16 Dicembre, 2024
spot_imgspot_img

La Cina ha mappato il virus del nuovo focolaio di Pechino. E punta il dito sull’Europa

Il Chinese Center for Disease Control and Prevention ha ottenuto la mappatura dallo studio di tre campioni: il virus sarebbe europeo, ma più vecchio di quello che attualmente si sta diffondendo nel Continente

La Cina pubblica il sequenziamento del genoma del Covid-19 responsabile del focolaio al mercato all’ingrosso di generi alimentari Xinfadi di Pechino e punta il dito contro l’Europa per l’origine del virus.

Il Chinese Center for Disease Control and Prevention ha ottenuto la mappatura dallo studio di tre campioni – due umani e uno ambientale – prelevati dal mercato l’11 giugno, quando si vregistrò il primo contagio a0 Pechino dopo 55 giorni a casi zero. Per arrivare alla sequenza del genoma ci sono voluti otto giorni, contro i 19 necessari per il tracciamento del coronavirus che si è sviluppato al mercato Huanan di Wuhan nel dicembre scorso, e da cui si è diffusa la pandemia attuale.

Secondo studi preliminari citati da un funzionario del centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, Zhang Yong,

l’origine del virus che ha causato 183 contagi in otto giorni nella capitale cinese, è europea, ma “è differente dal virus che attualmente si sta diffondendo in Europa.

È più vecchio”, scrive in un articolo pubblicato sul sito web della Commissione Centrale per l’Ispezione e la Disciplina, l’organo del Partito Comunista Cinese, noto per dare la caccia ai funzionari corrotti.

Il virus, prosegue il funzionario, potrebbe essersi nascosto in prodotti surgelati o in ambienti “cupi e umidi” come quelli del mercato Xinfadi, chiuso dalle autorità sanitarie di Pechino nella notte tra venerdi’ e sabato scorsi, dopo i primi casi di contagio.

Il Xinfadi e gli altri grandi mercati in Cina erano già nel mirino della Commissione: “dimostrano l’immaturità del sistema di circolazione urbana dei prodotti agricoli”, si legge in un altro articolo dedicato all’attuale focolaio, e sono “sporchi e caotici”.

Intanto, la paura per il virus è riaffiorata in un ospedale della capitale, il Peking University International Hospital, sottoposto a misure di isolamento dopo che un’infermiera è risultata positiva al Covid-19 nella giornata di ieri.

Nonostante il sequenziamento del genoma, stabilire con certezza le modalità di trasmissione del coronavirus è ancora difficile. I sospetti sull’Europa sono affiorati più volte nell’ultima settimana, ma la posizione ufficiale della capitale cinese è quella di contrastare i rumor. Il portavoce della capitale, Xu Hejian, ha parlato oggi di “repressione” nei confronti di chi diffonde voci non cotrollate, mentre la vice direttrice del Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie di Pechino, Pang Xinghuo, ha affermato che le fonti di trasmissione del virus sono “molto complicate”.

Primo indiziato del contagio era stato il salmone importato, sparito dai banchi frigo delle grandi catene di supermercati della capitale cinese e di cui la Cina aveva fermato le importazioni dalla Norvegia, pur senza bandirle formalmente.

Funzionari della capitale avevano però avvertito che non c’erano prove che il salmone potesse essere l’organismo ospite del virus. Ieri, invece, la Cina ha vietato le importazioni di carne suina da un produttore tedesco, Toennies, dopo un’ondata di contagi di Covid-19 tra i dipendenti del gruppo.

(Agi)

Ultimi articoli