Si è svolto a Palazzo Chigi l’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il segretario Pd Nicola Zingaretti. Il colloquio è iniziato attorno alle 15.30 e, a quanto si apprende, è durato poco più di un’ora. “Piena convergenza con Zingaretti sul dl semplificazioni da portare presto in Consiglio dei ministri. La pensiamo allo stesso modo: bisogna correre”. Lo dice il premier Giuseppe Conte subito dopo l’incontro col segretario dem.
E sull’incontro è positivo anche il giudizio del Pd: “Il Governo ha la forza per decidere e fare le cose. Il Pd è il primo sostenitore della sburocratizzazione dello Stato e della semplificazione. Rispettando le autonomie dei territori è giusto provare a costruire progetti unitari e condivisi nelle regioni”.
“Oggi vedrò Zingaretti. Le voci su un grande gelo tra me e il Pd mi hanno sorpreso”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha commentato così l’articolo di Repubblica in cui vengono evidenziate le difficoltà tra il premier e il leader dei dem. Zingaretti pur non mettendo in discussione l’appoggio all’esecutivo, da tempo chiede a Conte un maggior decisionismo rispetto alle questioni più impotanti per il Paese, da Alitalia a Autostrade, fino ad arrivare all’abrogazine dei decreti Salvini sulla sicurezza.
E il premier ha commentato anche le parole di Berlusconi, che in un’intervista a Repubblica, ha sostenuto che per affrontare la crisi si può pensare a formare una nuova maggioranza. Parole che hanno suscitato le proteste della Lega (“l’unica via è il voto”). “Forza Italia – dice Conte – è la forza di opposizione che si sta distinguendo per un atteggiamento più costruttivo e anche più responsabile. Non vorrei offendere le altre forze di opposizione”.
Rispetto alle difficoltà, tra Pd e M5S, di stringere alleanze per la scelta dei candidati alle prossime elezioni regionali, Conte parlando con i giornalisti in strada nel centro di Roma dice: “Sarebbe una sconfitta per tutti, anche per me, se non si trova un modo per fare un passo avanti. Basterebbe mettere da parte le singole premure”.
Infine, un tentativo di sanare le perplessità dei partiti di maggioranza su alcuni punti del decreto semplificazione, in particolare rispetto al tema degli appalti e dell’abuso edilizio. “Non si può fermare la riforma per paura. Abbiamo fretta e siamo responsabili”.
Poi, il premier torna a parlare anche del Mes. “In questo momento è legittimo aprire un dibattito pubblico – sostiene – e esprimere varie sensibilità. Ci sarà un momento in cui avremo completato il negoziato europeo – per ora parliamo astrattamente di tutto – e quando lo avremo completato formuleremo tutte le valutazioni, lo faremo in trasparenza e a quel punto dovremo valutare le posizioni di tutti”.
(La Repubblica)