Tra le misure del Ddl la riforma dei congedi parentali e di paternità. La conferma via Twitter del leader di Iv Renzi
Via libera del Consiglio dei ministri al Ddl “Misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia”, il cosiddetto “Family act”. Il primo ad annunciarlo è stato via Twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi: «Il Family Act presentato dalla ministra Elena Bonetti alla Leopolda – scrive Renzi – è stato appena approvato dal Consiglio dei ministri. Molto bene. Soldi e diritti per figli e famiglie».
La conferma poco direttamente dal premier Giuseppe Conte: «Abbiamo approvato in Cdm il Family act, per sostenere la genitorialità, contrastare la denatalità, favorire la crescita dei bambini e giovani e la conciliazione della vita familiare con il lavoro, soprattutto femminile. Devo alle ministre Bonetti e Catalfo l’impegno per portare a compimento questo importante provvedimento».
Tensione tra Pd e Iv sull’assegno unico
Il Family act è un disegno di legge recante «deleghe al governo per l’adozione dell’assegno universale e l’introduzione di misure a sostegno della famiglia». Il via libera è arrivato non senza attriti tra Pd e Iv, dal momento che i democratici chiedono lo stralcio dal testo dell’assegno unico familiare, che è all’esame del Parlamento, mentre i renziani tengono il punto. Sul punto fino allultimo c’è attrito: «L’assegno unico andrà insieme al Family act, lo voteremo la prossima settimana in Parlamento», dichiara Graziano Delrio, mentre i Dem annunciano l’intesa sullo stralcio della misura. Ma nel testo del ministro Elena Bonetti varato in Cdm l’assegno unico c’è e, dicono da Iv. Alla fine si evita la rottura con l’accordo che la legge delega di Iv verrà coordinata con le proposte all’esame del Parlamento.
Assegno universale
Tra le misure introdotte dal provvedimento c’è l’assegno mensile che verrà corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno di età di ciascun figlio, ad eccezione della figlia o del figlio disabile per il quale non sussistono limiti di età, tramite una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare in compensazione. Nel caso di figli successivi al primo, l’assegno subirà una maggiorazione del 20%, così anche nel caso di figlia o figlio disabile.
Congedi parentali
Si stabilisce un periodo minimo non inferiore ai due mesi di congedo parentale non cedibile all’altro genitore per ciascun figlio. Prevede inoltre un periodo di congedo obbligatorio non inferiore a 10 giorni lavorativi per il padre lavoratore nei primi mesi di nascita del figlio e che il diritto al congedo sia concesso a prescindere dallo stato civile o di famiglia del genitore lavoratore. Previsto un permesso retribuito, di almeno 5 ore nell’arco di un anno scolastico per i colloqui con i professori dei figli; prevista l’introduzione di modalità flessibili nella gestione di congedi, compatibilmente con le esigenze del datore di lavoro e nell’ambito della relativa competenza, con le forme stabilite dalla contrattazione collettiva applicata al settore; prevista una durata minima di 2 mesi di congedo non cedibile all’altro genitore.
Incentivi al lavoro femminile
Introduce l’indennità integrativa del 30% della retribuzione per le madri lavoratrici erogata dall’Inps, per il periodo in cui rientrano al lavoro dopo il congedo obbligatorio; la deducibilità delle spese per le baby-sitter tenendo conto dell’Isee; la modulazione graduale della retribuzione percepita dal lavoratrice nei giorni di astensione nel caso di malattia del figlio; forme incentivanti per i datori di lavoro che stabiliscono modalità di lavoro flessibile; prevede inoltre che ai genitori di figli con età inferiore a 14 anni sia riconosciuto il lavoro agile; una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per l’avvio delle nuove imprese start up femminili e l’accompagnamento per i primi due anni.
(Il Sole24Ore)