25 Novembre, 2024
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Caso Floyd, la furia antirazzista diventa iconoclasta e corre sui social: “Giù le statue”

L’ultima a cadere è stata la statua di Cristoforo Colombo a Houston, in Texas, dopo quella di Minneapolis.

Ma prima di lui nel Regno Unito è toccato a Edward Colston, mercante-filantropo di Bristol arricchitosi tuttavia nel ‘600 anche con il commercio degli schiavi, e a Winston Churchill. La protesta antirazzista che divampa un po’ dappertutto nel mondo nel nome di George Floyd – l’afroamericano 46enne morto soffocato durante l’arresto a Minneapolis – corre veloce anche sui social e diventa iconoclasta. Le prime a farne le spese sono le statue di personaggi fino a ieri considerati icone di civiltà, quando non di libertà e democrazia. Ma che adesso si sono trasformate in simboli della schiavitù o dei regimi coloniali. “Se non fosse drammatico, sarebbe solo grottesco”, è il commento del governatore della Liguria Giovanni Toti sull’accanimento contro Colombo. “La rimozione storica è un rischio per la democrazia, Cristoforo Colombo simboleggia l’incontro fra i popoli”, aggiunge la senatrice di Italia Viva Laura Garavini.

In Italia si è fatto sentire il movimento dei Sentinelli di Milano, gruppo che si batte contro le discriminazioni razziste e omofobiche,

che ha inviato un appello al sindaco Giuseppe Sala e al Consiglio comunale perché sia valutata la rimozione della statua di Indro Montanelli posta nei Giardini a lui intitolati.

Montanelli – affermano i Sentinelli –  fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia. Ma il sindaco Sala dice no alla rimozione del monumento: “Penso che in tutte le nostre vite ci siano errori. E quello di Montanelli lo è stato – dichiara in un’intervista al Giorno – Ma Milano riconosce le sue qualità, che sono indiscutibili”. Anche da Fucecchio in Valdarno, sua città natale, si leva un coro di no. E il sindaco Alessio Spinelli parla di “follia, priva di ogni logica storica”.

La statua del giornalista toscano non è l’unica finita nel mirino dell’antirazzismo iconoclasta.

Basta fare una rapida ricognizione su Twitter per trovare altre proposte di abbattimenti. Come ad esempio la già contestata statua di Gabriele D’Annunzio a Trieste, l’obelisco “Mussolini dux” al Foro italico a Roma o l’effigie dell’esploratore Vittorio Bottego a Parma. Nonché i vari monumenti all’Eroe dei due Mondi Giuseppe Garibaldi, più detestato al Sud di quanto si possa immaginare come testimonia questo tweet di una utente di Napoli.

(La Repubblica)

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