23 Dicembre, 2024
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Guerri e il caso Montanelli: “Non possiamo giudicare la storia con gli occhi di oggi”

“Se dovessimo abolire le personalità storiche che hanno avuto delle macchie nella loro vita, non rimarrebbe quasi più nessuno”, afferma il giornalista e storico

“Non possiamo giudicare la storia con gli occhi di oggi, perché altrimenti non capiamo nulla del passato e lo distorciamo”. Questo il pensiero dello storico Giordano Bruno Guerri sulla richiesta dei cosiddetti ‘Sentinelli’ di rimuovere la statua dedicata a Indro Montanelli negli omonimi giardini a Milano perché l’ex giornalista viene accusato di razzismo. Guerri allarga il discorso anche a chi tira in ballo, per le stesse ragioni, le figure di Winston Churchill e di Cristoforo Colombo, o un film come ‘Via col vento’.

“Lo schiavismo – ricorda lo storico – è certamente da condannare, ma fino al Seicento tutti lo accettavano”.

Quanto a Montanelli “è chiaro che lui ha fatto una cosa deprecabile”, acquistando una bambina eritrea. “La pedofilia e, tanto meno l’acquisto di qualcuno, è assolutamente inaccettabile. Però non si puo’ giudicare un protagonista della storia da un solo episodio. Montanelli ha fatto anche altro, è stato uno dei più grandi giornalisti italiani del ‘900, gambizzato dalle Brigate Rosse”. Per Guerri, “come lui anche altri intellettuali, ad esempio Pasolini, hanno delle macchie. Ma se dovessimo abolire le personalità storiche che hanno avuto delle macchie nella loro vita, non rimarrebbe quasi più nessuno”.

Invece “non bisogna farsi prendere dalle emozioni e dalle suggestioni, altrimenti si rischia di cancellare completamente il passato”. Insomma, “bisogna valutare la figura complessiva del personaggio. Adesso si accusa Churchill e qualcuno vuole decapitare la statua di Colombo. Certo, Colombo non era un angelo, ma quello che resta di lui è il suo viaggio che ha cambiato la storia dell’umanità”.

Quanto alle polemiche su Via col vento, secondo lo storico “sono inaccettabili, è un film che racconta quell’epoca. Si pensi ad alcuni episodi dell’Eneide, dell’Odissea o dell’Iliade. Che facciamo? Buttiamo via le opere del passato perché magari si parla di stupri o assassini?”

(Agi)

 

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