La ripresa dell’attività sportiva della vela sul Lago di Bracciano, lo specchio d’acqua alle porte di Roma, campo di regata tra i più considerati a livello nazionale e internazionale, è bloccata dalla burocrazia regionale.
E’ l’allarme lanciato dalla Federvela del Lazio, che sta cercando in tutti i modi una soluzione al problema. Si regata sui laghi di Como e di Garda, sul lago Maggiore, sul Trasimeno. Invece Bracciano è fermo. Perché?
Una norma del 2014, creata specificamente per le attività di pesca sportiva, prevede un canone concessorio oneroso per ottenere l’autorizzazione all’uso dello specchio acqueo. Applicato allo sport velico, è stato calcolato che il costo per ogni singola manifestazione corrisponderebbe a qualche migliaio di euro e un’istruttoria amministrativa della durata di diversi mesi. La norma stessa, però, spiega che il canone è dovuto solo se l’area è richiesta per uso esclusivo e interdetto ad altri utenti. E questo non è il caso delle regate.
La questione era stata affrontata e superata negli anni, e vige tuttora una circolare del 2017 che dirigenti più illuminati avevano concordato con la Federvela e i circoli del lago, che escludeva la vela dall’applicazione del canone, bastava una informativa e la richiesta di un nulla osta. Ora però un ricambio dirigenziale ha fatto tornare indietro l’orologio.
Tutto sembra ruotare intorno a una singola questione: una regata velica non prevede l’uso esclusivo dell’acqua. Come spiega Giuseppe D’Amico presidente della IV Zona (Lazio) FIV:
“Le regate non implicano un uso esclusivo del lago, non viene interdetta la navigazione, ciò accade in tutte le regate veliche nel mondo organizzate secondo i regolamenti di World Sailing.
C’è chiaramente un’interpretazione errata, e una sproporzione nelle richieste di canone, insostenibili dalle nostre associazioni sportive.”
Lo stesso D’Amico, dopo i vari tentativi con l’ufficio preposto (la Direzione Regionale delle Risorse Idriche e Difesa dle Suolo, Area Concessioni), per ottenere come tutti gli anni il Nulla Osta Idraulico alle regate sul lago di Bracciano, ha inviato una lettera direttamente al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Nella quale scrive tra l’altro: “Mi trovo costretto ad annullare le regate già previste per l’11 e 12 luglio, con danno per gli atleti che hanno fatto moltissime prenotazioni alberghiere, e dovrò spostare gli eventi in altre località marine, con aggravio di costi per gli atleti e le famiglie, perché molti sono giovanissimi, e dichiarando di fatto la morte dello sport velico sui laghi laziali, da molti ritenuti una eccellenza. Chiedo un suo personale intervento per sollecitare un incontro con gli uffici preposti per chiarire la situazione che coinvolge tutto il movimento sportivo di una federazione nazionale che in questi anni ha sempre avuto il supporto della Regione.”
In attesa di sviluppi, i Circoli – in accordo con il Comitato FIV IV Zona, che tiene costantemente informata la FIV nazionale – si stanno mobilitando a loro volta, per far giungere forte la loro voce a chi di competenza.
Le sollecitazioni stanno arrivando da più parti, anche attraverso i buoni rapporti della FIV con il delegato regionale allo sport Roberto Tavani. Ora la lettera a Zingaretti si spera abbia ulteriore effetto. Ma non c’è tempo da perdere: a Bracciano – dove subito dopo il lockdown hanno ripreso gli allenamenti persino gli azzurri della vela olimpica, c’è uno sport da salvare, e con esso il turismo e l’economia di un territorio.
(La Repubblica)