Protesta del movimento No Mose in acqua. Progettista: ‘A regime le paratoie si alzeranno in 30 minuti’
Si è completata la chiusura di tutte le 78 paratoie mobili nei quattro varchi del Mose di Venezia, nel primo test effettuato oggi alla presenza del premier Giuseppe Conte. La prima a sollevarsi completamente, alle 12.15, è stata la diga di Lido San Nicolò, con 20 paratoie, seguita un minuto dopo da quella di Lido Treporti, con 21 barriere, e Chioggia, con 18. Alle 12.25 si è concluso il sollevamento delle 19 dighe di Malamocco. Le 78 paratoie del Mose “oggi si sono alzate in 90 minuti, a regime si eleveranno in 30“, ha spiegato uno dei progettisti della struttura di difesa dalle acque alte, sottolineando che in questo momento “i tempi sono lunghi perché l’impianto non è finito”. I prossimi mesi serviranno “per calibrare gli strumenti necessari” ha concluso il tecnico.
La protesta del movimento ‘No Mose’ è sfociata in una ‘battaglia navale’ con le forze dell’ordine in bacino San Marco,
nel giorno della contestazione per la prova generale del sistema di dighe mobili. “Ci siamo radunati in Bacino e abbiamo accerchiato una motonave di addetti al sistema che si recava verso la bocca di porto di Malamocco”, dice Tommaso Cacciari, leader degli antagonisti veneziani. “C’era di tutto in acqua, dalle moto d’acqua della polizia, ai gommoni, motoscafi e navi della Guardia costiera. Abbiamo cercato di infrangere il blocco, ma non c’è stato nulla da fare”. Dopo il tentativo di accerchiare la motonave dei tecnici a Malamocco, le barche dei ‘No Mose’ hanno cercato di spostarsi in direzione opposta, verso l’Isola Nuova del Lido, dov’era in corso la cerimonia per la prova generale del Mose, ma senza successo.
“Ci hanno bloccato con tutte le loro forze, inondandoci d’acqua con gli idranti” ha aggiunto Cacciari,
riferendosi al blocco opposto dalle forze dell’ordine alla decina di barche della ‘flotta’ della protesta. “”Ora siamo tornati alla base fradici e con le barche mal messe – ha concluso Cacciari — ma soddisfatti perché il risultato l’abbiamo ottenuto, il nostro dissenso ventennale è stato sentito da tutti. Speravano di spegnere le voci fuori dal coro, non ci sono riusciti”.
“Era dal 1966 che si aspettava una difesa per Venezia, un progetto straordinario e sono sicuro che il lavoro è stato condotto bene, quindi non solo per Venezia ma per l’Italia è una bellissima realizzazione, molto molto importante”, ha detto all’ANSA il sen.Luigi Zanda, primo presidente del Consorzio Venezia Nuova, presente alla cerimonia per il sollevamento completo del Mose. “Purtroppo – ha aggiunto – è una storia che è stata macchiata, è stata sporcata. Però all’inizio c’era una necessità assoluta. Se la marea del ’66 non si fosse fermata ci sarebbero stati problemi seri per la città. Quindi è un’opera necessaria. Oggi stiamo assistendo a un test, dobbiamo avere fiducia, dobbiamo levare Venezia da un rischio mortale”, ha concluso.
“Siamo qui per un test, non per una passerella. Il governo vuole verificare l’andamento dei lavori“, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Venezia.
“E’ giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico a chi sta protestando, ai cittadini e intellettuali, concentriamoci sull’obiettivo di completare il Mose” ha aggiunto Conte. “Facciamo in modo che funzioni – ha proseguito -. Di fronte all’ultimo miglio la politica si assume le proprie responsabilità e decide che con un ulteriore sforzo finanziario si completa e si augura che funzioni”.
Mose: Conte e De Micheli assistono alla prova generale delle dighe
“Il Mose non è finito, ci sono 18 mesi di lavori e test, bisognerà avviare il collaudo tecnico funzionale e poi alcuni anni di rodaggio per l’avviamento, per la progressiva ottimizzazione con procedure trasparenti e controllo rigoroso dei costi”, ha detto la commissaria alla conclusione del Mose di Venezia, Elisabetta Spitz, aprendo la cerimonia. L’opera, ha proseguito “ha una storia travagliata e controversa, a noi è stato affidato il compito di portarla a termine. Una lunga pagina si chiude, Ringraziamo i veneziani per la lunga pazienza. Con le prove dei prossimi mesi sarà già possibile dal prossimo autunno il sollevamento in caso di maree altissime e salvare dall’acqua alta la Laguna”.
Presenti anche i ministri Lucia Lamorgese, Paola De Micheli e Federico D’Incà, il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro. Sull’isola artificiale che divide la Bocca di Porto del Lido è stata approntata una ‘control room’ per seguire le operazioni di sollevamento e discesa delle paratoie nelle quattro ‘bocche’, da nord a sud: Lido-Treporti, Lido-San Nicolò, Malamocco e Chioggia.
(Ansa)