La Corte Costituzionale porta l’assegno a 516 euro per la fascia 18-59 anni. I vincoli d’età ritenuti discriminatori
Le pensioni di invalidità da 286,81 euro al mese sono anticostituzionali.
Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, ritenendo che l’assegno per gli invalidi totali (di cui parla la legge 118 del 1971) sia «manifestamente inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i mezzi necessari per vivere e perciò violi il diritto riconosciuto dall’articolo 38 della Costituzione, secondo cui ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale», e obbligando l’aumento di tutti gli assegni per invalidità totale a 516,46 euro al mese. In Toscana sono oltre 17 mila gli invalidi civili totali che hanno diritto a quello che viene definito «incremento al milione» (con riferimento alle vecchie lire, secondo la legge 448 del 2011) e che ora aspettano la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale. Ecco allora il quadro generale e le principali novità in materia riassunte in una guida realizzata grazie al contributo della direzione regionale dell’Inps.
CHI HA DIRITTO ALL’ASSEGNO? E COME SI FA AD AVERLO?
L’assegno ordinario d’invalidità viene erogato dallo Stato a persone affette da una riduzione della capacità lavorativa superiore ai due terzi, a causa di infermità o deficit fisici o mentali. L’assegno spetta a persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni, cioè nella fascia dell’età lavorativa, e con un reddito più basso di 6.713,98 euro l’anno; per i disabili gravi minorenni e per gli over 67 sono previste altre forme di sostegno, che non vengono toccate dalla posizione presa dalla Consulta. Per vedersi riconosciuto questo diritto l’interessato inoltra domanda all’Inps e sottoporsi a una visita medica che valuta ed eventualmente gli riconosce i requisiti sanitari. Secondo i dati Inps gli invalidi totali della fascia di età 18-59 in Toscana sono 17 mila e 12.
COSA DICE LA LEGGE? E COSA CAMBIA CON LA NUOVA POSIZIONE DELLA CONSULTA?
La legge stabilisce che l’invalido totale percepisca ogni anno 13 mensilità, cioè 13 assegni da 286,81 euro, fino al raggiungimento di un limite annuo di reddito personale di 16 mila 982,49 euro. La legge stabilisce inoltre che al compimento del sessantesimo anno di età l’assegno passa da 286,81 euro a 516,46 euro per i sette anni successivi. Queste cifre sono il frutto di una perequazione, cioè di un aumento dello 0,4 percento in vigore dal 1° gennaio 2020. Secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, in merito a una questione di legittimità sollevata dalla corte d’appello di Torino, tutti i disabili gravi hanno diritto agli assegni da 516,46 euro a prescindere dall’età: la differenza tra le fasce 18-59 e 60-67 anni è destinata a scomparire. Restano validi tutti gli altri requisiti.
QUANDO ARRIVERANNO I NUOVI ASSEGNI?
La pronuncia non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale. L’Inps fa sapere di non aver ancora ricevuto disposizioni in merito. Nel frattempo, spiega la Consulta, resta ferma «la possibilità per il legislatore di rimodulare la disciplina delle misure assistenziali vigenti, purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione». In ogni caso, i tempi dovrebbero essere brevi. —
(Il Tirreno)