al Senato).
Addio al maggioritario, cancellati collegi uninominali
Il testo Brescia elimina la quota maggioritaria del Rosatellum, cancellando i collegi uninominali. Il Rosatellum, infatti, è un sistema misto maggioritario-proporzionale. Con il Rosatellum il 36 per cento dei seggi viene assegnato con un sistema maggioritario, il restante 64 per cento con un sistema proporzionale.
Dunque, alla Camera i seggi assegnati con il sistema uninominale sono 232 su 630, al Senato 116 su 315. Ma la legge elettorale in vigore si riferisce a 945 parlamentari, non tiene quindi conto della riforma costituzionale approvata e in attesa dell’esito del referendum.
Soglia di sbarramento e circoscrizioni
Viene innalzata la soglia nazionale di sbarramento dall’attuale 3% al 5%. Una seconda soglia, del 15%, vale di fatto solo a livello regionale per la Camera, per le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, come la Svp. In tutto sono 28 le circoscrizioni, vengono mantenute quelle previste dall’attuale legge elettorale, il Rosatellum.
Seggi Camera e Senato
Sono in tutto 391 i seggi proporzionali che vengono assegnati a Montecitorio. A questi si aggiungono 8 seggi per gli eletti all’estero (in tutto 4 circoscrizioni), e 1 collegio uninominale per la Val d’Aosta. Sono in tutto 195 i seggi proporzionali che vengono assegnati a palazzo Madama. A questi si aggiungono 4 seggi per gli eletti all’estero e 1 seggio per la Val d’Aosta.
Diritto di tribuna
È il meccanismo per garantire rappresentanza anche alle forze politiche minori, che non superano lo sbarramento nazionale del 5%. Si prevede che, alla Camera, siano eletti i candidati di quelle formazioni che ottengono almeno tre quozienti in almeno due regioni, mentre al Senato siano eletti i candidati che ottengono almeno un quoziente nella circoscrizione regionale.
Come saranno le liste?
Il testo depositato alla Camera non modifica i listini bloccati previsti dal Rosatellum. Il tema della lunghezza delle liste e della possibilità di reintrodurre le preferenze o di lasciare immutata l’attuale situazione non viene affrontato nella proposta di legge Brescia, ma come da accordi di maggioranza, sarà oggetto di confronto durante l’iter parlamentare.
Da sottolineare che l’eliminazione dei collegi uninominali e, anche, del ‘collegamento’ tra liste – in sostanza le alleanze in coalizione prima del voto – elimina di conseguenza il numero massimo di quattro candidati previsto ad oggi, consentendo invece un numero di “candidati pari al numero dei seggi assegnati nel collegio plurinominale”.
(Agi)