Omicidio Sacchi, Princi condannato a 4 anni. L’avvocato: “Non ha nessuna responsabilità”
A otto mesi dalla tragica notte in cui Luca Sacchi, personal trainer 24 enne, venne ucciso con un colpo di pistola davanti a un pub della capitale, arriva la prima sentenza. Si tratta dell’amico di infanzia della vittima, Giovanni Princi, accusato di aver organizzato lo scambio di droga e raccolto i soldi (70 mila euro) con il quali pagare la “roba”. Il gup di Roma lo ha condannato a quattro anni di carcere per violazione della legge sugli stupefacenti.
La procura aveva chiesto 6 anni e quattro mesi, ma il giudice fatto cadere l’aggravante sull’elevata quantità (erano 15 kg di hashish) e riconosciuto le attenuanti generiche.
Questo, peraltro, non ha convinto il pubblico ministero Nadia Plastina perché Princi ha avuto un ruolo importante in tutta la vicenda e, peraltro, era l’unico gravato da precedenti di polizia analoghi.Secondo l’accusa, quella notte Princi era davanti al pub di Colli Albani insieme a Luca e alla sua ragazza anche se subito dopo l’agguato si era allontanato. La sua presenza, però, era funzionale alla conclusione di un affare che lui stesso aveva organizzato. E, stando alla ricostruzione della fidanzata della vittima, Anastasiya Kylemnyk, era stato proprio lui a mettere il denaro in contanti nello zainetto di lei. Ed era proprio alla borsetta che puntavano i due killer.
Era Princi, secondo la ricostruzione della procura e dei carabinieri del nucleo investigativo, quello del gruppo con maggiore esperienza, come aveva sottolineato anche il tribunale del Riesame. Lui a gestire i contatti con i pusher di San Basilio; a trattare, insieme ad Anastasiya, l’acquisto dello stupefacente e ad affidare a lei il denaro perché «notoriamente le donne passano più inosservate – scriveva il gip nell’ordinanza di arresto – e vengono utilizzate frequentemente come corrieri nel traffico di sostanze stupefacenti».
Quando i carabinieri arrivarono sul posto, di Princi non c’era traccia. Si presentò il giorno dopo in ospedale, dove Luca Sacchi morì nonostante un delicato intervento. Poche ore dopo i fatti, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, Princi commentò così quanto avvenuto al suo compagno di classe: «Vabbè allora se è morto andiamo a farci una birra e un panino, che sto morendo di fame».
Princi, che ha scelto l’abbreviato, è il primo condannato per questa vicenda. Tutti gli altri imputati, i killer Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, Marcello e Armando De Propris e la stessa Anastasiya sono a giudizio davanti alla Corte d’Assise con rito ordinario.
(La Repubblica)