8 Novembre, 2024
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Torna la festa della musica e i medici si prendono il palco

Fresu testimonial “per il settore il governo faccia di più”

Le note più sfrenate del rock nell’atrio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo da poco liberato dall’affanno del Covid, i Pink Floyd rivisitati nell’ospedale San Paolo di Bari. Con un’edizione straordinaria nei tempi di preparazione e nel suo svolgimento, torna il 21 giugno in 300 città italiane e con oltre 4 mila artisti la Festa della musica. Dedicata a Ezio Bosso, che ne fu testimonial nel 2018. Ma anche sottolineata da un minuto di silenzio per ricordare le difficoltà atroci che stanno vivendo i lavoratori del settore. Mentre a sorpresa, protagonisti su tanti palchi saranno proprio loro, medici, infermieri, operatori sanitari. Qualcuno di quelli che abbiamo visto suonare e cantare negli ospedali per un attimo di tregua cercato nei giorni più bui della pandemia. E e altri che da tempo affiancano alla vita ospedaliera l’impegno della musica, magari per beneficenza.

Come i Sound of Garage del San Paolo di Napoli, o i Doctor Life di Bologna (“Sei medici e un paziente”) che si esibiranno dallo studiolo dell’amico Lucio Dalla. Come il dermatologo Luca Bianchi, che a Roma dirige l’Unità Operativa di Dermatologia del Policlinico di Tor Vergata, ma che domenica pomeriggio rivelerà la sua anima di pianista sulle note di Schubert. O come gli strepitosi Aut.Min. Rock del Giovanni XXIII di Bergamo, chirurghi, oncologi, rianimatori con una super passione per il rock a stelle e strisce. “Note mediche e paramediche”, le hanno chiamate gli organizzatori. “Ce li siamo andati a cercare, vorremmo che questa edizione della festa fosse anche un segno di speranza per la ripartenza di tutti”, spiega Paolo Masini, da tanti anni anima dell’iniziativa. La stessa speranza sottolineata dalla sottosegretaria Mibact Anna Laura Orrico , che ricorda lo sforzo fatto in questi mesi dal ministero guidato da Dario Franceschini “per non lasciare indietro nessuno”, anche nel mondo della musica.

Testimonial di questa particolarissima edizione 2020 il grande Paolo Fresu porterà la sua tromba e le note suadenti del jazz tra i maestosi templi della Valle di Agrigento. Sarà il protagonista del concerto ‘simbolo’ della festa ( Altissima luce, laudario da Cortona) ed eseguirà con gli allievi del conservatorio Toscanini di Ribera, un brano scritto per celebrare i 2600 anni della colonia greca patrimonio dell’Umanità. E’ lui, dopo un commosso pensiero all’amico Ezio Bosso, e una riflessione sui bambini “che tanto hanno patito lo stare chiusi in casa, senza amici e spesso senza nemmeno un computer” a ricordare e sottolineare il dramma che si accompagna a questa festa . Una giornata che sarà, dice Fresu , “anche una festa di resistenza”. Un modo per ricordare, spiega, “che tanti lavoratori dello spettacolo, non solo gli artisti , stanno vivendo una crisi mai vista prima”. Per tutti loro, dice, si farà un minuto di silenzio alle dieci durante i concerti. “Per dire che senza la musica non si vive. E ricordare al governo che ci sono tante cose che si stanno facendo per questo settore .Ma se ne devono fare di più”.

(Ansa)

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