26 Dicembre, 2024
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Fase 3, il rapporto di Colao. “Digitalizzazione, rivoluzione verde e parità di genere per trasformare l’Italia”. Incentivi ai pagamenti elettronici, fibra ottica, più nidi pubblici

Tre “assi di rafforzamento”

per la trasformazione dell’Italia: digitalizzazionerivoluzione verdeparità di genere e inclusione.

E sei aree fondamentali per la ripartenza dopo il coronavirus:

imprese e lavoro, infrastrutture e ambienteturismo, arte e cultura; pubblica amministrazione; istruzione, ricerca e competenze; individui e famiglie. Sono le coordinate del rapporto finale consegnato alla presidenza del Consiglio dal comitato di esperti guidato da Vittorio Colao. “Iniziative per il rilancio dell’Italia 2020-2022″, è il titolo: un centinaio di proposte operative da cui il governo potrà trarre spunti per il Recovery plan italiano e per il confronto che si aprirà nei prossimi giorni con le parti sociali nell’ambito degli “stati generali dell’economia” annunciati dal premier Giuseppe Conte.

Il testo del documento pubblicato dal Corriere – le opposizioni avevano chiesto al governo di renderlo subito pubblico – spiega che le sei aree di azione “sono ugualmente importanti, si completano e si rafforzano vicendevolmente” e “solo attraverso un profondo cambiamento di ciascuna di esse sarà possibile costruire le basi di uno sviluppo accelerato e duraturo per il nostro Paese”. L’obiettivo finale è rendere l’Italia “più resiliente a futuri shock di sistema”, più “reattiva e competitiva rispetto alle trasformazioni industriali e tecnologiche”, “più sostenibile ed equa per limitare gli effetti degli shock sulle fasce più vulnerabili della popolazione”.

“Il Paese ha saputo fronteggiare con decisione la crisi Covid-19, nonostante la tempistica e la gravità con cui essa si è manifestata”, è la premessa. “Il Governo è intervenuto con sostegni economici senza precedenti a cittadini e
imprese colpiti dalla crisi, anche se alcune lentezze nell’erogazione di fondi non hanno permesso di raggiungere tempestivamente tutte le persone e le imprese in difficoltà”. Le proposte del Comitato – che ricorda di aver operato “su base volontaria e senza costo alcuno per la collettività” – sono divise in iniziative da attuare subito (nei prossimi tre mesi), interventi più articolati ma finanziabili già dal 2021 e iniziative “da approfondire” perché hanno “impatti significativi sulle finanze pubbliche”. Ecco le principali, divise per aree.

Imprese e lavoro

Per quanto riguarda gli interventi di urgenza, il Comitato propone il rinvio del pagamento del saldo delle imposte dovuto nel 2020,la rimozione del contagio Covid-19 dalle responsabilità penali del datore di lavoro (anche se un chiarimento è già stato inserito nel decreto Liquidità), la promozione dello Smart Working e una deroga temporanea per consentire il rinnovo fino a fine anno dei contratti a tempo in scadenza (il decreto Rilancio elimina le causali solo fino al 30 agosto). Inoltre si chiede di “garantire alle imprese liquidità di sopravvivenza, ad esempio tramite la compensazione orizzontale di debiti e crediti fiscali” e “rafforzare la capitalizzazione delle imprese facilitando gli aumenti di capitale, incentivandoli e semplificandone l’iter”.
Tra le misure consigliate compare come da attese l’incentivo all’utilizzo dei pagamenti elettronici con deduzioni/detrazioni dall’Irpef, lotterie instant win, credito d’imposta per gli esercenti e accordi con il sistema bancario per la riduzione delle commissioni. Oltre a rendere effettive le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di Pos. Seguono due proposte che promettono di scatenare notevole dibattito tra le forze di maggioranza: emersione e regolarizzazione del contante derivante da redditi non dichiarati (anche connessa all’emersione del lavoro nero) a fronte del pagamento di un’imposta sostitutiva e dell’”impiego per un periodo minimo di tempo di una parte significativa dell’importo” in attività funzionali alla ripresa e rientro dei capitali esteri con una nuova Voluntary Disclosure, sempre facendo pagare le relative imposte e con obbligo di reinvestimento parziale.
Altre indicazioni più di lungo periodo sono la riqualificazione della forza lavoro e dei disoccupati finanziata attraverso fondi specializzati, incentivi all’innovazione tecnologica delle imprese con il ripristino e il potenziamento delle misure di super-ammortamento e iperammortamento previste da Industria 4.0 e iniziative per promuovere il ritorno in Italia (reshoring) di attività ad alto valore aggiunto e/o produttive attraverso decontribuzione e incentivi.

Infrastrutture e ambiente “volano del rilancio”

“Per ridurre il forte svantaggio infrastrutturale del Paese, si stima che il fabbisogno di investimenti sia di oltre 300 miliardi nel prossimo quinquennio”, spiega il documento, che – proprio mentre il governo si appresta a varare un nuovo decreto Sblocca cantieri – suggerisce “un’accelerazione straordinaria del valore di 50-100 miliardi nei prossimi 18 mesi”. Gli sviluppi infrastrutturali devono però “privilegiare senza compromessi la sostenibilità ambientale, favorendo la transizione energetica e il “saldo zero” in termini di consumo del suolo, in linea con gli obiettivi del Green Deal europe”. Tra le infrastrutture da potenziare ci sono ovviamente quelle per le telecomunicazioni: “Lo sviluppo ubiquo della rete in fibra ottica è la priorità assoluta, dal momento che genera attività economica nell’immediato e stimola la crescita futura. È fondamentale completare su tutto il territorio nazionale la posa di tale rete, complementare al pieno sviluppo della rete 5G che deve a sua volta essere realizzata rapidamente, in linea con i paesi più avanzati”.
Per quanto riguarda il codice appalti, la task force suggerisce di “applicare tel quel alle infrastrutture “di interesse strategico” le Direttive europee” e integrarle per le sole porzioni in cui esse non sono auto-applicative.

Turismo, arte e cultura “brand del Paese”

Questo macro-settore genera circa il 13% del Pil e occupa oltre 4 milioni di addetti, ma “il nostro Paese non sfrutta appieno le proprie potenzialità” e questo ha comportato “un’erosione significativa della quota di mercato”. Il Covid ha fatto il resto. Come agire? La priorità ora è la difesa della stagione turistica 2020 e della percezione internazionale dell’Italia per il rilancio del 2021. Poi servirà una nuova governance e strategia per il turismo, per garantire la valorizzazione e la gestione ottimale. Per difendere livelli occupazionali e sostenibilità economica degli operatori si suggeriscono “agevolazioni e defiscalizzazioni per le attività del 2020-2021”, “una ripartizione del rischio tra locatore e conduttore nella forma di presunzione, o in alternativa incentivazione (tramite riduzione di IMU e TARI) della rinegoziazione dei canoni commerciali”, l’estensione di “alcune tipologie di concessioni in scadenza (ad es. spiagge), per evitare che un orizzonte temporale dell’attività economica troppo ristretto disincentivi gli investimenti”, l’istituzione di un “fondo Covid” per sostenere economicamente musei, attività culturali e dello spettacolo, parchi e aree protette che hanno perso ricavi. Inoltre serve appena possibile “una campagna di comunicazione e promozione che posizioni l’Italia allo stesso piano di attrattività delle destinazioni comparabili, con particolare focus sulle misure per la sicurezza del turista”.

Pubblica amministrazione alleata di cittadini e imprese

La PA “ha l’imperativo di trasformarsi per essere finalmente vista come un vero alleato”. Non è certo una novità e le riforme della pa negli ultimi decenni non sono mancate. Ma ora secondo la task force “tale trasformazione non è più rinviabile ed è ora possibile anche grazie alla disponibilità di ingenti risorse economiche provenienti dall’Unione Europea, da investire in interventi di modernizzazione nel prossimo quadriennio. Le iniziative da adottare riguardano quattro aree: sostanziale semplificazione e velocizzazione delle procedure, forte accelerazione della trasformazione digitale, deciso investimento nel capitale umano della PA favorendo il ricambio generazionale, investimento significativo sulla digitalizzazione della sanità pubblica avviando una revisione organica dei processi sanitari e delle normative relative per permettere lo sviluppo di una piattaforma pubblica che integri telemedicina, homecare e nuove tecnologie di acquisizione dei dati sanitari. Tra le indicazioni c’è quella di superare la ‘burocrazia difensiva’ legando la responsabilità dei dirigenti pubblici ai soli risultati della gestione – tradotto: si tratta di riformare la responsabilità dei funzionari per danno erariale – e “prevedere per l’eventuale danno erariale un premio assicurativo pagato dall’amministrazione di appartenenza”. Altre misure anti-burocrazia sono l’ampliamento degli ambiti di autocertificazione e dei meccanismi di silenzio assenso, accompagnato da certezza dei tempi e da maggiori controlli.

Istruzione, ricerca e competenze fattori chiave per lo sviluppo

Forte contrasto alle disuguaglianze socio-economiche nell’accesso all’istruzione terziaria, aumento del numero di laureati che si inseriscono nel mondo del lavoro, adeguamento del dottorato di ricerca ai migliori standard internazionali, rafforzamento della cooperazione fra università, enti di ricerca e imprese per la produzione di ricerca orientata all’innovazione, mediante la creazione di “Istituti Marconi per la ricerca avanzata” sul modello Fraunhofer, che offrano consulenza e opportunità di apprendimento alle imprese, deciso incremento della digitalizzazione del comparto. Sono le direttrici di intervento per il comparto scuola e università, segnato – è la diagnosi della task force – da “profonde differenze di qualità fra livelli di istruzione, percorsi formativi e aree territoriali” (già a 15 anni i nostri studenti mostrano livelli di apprendimento sistematicamente inferiori a quelli della media Ocse) e da un basso tasso di laureati, dovuto anche alla debolezza di un canale terziario professionalizzante. Inoltre, “la debolezza del sistema della ricerca pubblica appare dovuta non solo a un problema di risorse inadeguate ma anche all’inefficacia della sua governance“. Tra i suggerimenti c’è quello di creare un canale di istruzione terziaria professionalizzante di dimensioni consistenti, incentivando “lauree professionalizzanti” e ITS e incentivare alcune università a specializzarsi in lauree professionalizzanti come mission prioritaria.

Individui e famiglie, in una società più inclusiva ed equa

C’è anche il “reddito di libertà“, un contributo pubblico “tipo reddito di Emergenza e/o Cittadinanza” per le donne vittima di violenza, tra le azioni individuate dal piano Colao nell’area individui e famiglie. Le proposte comprendono l’attivazione di strumenti per potenziare rapidamente e significativamente il welfare di prossimità e promuovere la coesione sociale, il sostegno e l’inclusione delle persone fragili e rese vulnerabili dalle crisi, la promozione della parità di genere “per ridurre l’inaccettabile ritardo che da decenni frena lo sviluppo del nostro Paese” e lo sviluppo di “iniziative dedicate a bambini, ragazzi e giovani per aiutarli a progettare e realizzare il loro futuro”. Tra le altre misure un piano nazionale per lo sviluppo dei nidi pubblici e privati, “incentivando gli strumenti di welfare aziendale e lo sviluppo di professionalità dedicate al work-life balance, operando la riforma dei congedi parentali e di paternità, e quella delle detrazioni fiscali per i figli e i bonus verso un assegno unico“, un programma contro gli stereotipi di genere, misure per aumentare l’ingresso di nuove occupate, linee guida per riequilibrare la presenza femminile negli organi apicali e consultivi, massimizzare l’inclusione delle competenze e delle prospettive delle donne e ridurre il divario retributivo di genere. Ma anche “la creazione di una Rete di Imprese contro la Violenza, ad adesione volontaria, per un confronto sullo sviluppo di politiche ed azioni aziendali in favore sia delle donne inserite grazie al programma sia di ogni lavoratrice eventualmente esposta a forme di violenza in ambito domestico”. Per i minori sono previste anche misure per “contrastare la povertà alimentare attraverso il rafforzamento del servizio di refezione scolastica” e un programma di contrasto alla povertà minorile in tutte le sue forme e all’esclusione sociale (Child Guarantee).

Giustizia, fisco e welfare

Il comitato spiega di non aver considerato “né interventi di ampio respiro nell’area della Scuola, già presidiata da un apposito comitato, né ampie riforme strutturali di contenuto specialistico, quali quelle della Giustizia civile, della Fiscalità e del Welfare”. Ma esprime alcune considerazioni anche su queste materie: riformare la giustizia civile è “imprescindibile per un Paese che intenda attrarre gli investimenti esteri e aumentare quelli domestici”, sul fronte fiscale “prioritario dovrebbe essere organizzare in modo sistematico e chiaro la normativa esistente, creando un unico Codice Tributario”, e per quanto riguarda il welfare il sistema è improntato “ad un approccio categoriale e non universalistico, contraddicendo le raccomandazioni degli esperti del settore e delle organizzazioni internazionali”. Infine, “l’efficacia di molti incentivi alle diverse forme di lavoro introdotti nell’ultima decade appare dubbia, mentre evidente è la disparità di trattamento riservata alle diverse categorie di lavoratori, specialmente di quelli della “Gig economy” o che svolgono funzioni finora ritenute marginali, ma in netta crescita. È quindi tempo di mettere mano al sistema complessivo degli incentivi e degli ammortizzatori sociali, con particolare attenzione all’equità del sistema”.

(Il Fatto Quotidiano)

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