La maggioranza di centrodestra in Regione ha vinto un braccio di ferro di 43 giorni con l’opposizione di centrosinistra e M5S. Obiettivo dichiarato: sbloccare il progetto della strada Sassari-Alghero. Gli ambientalisti chiedono al governo di impugnare la leggina “scempia-coste”
In Sardegna si allentano le tutele su coste, zone agricole e beni identitari. La maggioranza di centrodestra e sardista alla guida della Regione, dopo una battaglia con centrosinistra e M5S durata 43 giorni nelle commissioni e nell’Aula del Consiglio regionale, è riuscita a varare ieri sera una leggina di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale del 2006 per far venir meno la copianificazione col Mibact in alcuni ambiti
Ora il testo, approvato con 31 sì, un astenuto e 20 no, dopo l’ennesima maratona in Aula, rischia di essere impugnato dal governo davanti alla Corte costituzionale. Lo chiederà sicuramente il Gruppo d’intervento giuridico (Grig), associazione ecologista che ha lanciato una petizione on line per la salvaguardia delle coste della Sardegna, firmata già da oltre 32 mila persone. “Nei prossimi giorni”, fa sapere il portavoce di Grig, Stefano Deliperi, “inoltreremo al governo specifica segnalazione, perché impugni davanti alla Corte costituzionale (art. 127 Costituzione) questa vergognosa leggina scempia-coste“.
Il centrodestra: “Nessuna deroga ai vincoli”
“Nessuna volontà di derogare ai vincoli preposti alla tutela delle coste sarde”, precisa il presidente del Consiglio regionale, il leghista Michele Pais, “ma unicamente l’esigenza di introdurre una interpretazione giuridicamente sostenibile del Piano Paesaggistico che consenta l’affermazione di un principio di autonomia e, conseguentemente, l’ultimazione di quelle infrastrutture, quali gli assi viari Alghero-Sassari e Olbia-Arzachena, assolutamente strategiche per lo sviluppo regionale”.
Sul completamento della prima strada ieri mattina era intervenuta la ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli, per assicurare che il governo avrebbe superato gli ostacoli che impediscono la realizzazione della quattro corsie. Ma non è bastato a bloccare l’iter della leggina.
Non è la prima volta che la maggioranza di centrodestra alla guida della Regione Sardegna da poco più di un anno, ricorre allo strumento dell’interpretazione autentica: l’ha fatto qualche giorno prima dello scorso Natale, alla fine di un’altra maratona notturna in Consiglio regionale, per approvare una legge che ha esteso i requisiti per il reclutamento di direttori generali ‘esterni’, come la direttrice generale della presidenza della Regione, Silvia Curto, e il responsabile della Protezione civile regionale, Antonio Belloi, appena riconfermati per tre anni. Su queste nomine indaga la procura di Cagliari, sollecitata da esposti.
Il capogruppo sardista Franco Mula ha parlato di “una nuova pagina di autonomia, attraverso la riaffermazione di un diritto che affonda le radici nella storia del nostro statuto”. “Diciamo no alla cultura del sospetto”, ha aggiunto il capogruppo del partito del presidente della Regione Christian Solinas, “e respingiamo una narrazione catastrofista che ipotizza addirittura la sanatoria di abusi o il ripristino di vecchie lottizzazioni, cose del tutto inesistenti”.
Le opposizioni: “Hanno gettato la maschera”
“La maggioranza ha gettato la maschera”, hanno dichiarato ieri i consiglieri dei Progressisti, in particolare la relatrice di minoranza Maria Laura Orrù. “Nonostante la rassicurazioni del governo, ha voluto andare avanti. A questo punto è evidente che la vera ragione non è la realizzazione della strada, ma la volontà di scardinare la tutela sulla fascia costiera, le zone agricole e i beni identitari”.
“Evidentemente il nuovo cemento sulle coste“, ha aggiunto Antonio Piu(Progressisti), “prevale sulla volontà di dare risposta al tessuto economico imprenditoriale, messo in ginocchio dall’emergenza sanitaria”. Per bloccare la leggina centrosinistra e M5S avevano presentato centinaia di emendamenti che hanno rallentato i lavori per tre sedute fiume dell’Aula.
“Avete fatto valere i numeri e non i valori della ragione”, ha accusato la maggioranza ilcapogruppo del Pd Gianfranco Ganau. “Il Ppr può e deve essere modificato, ma lo si deve fare secondo le regole. Avete fatto un colpo di mano. Avete utilizzato una norma interpretativa per modificare il Ppr sottraendo alla co-pianificazione la fascia costiera, l’agro e i beni identitari. È un capitolo rischioso per la tutela del territorio e lo sviluppo futuro dell’Isola. È un precedente pericolosissimo, spero che la legge venga impugnata e la Corte Costituzionale intervenga per bloccare questa oscenità”.
(Agi)