Nuove istruzioni dei tecnici della Salute: il metro tra le bocche degli alunni va calcolato da seduti. Bando dal commissario Arcuri su 2 milioni di kit per i prelievi: disponibili entro il 10 agosto
Niente obbligo di mascherina al banco. Il metro da bocca a bocca è un criterio «statico». Prima di entrare in classe il personale scolastico (e anche un campione di studenti) verrà sottoposto a test sierologici volontari. E, infatti, il commissario straordinario Domenico Arcuri dovrà reperirne 2 milioni sul mercato entro il 29 luglio e renderli disponibili per il 10 agosto. Sono le ultime novità sul rientro in classe emerse nella lunga e complessa giornata di ieri. Che ha registrato anche due incontri interlocutori – il primo, con sindacati e presidi, sul protocollo per la sicurezza; il secondo, con Regioni ed enti locali, sugli organici 2020/21 e le risorse aggiuntive- e l’ennesima polemica politica tra la ministra Lucia Azzolina e il Carroccio.
I poteri del commissario Arcuri
Mentre la titolare dell’Istruzione era impegnata al Senato per il question time da banchi leghisti è stato esposto un cartello con la scritta “Azzolina bocciata, va licenziata”, rilanciato poco dopo su Twitter dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. In quel momento la responsabile di viale Trastevere stava spiegando che, in materia di scuola, i poteri commissariali conferiti ad Arcuri dal decreto semplificazioni in arrivo si limiteranno ai «soli acquisti delle dotazioni strumentali, eventualmente necessarie a contenere e contrastare l’emergenza nelle istituzioni scolastiche».E cioè banchi monoposto, eventuali altri arredi utili a trasformare in aule locali (dentro e fuori le scuole) che al momento non lo sono, i 10 milioni di mascherine al giorno che serviranno negli istituti e, soprattutto, i 2 milioni di test sierologici con un bando annunciato dallo stesso commissario in serata.
Mascherina solo al banco
Su mascherine e test qualche elemento in più è arrivato da un nuovo documento del Comitato tecnico-scientifico del ministero della Salute (Cts) che è stato condiviso con tutte le parti coinvolte nella riapertura di settembre. Sui test è stato specificato che consisteranno in una puntura sul dito (niente prelievo venoso dunque) e che verranno svolti dai medici di famiglia e dai dipartimenti territoriali di prevenzione su tutto il personale che accetterà di farlo. Mentre per gli studenti si sta pensando all’esame della saliva da svolgere a campione.Sui dispositivi di protezione il Cts ha invece formalizzato un primo allentamento dell’obbligo anche dai 6 anni in su, precisando che potrà essere tolta al banco e usata solo quando ci si sposta in classe e negli altri spazi comuni oppure manca il metro di distanza. Un metro (e due dalla cattedra alla prima fila) che – ai fini del nuovo layout degli spazi didattici – va calcolato sì da bocca a bocca, ma in maniera statica (in pratica da seduti).
Incontro interlocutorio sulla sicurezza
Di tutto questo si è parlato nell’incontro serale con sindacati e presidi che doveva portare alla firma di un protocollo per la sicurezza sulla falsariga di quello siglato per la maturità. La riunione si è rivelata interlocutoria e prima di arrivare alla stipula si passerà da tavoli tematici su risorse, organici, precariato e regole da adottare.Più o meno gli stessi temi che hanno sollevato Regioni ed enti locali nel corso della Conferenza unificata.
Tant’è che il parere sugli organici non c’è stato. Il perché lo ha spiegato la coordinatrice degli assessori regionali all’Istruzione, Cristina Grieco (Toscana): la Conferenza delle Regioni chiede «il reintegro di 1.090 docenti, la garanzia del mantenimento per l’anno scolastico 2020-21 dello stesso numero di autonomie scolastiche, la convocazione tempestiva di un incontro tra il ministro Lucia Azzolina e gli assessori regionali per condividere i criteri di riparto e di assegnazione degli organici di emergenza, l’interpretazione immediata delle misure di distanziamento e regole certe e risorse adeguate per il trasporto scolastico». Laddove Comuni e Province, dal canto loro, hanno stigmatizzato l’assenza di novità sui 400 milioni del Fondo Covid-19 previsto dal decreto rilancio. Le risorse resteranno nella gestione di viale Trastevere e non andranno direttamente agli enti locali.
(Il Sole24Ore)