28 Dicembre, 2024
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Scuola, il Cts in soccorso dei presidi: non dovranno calcolare i metri quadri tra ogni studente

Per girare tra i banchi e nel corridoio occorreranno le mascherine. Non sarà invece necessario che i presidi calcolino un valore fisso di metri quadri per ciascuno studente. Le superfici più usate come maniglie delle porte, sedie, tavoli, interruttori e distributori automatici delle merendine dovranno essere disinfettate continuamente, anche se non ci sarà l’obbligo di chiamare ditte specializzate per la sanificazione prima dell’avvio dell’anno scolastico. Ogni dipartimento di prevenzione territoriale delle Asl dovrà avere un referente per la scuola incaricato di interagire con i dirigenti scolastici e di occuparsi del “contact tracing” se dovessero verificarsi casi di contagio. Come anticipato da Repubblica, il Comitato tecnico scientifico ieri è finalmente arrivato in soccorso dei presidi e ha risposto ad alcuni quesiti in un documento che ha poi trasmesso al ministero dell’Istruzione.

Come si sta in classe

All’interno dell’aula, specificano i membri del Cts, “resta imprescindibile la distanza di un metro lineare tra gli alunni e di due metri lineari tra il docente e l’alunno nella zona interattiva della cattedra”. Per tale motivo, aggiungono i tecnici “non viene indicato un valore in metri quadri dello spazio di occupazione dello studente, in quanto tale parametro adottato singolarmente, potrebbe non garantire il distanziamento minimo lineare essenziale”. Quanto alla distanza di un metro “da bocca a bocca”, i tecnici hanno sciolto i dubbi dei presidi, che si chiedevano se dovesse essere considerata solo in maniera “statica”, cioè quando i ragazzi stanno seduti, o anche in maniera “dinamica”, quando si muovono tra i corridoi. La soluzione, per non togliere ulteriori spazi alle aule, è che gli studenti indossino la mascherina ogni volta che si alzano dal banco.

La pulizia

Nessun obbligo di chiamare ditte specializzate per la sanificazione prima dell’inizio dell’anno scolastico, ma massima attenzione alla pulizia, che deve essere continua. “Poiché la scuola è una forma di comunità che potrebbe generare focolai epidemici in presenza di un caso  – scrive il Cts – a causa della possibile trasmissione per contatto, la pulizia con detergente neutro di superfici in locali generali, in presenza di una situazione epidemiologica con sostenuta circolazione del virus, andrebbe integrata con la disinfezione attraverso prodotti con azione virucida”. La raccomandazione è di insistere nella pulizia di maniglie delle porte, finestre, sedie, banchi, cattedre, interruttori della luce, rubinetti e anche distributori automatici di cibi e bevande.

In caso di contagio

I presidi vogliono sapere come devono comportarsi se dovessero esserci casi sospetti di contagio tra gli studenti o il personale e il Comitato tecnico scientifico spiega: “La persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto. Per i casi confermati le azioni successive saranno definite dal Dipartimento di prevenzione territoriale competente, sia per le misure quarantenarie da adottare, sia per la riammissione a scuola secondo l’iter procedurale normato. La presenza di un caso confermato necessiterà l’attivazione da parte della scuola di un monitoraggio attento da avviare in raccordo con il Dipartimento di prevenzione locale al fine di identificare precocemente la comparsa di possibile altri casi”. In più, il Cts suggerisce alle Asl di dotarsi di un referente per la scuola incaricato di interagire con i dirigenti scolastici e di occuparsi del “contact tracing” se dovessero verificarsi casi di Covid.

I contatti all’asilo

Per i bambini al di sotto dei 6 anni non c’è l’obbligo di indossare la mascherina, ma particolare attenzione dovrà essere fatta alla sanificazione degli ambienti e alla pulizia dei giocattoli e di ogni altro oggetto toccato dagli alunni. Quanto ai comportamenti delle famiglie, è specificato che “la presenza di genitori o di altre figure parentali nella scuola dell’infanzia dovrà essere limitata al minimo indispensabile. sarà cura delle singole scuole definire le modalità di inserimento e accompagnamento sulla base delle condizioni logistiche e organizzative specifiche di ciascuna realtà scolastica”.

Chi pensa a fornire le mascherine?

Le preoccupazioni dei dirigenti scolastici riguardano anche l’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza. I presidi si chiedono a chi spetti il compito di reperirli, se a loro o alla Protezione civile. “Sulla base di specifiche informazioni ricevute nel corso di audizione del Commissario straordinario per l’emergenza, lo stesso curerà la fornitura di mascherine chirurgiche alle scuole sia per il personale scolastico che per gli studenti in condizioni di lavoratori” specifica il Cts. Ma non solo, il Commissario straordinario penserà anche “all’acquisizione di banchi monoposto secondo il fabbisogno stimato dal ministero dell’Istruzione”.

I nodi da sciogliere

Non tutti i dubbi sono però stati risolti. Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, insiste perché sia il ministero dell’Istruzione a dire ai dirigenti scolastici come comportarsi nel caso in cui gli enti locali non siano in grado di trovare gli spazi in più necessari: “Se non ci sarà posto a scuola, parte degli alunni sarà impegnato in attività a distanza? Si potrà ridurre la durata dell’unità di lezione senza necessità di recupero? La risposta a queste domande deve arrivare al più presto e deve essere fornita dal legislatore poiché riguarda i livelli essenziali delle prestazioni e comporta la modifica del quadro ordinamentale. Non si può certo lasciare la soluzione all’autonomia scolastica”. Risposte assenti anche per quel che riguarda la gestione dei lavoratori fragili: “Già nel protocollo di intesa relativo all’esame di Stato il ministero si era impegnato a dare indicazioni specifiche e non lo ha fatto: ora deve essere fatta chiarezza”. Infine, i presidi chiedono anche di ridefinire urgentemente i limiti della responsabilità penale colposa del dirigente della scuola: “Nel deprecato caso di contagio da Covid, l’attuazione del protocollo di sicurezza deve essere condizione esimente”.

Per scaricare la versione pdf del documento completo

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(La Repubblica)

 

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