19 Luglio, 2024
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Sale la tensione in Libia, sì di Tobruk all’intervento dell’Egitto

Il parlamento della Cirenaica fedele al maresciallo Khalifa Haftar apre all’ingresso di truppe egiziane per contrastare le forze della Turchia. Tre settimane fa Al Sisi aveva parlato della possibilità di un impegno militare diretto del Cairo nel conflitto libico.

Lo scenario peggiore che rischia di concretizzarsi in Libia è uno scontro militare diretto tra la Turchia e l’Egitto. La prima in appoggio del Governo di accordo nazionale, il secondo in sostegno della Cirenaica e delle Forze del maresciallo Khalifa Haftar.

La luce verde all’intervento esterno anche nella parte orientale della Libia è arrivata dal Parlamento di Tobruk, braccio legislativo di Haftar. L’organo si è dichiarato a favore di un possibile intervento dell’esercito egiziano contro la Turchia in Libia in caso di “minaccia”.

Spetta alle forze armate egiziane intervenire

per proteggere la sicurezza nazionale libica ed egiziana se vedono una minaccia imminente per la sicurezza dei nostri due Paesi”, ha dichiarato in una nota il Parlamento eletto nel 2014.

La dichiarazione di Tobruk segue un discorso del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi del 20 giugno scorso in cui aveva minacciato di intervenire direttamente in Libia, in risposta al coinvolgimento diretto della Turchia nel Paese a sostegno del Governo di Tripoli. “Chiediamo sforzi concertati tra i due Paesi fratelli, la Libia e l’Egitto, per garantire la sconfitta dell’occupante invasore (Turchia) e preservare la nostra sicurezza nazionale comune”, scrive il Parlamento libico nel suo comunicato stampa. “I pericoli posti dall’occupazione turca rappresentano una minaccia diretta per il nostro Paese e per i Paesi vicini, in particolare per l’Egitto”, si legge ancora.

Non è escluso che ne parlerà a Roma, dov’è arrivato ieri, il presidente dello stesso Parlamento fedele ad Haftar, Aguila Saleh. La sua agenda non è ancora chiara ma l’intento è quello di ottenere l’appoggio per l’iniziativa egiziana di cessate il fuoco. Un’iniziativa mai considerata né da Tripoli né da Ankara.

(Agi)

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