Riceviamo e pubblichiamo
Qualcuno ritiene che il Ponte di Genova possa essere un “modello” per velocizzare la realizzazione delle opere pubbliche e la stessa ripresa post Covid.
Sorprendentemente uno degli alfieri di questa posizione è il Vice ministro alle Infrastrutture Cancelleri, Cinque Stelle.
Il quale propone la nomina di 100 commissari per altrettante opere – anche non prioritarie – da realizzare.
Torna quindi l’illusione che il “Commissario” sia la carta risolutiva per fare le cose.
Una vecchia formula di destra rivelatasi, ogni volta, un grave errore.
Il “Commissario” serve per una specifica emergenza e dipende sempre chi è e come esercita le sue prerogative.
Anche qui l’abito non fa il monaco.
Generalizzare la figura commissariale ed estenderla a tutte le opere pubbliche e magari anche ad interventi strategici come le bonifiche ambientali sarebbe una sconfitta dello Stato che finisce per divorare se stesso.
Troverebbe l’opposizione del Pd, certamente la mia.
Invece occorre elevare la capacità tecnica delle amministrazioni e lavorare in ordinario con efficienza e trasparenza.
La riforma del Codice Appalti e le ulteriori modifiche in corso di redazione, proprio nel Dl semplificazioni, servono a questo.
Sarebbe grave che questa maggioranza e questo governo seguissero la strada tradizionale della destra di confondere l’efficienza con le deroghe sistematiche alle regole.
Questa strada ha portato sempre disastri, cattive opere e sprechi sia nella forma del General Contractor della Legge obiettivo, sia nel ricorso patologico alla figura del “Commissario”.
Inoltre, con tanti soldi in ballo è alto il rischio di mettere l’Italia in mano a poche persone non sempre affidabili e trasparenti.
Ne parleremo con franchezza anche nel Governo in occasione del Dl semplificazioni.