Il principale azionista, Heinz Hermann Thiele, si dice contrario a un ingresso dello Stato nel capitale. Poi incontra il ministro delle Finanze Scholz, che si dice “ottimista”
È ottimista il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz visto che ritiene si possa raggiungere un accordo con il maggiore azionista di Lufthansa, Heinz Hermann Thiele, e non mettere quindi a repentaglio il salvataggio statale da 9 miliardi di euro per l’aviolinea. “Abbiamo avuto un’ottima discussione e abbiamo sviluppato un’ottima proposta insieme al management della Lufthansa e al consiglio e siamo anche d’accordo con l’Unione Europea, quindi penso che discutendo della proposta, che è quello che facciamo – solo per chiarire di cosa si tratta – si potrebbe raggiungere un consenso unanime” al piano, ha detto Scholz via videolink al vertice finanziario di Francoforte dopo l’incontro avuto con Thiele.
“Penso che Lufthansa sia stata una compagnia di grande successo prima della crisi, quindi è nostro dovere rendere fattibile la sua sopravvivenza alla pandemia di Covid-19”, ha sottolineato il Ministro.
Tonfo in Borsa
In mattinata le azioni dell’azienda avevano subito un calo del 5,7% (per poi recuperare a -3,17% in chiusura) dopo che l’amministratore delegato Carsten Spohr aveva affermato che la compagnia avrebbe cercato di evitare il fallimento e l’insolvenza ingaggiando una ‘battaglia’ con Thiele si è infatti dichiarato contrario ad una partecipazione dello Stato nell’azionariato.
In una lettera ai dipendenti, Spohr ha detto che la compagnia aerea era in intensi colloqui con il governo e i grandi azionisti che avevano “il chiaro obiettivo di trovare una soluzione soddisfacente per la nostra azienda e per tutti i partecipanti prima di giovedì”, quando si terrà un’assemblea straordinaria degli azionisti.
Lufthansa ha avvertito la scorsa settimana che la mancata approvazione degli azionisti per il salvataggio potrebbe costringerla a chiedere protezione dai creditori ai sensi della legge tedesca sull’insolvenza, che richiede il sostegno di oltre due terzi degli azionisti. Thiele, che detiene il 15,5% delle azioni di Lufthansa, si oppone all’assunzione da parte dello Stato tedesco di una quota del 20% e di un posto nel suo consiglio di vigilanza.
I tagli al personale
L’industriale ritiene che l’ingresso dello Stato nell’azionariato non sia indispensabile, dal momento che altre compagnie aeree europee come Air France/KLM, hanno ricevuto aiuti di Stato sotto forma di prestiti piuttosto che di partecipazioni statali. Un blocco del piano di salvataggio metterebbe a repentaglio anche le necessarie e dure mosse di ristrutturazione, come i tagli ai posti di lavoro.
Il gruppo ha già avvertito che 22.000 posizioni a tempo pieno su 135.000 in tutto il mondo devono essere tagliate, poiché si prevede che la domanda rimarrà molto al di sotto dei livelli pre-pandemia per gli anni a venire.
I numeri in assemblea
Il piano di salvataggio è in bilico perché per la sua approvazione in assemblea è necessaria solo la maggioranza semplice qualora i detentori di più del 50% delle azioni votino, mentre una partecipazione inferiore aumenta la soglia fino a due terzi. Inizialmente il consiglio direttivo di Lufthansa si aspettava che la partecipazione all’assemblea generale straordinaria del 25 giugno fosse inferiore al 50%, il che significava che i due terzi dei presenti avrebbero dovuto votare a favore.
“Alla luce delle ultime dichiarazioni pubbliche del maggiore singolo azionista della compagnia, Heinz Hermann Thiele, il consiglio di amministrazione ritiene possibile che il pacchetto di stabilizzazione non riesca a raggiungere la maggioranza dei due terzi dei voti espressi che sarebbe necessaria in questo caso”, ha dichiarato.
Questo significherebbe che l’azienda dovrebbe eventualmente richiedere una procedura di protezione contro l’insolvenza ai sensi della legge sull’insolvenza pochi giorni dopo l’assemblea generale annuale, “se non si trova immediatamente un’altra soluzione”, ha proseguito la compagnia aerea tedesca. La prassi prevede che la direzione di una società rimane in carica e in genere ha fino a tre mesi per elaborare un piano per evitare l’insolvenza”.
(Agi)