Sono quasi 1,7 milioni le famiglie in grave difficoltà, soprattutto numerose e straniere. Dopo quattro anni si registra un miglioramento con l’introduzione del reddito di cittadinanza
Un’Italia meno povera, ma sempre alle prese con enormi diseguaglianze. I dati sulla povertà nel 2019 diffusi oggi dall’Istat fotografano il Paese prima dell’arrivo della pandemia che porterà inevitabilmente a un peggioramento delle condizioni economiche. Se la poverà assoluta è in calo, per effetto del reddito di cittadinanza, sono sempre le famiglie (specie se numerose o straniere) a pagare di più. Il divario tra il Nord e il Sud del Paese rimane pressoché intatto, con il Mezzogiorno in grave difficoltà per la mancanza di lavoro. Altro elemento cruciale che fa pendere la bilancia in una direzione o nell’altra è la casa: per chi è in afftitto riuscire a far quadrare i conti è molto più difficile.
Sono quasi 1,7 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta con una incidenza pari al 6,4% (7% nel 2018), per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui (7,7% del totale, 8,4% nel 2018).
Dopo quattro anni di aumenti, nel 2019 si riducono per la prima volta il numero e la quota di famiglie in povertà assoluta pur rimanendo su livelli molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008-2009. Rimane stabile il numero di famiglie in condizioni di povertà relativa: nel 2019 sono poco meno di 3 milioni (11,4%) cui corrispondono 8,8 milioni di persone (14,7% del totale). Ciò che si riduce, spiega l’Istat, è la povertà assoluta nelle aree metropolitane del Mezzogiorno e del Centro. Nel 2018 l’incidenza era pari, rispettivamente, al 7% e all’8,4%. In particolare, nel Mezzogiorno la povertà familiare scende dal 10% all’8,6% e quella individuale dall’11,4% al 10,1%. Anche nel Centro la povertà degli individui residenti registra una riduzione significativa, dal 6,6% del 2018 al 5,6%. L’Istituto di statistica spiega che la diminuzione della povertà assoluta si deve in gran parte al miglioramento, nel 2019, dei livelli di spesa delle famiglie meno abbienti (in una situazione di stasi dei consumi a livello nazionale).
L’andamento positivo si è verificato in concomitanza dell’introduzione del reddito di cittadinanza (che ha sostituito il reddito di inclusione) e ha interessato, nella seconda parte del 2019, oltre un milione di famiglie in difficoltà.
L’intensità della povertà, cioè quanto la spesa mensile delle famiglie povere è in media sotto la linea di povertà in termini percentuali (“quanto poveri sono i poveri”) è pari al 20,3% (19,4% nel 2018) con valori che vanno da un minimo del 18,1% nel Centro a un massimo del 21,6% al Sud. In Italia sono un milione e 137mila i minori in povertà assoluta (11,4%), mentre è pari al 26,9% l’incidenza della povertà assoluta tra i cittadini stranieri residenti (tra gli italiani è il 5,9%).
Famiglie numerose in difficoltà, ma anche quelle con due figli.
Nel 2019 la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 137mila minori (11,4% rispetto al 7,7% degli individui a livello nazionale; 12,6% nel 2018). Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 619mila, con un’incidenza del 9,7% (oltre tre punti più alta del valore medio di 6,4%). La maggiore criticità per le famiglie con minori emerge anche in termini di intensità della povertà, con un valore pari al 23,0% contro il 20,3% del dato generale. “Oltre a essere più spesso povere – sottolinea l’Istat – le famiglie con minori sono anche in condizioni di disagio più marcato. Nel sottoinsieme delle famiglie povere – si legge nel report – le coppie con due figli sono le più diffuse, sebbene siano presenti in misura minore rispetto al totale delle famiglie con minori”. Rispetto alla tipologia familiare, l’incidenza di povertà assoluta aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in famiglia (4,9% per le coppie con un figlio, 9,3% per quelle con due e 16,6% per le coppie con tre o più figli), è elevata tra le famiglie monogenitore (10,5%) .
Secondo quanto rileva l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in relazione agli ultimi dati Istat, «ci sono anche 51mila invisibili senzatetto che vivono sui marciapiedi, nelle stazioni e sotto i portici delle città italiane fra i poveri che vivono in Italia».
Per Uecoop si tratta di «una situazione di disagio che si è aggravata nel 2020 con l’emergenza Coronavirus e che colpisce anche clochard, ragazzi in stato di disagio, padri separati e anziani.
Più di otto senzatetto su dieci sono maschi e in oltre la metà dei casi si tratta di stranieri. Fra i quasi 4,6 milioni di poveri in Italia per circa 1/3 sodi tratta di uomini e donne sopra i 65 anni che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento». L’Uecoop conclude sottolineando come «a fronte di una situazione italiana dove sei pensionati italiani su dieci prendono meno di 750 euro al mese emerge la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale. In questo scenario è necessario potenziare un sistema di welfare che valorizzi la parte più avanzata quel mondo cooperativo per affiancare con qualità e professionalità il servizio pubblico dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione».
(Avvenire)