26 Dicembre, 2024
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Dl Rilancio, negli emendamenti dei relatori non c’è il bonus caregiver. Il governo fa marcia indietro sui poteri speciali a Gualtieri

Addio al bonus da 600 euro al mese per i caregiver.

Tra gli emendamenti al decreto Rilancio depositati dai relatori non compare quello, comparso nelle bozze dei giorni scorsi, che prevedeva di riconoscere l’indennità concessa agli autonomi anche alle persone che si sono prese cura di un parente in condizioni di disabilità o di non autosufficienza. Intanto i lavori della commissione Finanze della Camera procedono a rilento con il centrodestra che lascia l’aula per protesta nei confronti del ministro Roberto Gualtieri che “dopo giorni e giorni di continui rinvii non si sia ancora presentato per consentire all’opposizione un approfondimento prima di esprimere il parere sul provvedimento”. E il governo si prepara a chiedere la fiducia sul provvedimento, dopo aver disinnescato sottotraccia la mina dei “superpoteri” concessi al titolare dell’Economia.

Le ventidue richieste di modifica dei relatori

affrontano temi che vanno dai fondi ai caf, che vengono aumentati, a una nuova disciplina dei pir, con la cancellazione della soglia di 30mila euro all’anno per gli investimenti, fino alla proroga al 31 dicembre (anziché al 31 agosto) della sospensione dei termini di scadenza dei protesti emessi fino al 30 giugno. Nelle bozze circolate informalmente nei giorni scorsi, le proposte di modifica erano una quarantina. Nella versione definitiva non compare più l’emendamento che permetteva a Sport e Salute spa di emettere bond per finanziare progetti ad “in ambito sportivo e ad elevato impatto valoriale e sociale” e quello che introduceva un bonus da 600 euro al mese, per aprile e maggio 2020, per i caregiver. Saltano poi lo stop al pagamento della tassa o del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (Tosap e Cosap) per le manifestazioni culturali e il fondo ad hoc per centri che lavorino al “recupero degli uomini autori di violenza“.

L’emendamento del governo, invece, per prima cosa recepisce i contenuti del “decreto cig” consentendo alle aziende che hanno già fruito di 14 settimane di ammortizzatori di chiederne altre 4 da subito, senza aspettare settembre. E proroga al 15 agosto i tempi per aderire alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri. L’ultima parte, invece, interviene su quello che solo domenica il Tesoro aveva derubricato come un non problema, definendo “assolutamente fantasiose e prive di ogni fondamento” le interpretazioni della norma in questione. Che consentiva al ministro, con proprio decreto, di spostare poste di bilancio tra capitoli di spesa “sulla base degli esiti del monitoraggio di cui al periodo precedente e al fine di ottimizzare l’allocazione delle risorse disponibili. Una scelta censurata dalla commissione Affari costituzionali, che nel suo parere ha sottolineato “l‘opportunità di valutare la disposizione alla luce del vigente sistema delle fonti. Si ricorda infatti che la vigente legislazione contabile – che dà attuazione alla riserva di legge in materia di bilancio stabilita dall’articolo 81 della Costituzione – consente variazioni compensative solo tra stanziamenti di bilancio non riconducibili a fattore legislativo, mentre per questi ultimi si può intervenire con la legge annuale di bilancio”.

Il governo, dopo aver smentito il problema attraverso la nota del Mef che parlava di “un meccanismo di vasi comunicanti già utilizzato in precedenza che favorisce l’erogazione in continuità delle risorse a favore delle categorie interessate ed è volto a rendere più veloci e efficienti le procedure di spesa”, modifica quell’articolo. Disponendo che “la proposta di variazione di bilancio è trasmessa alle Camere per l’espressione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, che si esprimono secondo le modalità e nei termini previsti dall’articolo 17, comma 12-bis, della legge 31 dicembre 2009, n.1″. Il deputato del Pd Stefano Ceccanti, che aveva chiesto un intervento, ha preso atto della mossa: “Il Governo si è mosso nella giusta direzione di ripristinare i poteri del Parlamento sulla decisione di bilancio, inserendo un parere parlamentare delle Commissioni competenti nel controverso comma 8 dell’articolo 265. Trattandosi di materia delicata ed evidentemente legata all’attuale emergenza, che richiede solo per questo periodo procedure più flessibili – spiega – valutiamo col concorso di tutti questa importante novità, se essa sia sufficiente o se abbisogni di ulteriori correttivi, in modo da non lasciare dubbio alcuno sulla costituzionalità della procedura. Ringrazio in particolare il Ministro Gualtieri per la sensibilità dimostrata verso il Parlamento”.

(Il Fatto Quotidiano)

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