25 Novembre, 2024
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Zingaretti: “No a contrapposizione a Conte. Il governo è chiamato a una svolta di qualità”

Al via la direzione del Pd. Il segretario:

“Lo scenario pretende scelte nuove da compiere insieme ai nostri alleati. Neutralizzata la destra ma attenzione alla rabbia”. E sull’iniziativa degli stati generali dell’economia: ci vogliono rigore e ai tempi certi. 

Crimi: il premier non è un competitor, agire insieme. Bellanova: il Governo semina troppe illusioni.

Nicola Zingaretti torna a fare da scudo al governo contro gli attacchi interni ed esterni alla maggioranza, ma anche contro quelli provenienti dal suo stesso partito. Lo fa rispedendo al mittente le voci che vogliono lo stato maggiore dem in agitazione dopo le ultime mosse del premier, a cominciare dalla convocazione degli Stati Generali. “Una idea non brillante” per dirla con Andrea Orlando, ma alla quale Zingaretti mostra di voler dare credito a patto che il tavolo di Palazzo Chigi sia improntato a “rigore e tempi certi”.

Insomma, va bene sentire tutti, ma il Paese chiede risposte adesso. In apertura della direzione nazionale del partito, Zingaretti rivolge un ringraziamento cumulativo a quella politica che “si è trovata a compiere scelte operative di carattere strategico, grazie a chi si è assunto l’onere di svolgere questo ruolo, al gruppo dirigente, da Orlando e Franceschini, che durante la mia malattia hanno garantito la presenza e il protagonismo del Pd”.

Un riconoscimento non scontato, visto che proprio l’approccio di Dario Franceschini al suo ruolo di capo delegazione nel governo, considerato troppo indulgente con gli alleati M5s, aveva prodotto alcuni malumori fra i parlamentari. Su questo punto, il segretario è netto: “Non ci sono nel Pd sinceri europeisti o garantisti o riformisti e coloro che, invece, in nome dell’alleanza con i M5s lasciano spazio alla demagogia. Abbiamo agito da squadra“.

Difficoltà ce ne sono, riconosce Zingaretti

che, tuttavia, avverte: “Alternative a questa coalizione non ci sono”. Non ce ne sono perché, malgrado la Lega sia in difficoltà, le destre sono tutt’altro che sconfitte e, anzi, potrebbero alimentarsi della rabbia sociale che cova nel Paese. Le manifestazioni degli ultimi giorni stanno a dimostrarlo almeno quanto lo dimostrano i consensi di Fratelli d’Italia che, sostiene il leader dem, raccoglie quanto va perdendo Salvini. è anche per questa ragione che Zingaretti invita tuti a lavorare per favorire una ripartenza che non trascuri l’uguaglianza sociale, favorendo chi produce e dando battaglia alle rendite: “Dobbiamo risvegliare l’Italia che ha il gusto di creare mantenendo nella nostra terra il senso del loro impegno.

“Dobbiamo neutralizzare quelle prebende che non corrispondono ad alcun reale lavoro”, sono le parole utilizzate dal segretario: “La battaglia delle rendite è anche la battaglia all’evasione fiscale, priorità assoluta”. E qui si inserisce la risposta ai critici del Reddito di cittadinanza esteso dopo l’esplodere del coronavirus. Il sostegno al reddito, dice ancora il segretario, “è un ponte transitorio per potersi reinserire in un Paese più giusto. Quello che non mi convince sono le critiche di chi parla di aiuti troppo diffusi e incoerenti: critiche che ritengo ingenerose e sbagliate. Nel pieno della pandemia nessuno si doveva sentire abbandonato. Se non ci fosse stata questa impostazione ogni filo di rapporto con gli italiani si sarebbe perduto. Ora, pero’, è tempo di una fase nuova, lo ha detto il governatore Visco e lo abbiamo detto noi”.

Il segretario si rende conto, tuttavia, che i malumori interni dovuti ai rapporti con gli alleati e con il presidente del Consiglio rischiano di minare anche l’unità interna

faticosamente costruita da Zingaretti dall’inizio del suo mandato da segretario. Una unità che il leader dem aveva intenzione di cementare con il congresso annunciato a gennaio e rimandato per il coronavirus: quell’appuntamento non si terrà, almeno a breve, anche per la coincidenza delle elezioni regionali e amministrative a settembre. In alternativa, Zingaretti propone alla direzione di celebrare una “assemblea aperta” in cui fare chiarezza su tutti i nodi emersi negli ultimi giorni.

“Avevamo immaginato un percorso congressuale che per ovvi motivi non si è potuto e non si potrà realizzare, anche per appuntamenti elettorali in autunno. Ma verifichiamo la possibilità di tenere a luglio una assemblea nazionale aperta per definire scelte politiche per andare avanti al meglio”, spiega Zingaretti: “Se saremo d’accordo, presentero’ nei prossimi giorni un breve documento per organizzare questo grande appuntamento per parlare al Paese e permettere a ciascuno di noi di fare nella chiarezza le scelte che si reputano più opportune”.

(Agi)

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