Un rimpasto nella squadra di governo dopo le regionali fissate a settembre? “No, non vedo all’orizzonte un rimpasto di governo, sono soddisfatto della squadra dei ministri“. Lo assicura il premier Giuseppe Conte, in un’intervista all’emittente spagnola Nius. “Abbiamo appena approvato un decreto molto importante per l’Italia, il Dl semplificazioni – prosegue il presidente del Consiglio – che taglia la burocrazia, che consente di accelerare la spesa per gli investimenti, sblocchiamo tantissimi cantieri. Abbiamo individuato circa 130 opere strategiche per le quali vogliamo correre molto speditamente, abbiamo un piano di rilancio condiviso con tutta la società italiana, stiamo lavorando a questo, siamo molto concentrati, non vedo rimpasti all’orizzonte”.
Farà parte di una lista politica futura? “No.
Io non lavoro per me, sto lavorando con grande impegno. Sono onorato di svolgere questo incarico di presidente del Consiglio, come recita la Costituzione italiana, con ‘disciplina e onore’. Fino all’ultim’ora, all’ultimo minuto, lavorerò sempre per il bene comune, con grande spirito di servizio”, ma “non sto lavorando per fare un mio partito”.
CORONAVIRUS
Una nuova ondata Covid post estate? “Alcuni esperti ragionano, è un dibattito pubblico, ragionano di una seconda ondata. Io non so se arriverà, anche perché non sono uno scienziato, e mi pare capire che essendo questa pandemia un nuovo virus le previsioni son difficili. Dico solamente che se ci dovesse essere una nuova ondata l’Italia è attrezzata per mantenerla sotto controllo“. A chi gli domanda se gli italiani abbiano ormai abbassato la guardia sulle misure di contenimento, “ho un atteggiamento di fiducia – risponde il presidente del Consiglio – occorre attenzione ma anche fiducia. In questo momento i cittadini italiani devono affrontare la ripresa delle attività economiche sociali e culturali con tranquillità. Devono rispettare le poche regole di distanziamento, l’utilizzo della mascherina se non c’è distanziamento ma la vita in Italia deve riprendere, tutte le attività devono riprendere. Abbiamo potenziato la risposta del sistema sanitario, fatti milioni di test, abbiamo anche elaborato un piano di monitoraggio molto dettagliato che ci consente di controllare tutte le aree territoriali: sono fiducioso, abbiamo tutte le condizioni per affrontare l’estate e anche l’autunno”.
OLANDA
Al presidente olandese Mark Rutte “spiegherò che abbiamo fretta nell’interesse di tutti, non solo nostro ma anche dell’Olanda. Più rischiamo di ritardare più rischiamo di elaborare una risposta inefficace. Se noi lasciamo che si distrugga il mercato unico i danni saranno anche per l’Olanda non solo per Italia, Spagna, Portogallo e Francia. Anche l’Olanda beneficia dal mercato unico, si avvale dell’economia europea. Quindi anche nel loro interesse è una reazione chiara e immediata“.
Per il Consiglio europeo di Bruxelles “non parliamo di compromesso, perché tra 27 Paesi finirà che per trovare un comune denominatore abbasseremo sempre di più il livello della risposta europea, che deve essere invece forte, solida, adeguata alle circostanze eccezionali che stiamo vivendo. Deve essere ambiziosa a livello politico. Quindi non un compromesso al ribasso o di basso profilo, ma una decisione politica ambiziosa”.
SPAGNA
Con il premier spagnolo Pedro Sanchez c’è “un’ottima relazione, un rapporto di amicizia. Abbiamo imparato a conoscerci meglio in questi anni, sicuramente i nostri paesi ne beneficeranno: stiamo rafforzando intesa politica”. Durante la pandemia “ci siamo sentiti molte volte, l’ho chiamato io, mi ha chiamato lui, aggiornandoci sulla situazioni dei rispettivi paesi” esprimendo “rammarico per le vittime, cresciute progressivamente, abbiamo espresso un reciproco sentimento di solidarietà. I nostri popoli si sono ancor più avvicinati, avendo condiviso questo destino a tratti anche tragico”. “Con grande piacere ho raccolto invito del presidente Sanchez – prosegue il presidente del Consiglio – erano alcuni anni che non c’era un incontro a livello di capi di governo. Sicuramente abbiamo rafforzato l’amicizia e posto le basi per incrementare i nostri rapporti. Ci siamo detto che entro fine anno sarebbe bello poter celebrare un vertice intergovernativo” proprio “al fine di una più stretta collaborazione”.
UN TIRAMISU’ PER I PAESI FRUGALI
Quale piatto della cucina italiana il premier Giuseppe Conte offrirebbe ai cosiddetti Paesi frugali per convincerli a sposare la causa del Recovery Fund? “Ci sono tanti piatti che potrebbero piacere ai miei amici dei Paesi frugali. Gli suggerirei di condividere un bel tiramisù, così ci tiriamo su noi e l’Europa”.
RECOVERY FUND
Il Recovery Fund “sicuramente ha qualche assonanza, qualche tratto di similitudine con il piano Marshall: anche qui interveniamo con un piano ambizioso di ricostruzione dopo un evento tragico che ha creato grandissima sofferenza in termine di vittime e conseguenze sul piano economico sociale. Però è evidente che il contesto storico e politico è completamente diverso”. “Noi stiamo elaborando una risposta che viene da noi stessi, europea, non è più un piano che ci viene proposto dall’esterno. Lo stiamo elaborando noi perché dobbiamo essere consapevoli del momento che stiamo vivendo e dobbiamo coordinare gli sforzi, tutti insieme, per poterci riprendere e dare una prospettiva ancora più rafforzata alla stessa Unione europea, alla nostra casa comune”. “Credo che i tempi siano determinanti – torna a ribadire il presidente del Consiglio – io, con il presidente Sanchez siamo d’accordo, ci batteremo perché si possa formalizzare questo negoziato già al prossimo vertice o comunque nel mese di luglio. Perché, attenzione: una risposta può essere adeguata ma se tardiamo diventa inadeguata, rischiamo di dover moltiplicare gli sforzi economici, con maggiori rischi di andare incontro a un insuccesso”.
MES
Il ricorso al Mes “non è mai stato un tabù: ho semplicemente detto che non puntiamo sul Mes perché non è la risoluzione dei nostri problemi. Noi abbiamo bisogno del Recovery Fund, dopo valuteremo se nell’interesse dell’Italia usare anche il Mes. E valuteremo in modo trasparente la regolamentazione della linea di credito del Mes”.
“Ogni Stato deve misurarsi con la propria opinione pubblica e il proprio Parlamento. Non è che non voglio parlare di Mes per non affrontare il problema e fuggire alle mie responsabilità – assicura il presidente del Consiglio – è che affrontarlo adesso significa fare una battaglia astratta, che addirittura può diventare ideologica. In Italia c’è chi dice sì al Mes per principio e chi dice no al Mes per principio. A me interessa un approccio pragmatico e quel che serve alla comunità nazionale”.
“Una volta finito il negoziato avremo gli strumenti, li studieremo uno per uno, aggiorneremo la valutazione anche con i flussi di cassa e io andrò in Parlamento a fare una proposta. Alla luce della situazione attuale, credo che queste sono le proposte e se ci sono delle alternative le proporrò e ne discuterò con il Parlamento in modo molto trasparente. Mi assumerò la responsabilità di fare anche una proposta”, assicura.
BERGAMO
Sul lockdown a Bergamo, finito al centro di un’inchiesta giudiziaria, “non ho avuto richieste dalla Confindustria. L’ho letto sui giornali, non è una cosa che mi riguarda, le valutazioni sono state fatte senza ascoltare Confindustria, assolutamente no”. Sull’inchiesta della Procura di Bergamo sulla mancata istituzione della zona a rossa a Nembro e Alzano “non mi preoccupo perché appena c’è stata l’eventualità di riferire sull’inchiesta di Bergamo mi sono subito reso disponibile. Un presidente del Consiglio deve rispondere alla propria coscienza, essere sereno, e rispondere all’opinione pubblica e anche ai pubblici ministeri”. “Non credo di essere infallibile – prosegue – non credo di prendere sempre la decisione giusta nel momento giusto ma anche per inclinazione caratteriale cerco sempre di valutare tutte le implicazioni. Non prendo mai decisioni senza ponderazione: è difficile dire, oddio abbiamo sbagliato. Qualche volta può accadere col sennò del poi ma in genere le decisioni sono molto ponderate e non ha senso tornare indietro perché non c’è motivo”.
ESECUTIVO GIALLOROSSO
“E’ stata una situazione singolare, occorrerebbe un po’ di tempo per spiegare cosa è successo in Italia. A un certo punto, dopo la caduta del primo governo voluta dalla Lega che ha deciso di interrompere quella esperienza e di andare a elezioni, forte anche di un grande consenso dei sondaggi che ha cercato di capitalizzare…. però, siccome viviamo in una democrazia parlamentare, la decisione non può essere rimessa a un singolo partito o al singolo esponente di una forza politica. Quindi c’è stato un passaggio parlamentare“. Con queste parole, il premier Giuseppe Conte tenta di spiegare agli spagnoli il passaggio di Matteo Salvini da alleato a oppositore. “Proprio perché siamo in una democrazia parlamentare, io ho voluto che la crisi fosse discussa davanti al Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo. Da quella discussione, da quei chiarimenti, è nata una nuova prospettiva politica che a me personalmente ha sorpreso. Non mi sarei mai aspettato che potesse nascere una prospettiva del genere”, ammette il presidente del Consiglio. “In quel momento sembrava difficile poter dar vita a un nuovo governo – ricorda Conte – la prospettiva elettorale sembrava a portata di mano però è anche vero che eravamo in piena estate con la prospettiva di fare una competizione elettorale che ci portava in prossimità di dicembre, con una legge di bilancio da approvare e non c’erano più i tempi. Quindi era una prospettiva molto drammatica”. “Nel governo precedente – prosegue Conte – l’Italia è andata sotto il rischio di procedura di infrazione per debito eccessivo per ben due volte. Sono riuscito a scongiurare questa procedura ma con grandissima fatica. Non riuscire ad approvare la Manovra in tempo significava esporre il Paese a un grave rischio economico. Forse è questo che è stato il fattore che ha coagulato le forze politiche”. “Il M5S ha dimostrato grande responsabilità, anche il PD e le altre forze – riconosce il capo del governo – Non chiedetemi perché hanno ritenuto di chiedere ancora a me di accettare l’incarico di presidente del Consiglio, dovreste chiederlo a loro..”.
EFFETTO LOCKDOWN
“Sicuramente la popolarità è cresciuta rispetto al fatto che, di fronte al lockdown, le persone sono state in casa, hanno rispettato le indicazioni che il presidente del Consiglio dava, hanno aspettato, si sono collegate spesso a questi appuntamenti in cui il capo del governo, di volta in volta, spiegava con piena trasparenza alla popolazione quale era l’evoluzione della situazione epidemiologica e quali misure venivano adottate”. “Devo dire la verità – prosegue il presidente del Consiglio – quei sondaggi a cui lei fa riferimento segnalano un rapporto di fiducia tra il governo e i cittadini, ma la fiducia, al di là dei sondaggi che lasciano il tempo che trovano, è anche nel fatto che i cittadini hanno rispettato le regole, la comunità nazionale italiana ha offerto una reazione di grande responsabilità, coraggio, determinazione. Si è sviluppato ancora di più -esisteva ma era un po’ latente- quel senso di appartenenza a una medesima comunità. Sono stato e sono orgogliosissimo di essere il presidente del Consiglio del popolo italiano”.
TAGLIO IVA
“In Italia abbiamo un problema: la riforma più organica del fisco risale a 50 anni fa, oggi la disciplina fiscale è iniqua e inefficace. Dobbiamo intervenire per riformarla, digitalizzare tutto e riordinare tutto perché abbiamo tante contribuzioni, agevolazioni, deduzioni. Alla fine, quando andremo a intervenire razionalizzando, potremo anche alleggerire, per quanto di ragione, la pressione fiscale”. “In Italia c’è dibattito sull’ipotesi di abbassare l’Iva per far ripartire l’economia. La situazione è di tale incertezza che non c’è un’unica misura su cui puntare. Anche l’Iva può essere una soluzione: abbassare l’Iva è molto dispendioso – ammette il presidente del Consiglio – farlo come ha fatto temporaneamente la Germania richiede uno sforzo economico notevole. Può servire a far ripartire i consumi. Ma l’ipotesi cui stiamo lavorando è collegare un lieve abbassamento dell’Iva, semmai temporaneo, a pagamenti digitali, per cui chi paga con moneta elettronica può beneficiare di un piccolo sconto. Questo incentiverebbe molto i pagamenti digitali con la conseguenza che potremo recuperare un’economia in parte sommersa, per cui tutti pagano le tasse, tutti pagano meno”. Un rimpasto nella squadra di governo dopo le regionali fissate a settembre? “No, non vedo all’orizzonte un rimpasto di Governo, sono soddisfatto della squadra dei ministri”, assicura poi. “Abbiamo appena approvato un decreto molto importante per l’Italia, il Dl semplificazioni – prosegue il presidente del Consiglio – che taglia la burocrazia, che consente di accelerare la spesa per gli investimenti, sblocchiamo tantissimi cantieri. Abbiamo individuato circa 130 opere strategiche per le quali vogliamo correre molto speditamente, abbiamo un piano di rilancio condiviso con tutta la società italiana, stiamo lavorando a questo, siamo molto concentrati, non vedo rimpasti all’orizzonte”.
(AdnKronos)