Stesso numero di denunce e operazioni, ma quantità di stupefacente dimezzata: è quanto emerge dalla Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), che traccia l’andamento del narcotraffico in Italia e, di conseguenza, descrive il consumo di sostanze illecite da parte degli italiani
Stesso numero di sequestri, ma quantità dimezzata. Poi un dato, impossibile da non notare: nel complesso delle sostanze stupefacenti sequestrate, la cocaina fa registrare un +127% in 12 mesi, segno inequivocabile di un consumo ormai dilagante. E ancora: per il terzo anno consecutivo aumentano le morti per overdose, +11% rispetto al 2018, quasi la metà causata dall’eroina. Infine un altro trend, che preoccupa al pari o forse più degli altri: la continua diffusione di droghe sintetiche e il proliferare delle nuove sostanze psicoattive. È quanto emerge dalla Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga(Dcsa), che traccia l’andamento del narcotraffico in Italia e, di conseguenza, descrive il consumo di sostanze illecite da parte degli italiani.
Stesso numero di denunce e operazioni, ma quantità di droga dimezzata
Per quanto riguarda i numeri complessivi del report, il 2019 ha fatto registrare dati contrastanti: stesso numero di operazioni e denunce, ma quantità dimezzata, con un calo del 55,6% rispetto al 2018. “Resta praticamente immutato il dato complessivo delle operazioni antidroga e quello delle denunce all’autorità giudiziaria – si legge nella relazione – La situazione che emerge è pressoché speculare al 2018. Per le operazioni antidroga, il dato è il secondo più elevato di sempre, mentre per il numero delle denunce, il valore è in linea con gli esiti della serie decennale”. Completamente opposto, invece, il discorso sui quantitativi: “Il dato dei sequestri di droga mostra invece una vistosa flessione rispetto all’anno precedente: dalle 123 tonnellate di stupefacente rinvenuto nel 2018, si è scesi a poco meno di 55, con una calo percentuale di oltre la metà (-55,66,%) che ha riallineato il quantitativo complessivo del 2019 ai volumi intercettati negli anni precedenti al 2013″.
Diminuiscono i sequestri di cannabis, triplicano quelli di cocaina
Nella fattispecie, per quanto riguarda le tipologie di sostanze, calano i sequestri di marijuana ed hashish, ma aumentano nettamente quelli di cocaina: dal 2018 al 2019 +127,2%. “I decrementi riguardano quasi tutte le sostanze, con eccezione della cocaina e delle droghe sintetiche – si legge nella relazione -. Spiccano, in particolare, gli scostamenti negativi riferibili ai derivati della cannabis, tanto per quanto riguarda l’hashish (-73,25%), che per la marijuana (-39,83%) e la presentazione in piante (-57%). Quanto agli scostamenti positivi, un vistoso aumento si registra per la cocaina che, in termini assoluti, quasi triplica i volumi caduti in sequestro rispetto al 2018 (+127,2%), raggiungendo la quota record di 8,4 tonnellate sottratte al mercato illegale“.
Aumentano (di molto) i morti: +11 per cento rispetto al 2018
Un’altra tendenza che preoccupa non poco gli inquirenti è quella relativa all’aumento dei morti per overdose: per il terzo anno consecutivo c’è un segno più. Nel 2019 c’è stato un ulteriore incremento pari a 37 unità, per un totale di 373 vittime, vale a dire l’11.01% in più rispetto al 2018. In oltre la metà dei casi, la causa del decesso è da attribuire al consumo di oppiacei (169 casi all’eroina, 16 al metadone, uno al fentanil e uno alla morfina). Dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia sugli esiti fatali per abuso di droga, sono complessivamente 25.780 i morti causati dal consumo di stupefacenti. Il commento della Dcsa è emblematico: “L’andamento in atto è un fenomeno estremamente preoccupante, sul quale gli analisti e gli esperti delle diverse discipline dovranno continuare ad interrogarsi per individuare le cause e porre un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio”.
Le droghe sintetiche: cambio di rotta o fenomeno momentaneo?
Nel rapporto della Direzione centrale per i servizi antidroga, poi, c’è tutto un capitolo dedicato alle droghe sintetiche. Che preoccupano. E non tanto per la quantità sequestrata, quanto per il trend in evidente aumento. “Anche se le quantità sottoposte a sequestro appaiono tutto sommato ancora contenute, l’incremento registrato (+95,62% per la presentazione in dosi e +32,16% per la presentazione in peso), conferma la crescente diffusione di droghe sintetiche soprattutto tra i più giovani” scrive la Dcsa. Che poi traduce la tendenza in un rischio concreto per il futuro: “La minaccia, anche per un sostanziale disimpegno da tali traffici delle criminalità organizzata, non è ancora ai livelli delle altre sostanze – si legge ella relazione – ma è ipotizzabile che, già nei prossimi anni, il dispositivo di contrasto dovrà fare i conti con questo fenomeno e con le sue insidiose modalità di implementazione dell’offerta”. Vale a dire: “Ordini telematici e transazioni via web per recapitare lo stupefacente nel sempre più vorticoso sistema delle spedizioni postali nell’era dell’e-commerce”. Al momento, tuttavia,. secondo la Direzione centrale è presto per parlare di strategia ramificata: “Gli approfondimenti degli analisti e l’andamento dei sequestri dell’anno in corso potranno dire se si tratti di un risultato contingente oppure se, più che una vera e propria inversione di tendenza nei flussi illeciti, ci si trovi di fronte ad una possibile rimodulazione delle rotte e delle strategie operative dei trafficanti di questa particolare tipologia di stupefacente”.
Le nuove sostanze psicoattive: fenomeno che preoccupa
Simile a quello delle droghe sintetiche è il fenomeno della cosiddette nuove sostanze psicoattive, molecole per la maggior parte di origine sintetica originate da una costante manipolazione delle strutture chimiche di base di psicotropi già sottoposti a controllo, prodotte con l’obiettivo di immettere sul mercato clandestino sostanze sottratte ai controlli perché non ricomprese nelle tabelle internazionali. Nell’anno in esame, il Sistema nazionale di allerta precoce del dipartimento per le PoliticheAntidroga, con il quale la Dcsa collabora in qualità di Unità di progetto, ha potuto individuare 15 molecole di nuova composizione non “tabellate” (principalmente cannabinoidi, catinoni e oppioidi ), già presenti in prodotti psicoattivi destinati al consumo. “Benché tali sostanze non siano oggi ancora particolarmente diffuse nel nostro Paese – si legge nel documento – è necessario tenere alto il livello di attenzione per evitare di essere colti di sorpresa da nuovi fenomeni di consumo che per alcuni Stati oltreoceano rappresentano ormai una vera e propria emergenza per la salute pubblica”.
Diminuisce l’eroina, triplica la cocaina
Più semplice l’analisi relativa ai mercati delle tradizionali sostanze stupefacenti. Detto che l’eroina mostra uno scostamento decisamente negativo (-37%) rispetto al 2018, la Direzione centraleper i servizi antidroga ha comunque sottolineato che “la flessione appare meno significativa (rispetto a quella registrata da altre sostanze, ndr), tenuto conto che lo scorso anno, per questo tipo di droga, era stato registrato un incremento particolarmente consistente dovuto innanzitutto al rinvenimento di una ingentissima partita di circa 270 kg nel Porto di Genova. A riprova di tale osservazione – sottolinea ancora la relazione – il dato dei sequestri di questa sostanza nella rilevazione decennale resta in linea con la media dell’ultimo quinquennio”. Quindi il fenomeno preoccupa, specie per quello che significa in termini storici e sociali. Ma nulla di paragonabile a quello che avviene con la cocaina, la cui diffusione rappresenta “un fenomeno in netta e vertiginosa crescita”, rappresentando “sempre di più il principale business dei maggiori sodalizicriminali nazionali e internazionali”. I numeri sono lì a confermarlo: sequestri triplicati in un anno e quota record di 8,4 tonnellate sottratte al mercato illegale. Nella serie decennale, si tratta del quantitativo più alto dal 2010 ad oggi, anche laddove non si conteggino due consistenti sequestri operati a gennaio e novembre, rispettivamente nei Porti di Genova e Gioia Tauro, per oltre 3,2 tonnellate complessive.
Stranieri o italiani? Le percentuali delle persone coinvolte in operazioni e sequestri
Sono stati 13.775 gli stranieri coinvolti nei traffici di droga in Italia nel 2019, il 39,5 per cento del totale. Anche questo dato, nonostante una leggeraflessione (-3,48%), è in linea con la rilevazione dell’anno precedente: il loro numero, 13.775 unità, di cui oltre 9.650 in stato di arresto, continua a rappresentare poco più di un terzo (39,45%) di tutti i denunciati per questo tipo di reato e si colloca tra i più alti mai registrati nella rilevazione decennale se si escludono, per valori non di molto superiori, le due ultime annualità. “Si tratta in prevalenza – è scritto nella relazione – di manovalanza extracomunitaria, per gran parte di provenienzamarocchina, albanese, nigeriana, gambiana, tunisina e senegalese” addetta alla distribuzione della droga nelle piazze di spaccio italiane.
L’età degli spacciatori
Sono quasi mille, infine, i minorenni coinvolti nello spaccio di droga in Italia, di cui oltre 800 italiani. “Per il secondo anno consecutivo una specifica sottolineatura è da riservare al numero di minorenni – si legge nella relazione – italiani e stranieri, coinvolti nelle operazioni di cessione dei derivati della cannabis (hashish e marijuana). Benché la rilevazione dei sequestri di queste sostanze mostri un vistoso decremento, anche nel 2019 il numero dei responsabili del reato di spaccio (958 unità complessive, di cui 808 italiani e 150 stranieri) di tali derivati, si conferma decisamente elevato rispetto ad altre tipologie di sostanze (224 unità per la cocaina e appena 27 per l’eroina). Si tratta di un dato da monitorare con attenzione anche in futuro, tenuto conto non solo dell’età dei denunciati ma anche della diffusione di tali sostanze nei fenomeni di consumo che riguardano più da vicino la popolazione giovanile“.
(Il Fatto Quotidiano)