18 Luglio, 2024
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Settembre 2020, fuga dall’università: si rischiano 35mila studenti in meno

Emergenza sanitaria e crisi economica potrebbero spingere molte famiglie a rivedere il budget destinato all’istruzione. Per gli atenei possibili perdite per 46 milioni di euro. Sondaggio inglese: il 50% degli studenti rinvieranno le iscrizioni di un anno

L’università riparte a settembre, ha assicurato il ministro, Gaetano Manfredi: con lezioni in presenza, integrate dalla didattica a distanza per le situazioni più affollate. Ma potrebbe mancare all’appello una grande fetta di studenti: almeno il 10 per cento delle matricole potrebbe disertare. Per l’emergenza sanitaria, che limita la propensione a spostarsi per studiare, e per la crisi economica, che riduce le risorse a disposizione delle famiglie. La perdita complessiva si aggirerebbero intorno a 35mila studenti, stima l’Osservatorio di Talents Venture (società di consulenza specializzata in servizi per l’università). I nuovi iscritti passerebbero cioè da circa 297mila dell’anno scorso, a 262mila. In gettito da tasse universitarie, la perdita per gli atenei si tradurrebbe in un buco da 46 milioni di euro.

Meno studenti in Usa e Gran Bretagna

Una contrazione temuta anche nel resto del mondo. Negli Stati Uniti, l’American Council of Education (che rappresenta più di 1.700 università ed enti di formazione) stima una perdita del 15% di immatricolazioni per le università americane nel prossimo anno accademico: 23 miliardi di dollari di ricavi in meno (più il mancato indotto). E un’accurata survey appena pubblicata in Inghilterra suggerisce una forte contrazione delle iscrizioni per l’anno accademico 2020-2021, specialmente di studenti internazionali. Che, però, potrebbe essere compensata da iscrizioni a corsi online per le università che hanno un’offerta competitiva in questa modalità e per quelle che si stanno reinventando con la didattica digitale.

Rinviare o rinunciare

La recessione globale avrà insomma un sicuro effetto sulla domanda di formazione e universitaria, ma non ci sono ancora certezze sulle decisioni che prenderanno studenti e famiglie. Nel sondaggio inglese, più di metà degli studenti affermano di volere rinviare di un anno l’immatricolazione, in attesa che passi la tempesta. Intanto, tra gli atenei, c’è chi prova a mettersi in sicurezza, pensando di spostare l’inizio dell’anno accademico a gennaio, per facilitare la partecipazione degli studenti stranieri.

(Corriere della Sera)

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