5 Dicembre, 2024
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Borse euforiche sui vaccini. A Milano (+2%) exploit di Atlantia (+26,6%) dopo intesa su Aspi

Seduta euforica per le Borse europee (Milano +2,02%, Parigi +2,03%, Francoforte +1,84%, Londra +1,9% circa e Madrid +1,84%). Messi da parte i timori sul continuo aumento dei contagi negli Stati Uniti e in America Latina, gli indici sono stati galvanizzate dalla speranza che arrivi presto un vaccino anti-Covid, dopo che l’americana Moderna ha fatto sapere che entrerà nella fase finale di sperimentazione del vaccino il prossimo 27 luglio dopo i risultati promettenti ottenuti fino a oggi.
A Piazza Affari, dove tutti i titoli del Ftse Mib hanno chiuso in positivo, la protagonista assoluta è stata Atlantia: ha chiuso in rialzo del 26,65%, con la capitalizzazione salita a 11,8 miliardi di euro (nei giorni scorsi era scesa sotto i 10) dopo l’accordo con il Governo per l’uscita da Aspi che elimina il rischio di revoca della concessione.

Occhi puntati su Atlantia, bene Pirelli

A Milano, ancora una volta è protagonista della seduta Atlantia. Il mercato mostra apprezzamento per l’accordo trovato tra governo e Atlantia sul dossier Autostrade per l’Italia, che elimina il rischio di una revoca delle concessioni. Tutti i principali broker promuovono un’intesa che permetterà comunque alla holding di ricavare risorse significative da investire su altri asset.
In evidenza anche Pirelli, dopo la nuova di un direttore generale co-Ceo. In particolare, Pirelli ha comunicato l’avvio di un percorso di successione al vertice, che si concluderà nella prima parte del 2023, riorganizzando la struttura manageriale. In questo quadro verrà costituita una nuova Direzione Generale co-Ceo affidata ad Angelos Papadimitrou, che fino allo scorso dicembre ricopriva la carica di a.d. nel gruppo di macchine industriali e per imballaggio Coesia (controllato da Isabella Seragnoli). Il vicepresidente e Ceo Marco Tronchetti Provera ha deciso di proporne la costituzione nel consiglio di amministrazione previsto il prossimo 23 luglio. La nuova struttura sarà alle dipendenze dello stesso Ceo.

A passo rapido anche gli industriali, con in prima fila Buzzi (+5,42%) e Leonardo (+6,4%), quest’ultima sostenuta anche dal fatto che il Ceo Alessandro Profumo ha detto che il gruppo non intende rivedere i piani di investimento a causa dell’effetto del Covid. in generale deboli le utility, titoli tipicamente difensivi. Per altro Terna (+0,39%), la società che gestisce la rete elettrica nazionale, ha fatto sapere che la domanda di elettricità in Italia a giugno è calata del 13,4% rispetto allo stesso mese del 2019. A passo rapido anche St (+3,03%), che, dopo la pausa di ieri, riprende la via dei rialzi, sostenuta dalla tendenza positiva anticipata per il comparto tecnologico. Questo nel giorno in cui il Tribunale Ue ha annullato la decisione della Commissione europea sull’accordo fiscale preventivo (fiscal ruling) concesso dall’Irlanda a Apple dando ragione al colosso tecnologico, che non dovrà restituire 13 miliardi all’Irlanda. In buono spolvero anche Interpump (+3,08%), che attraverso la controllata GS Hydro Spain, ha concluso l’acquisizione di Suministros Franquesa con sede a Lleida in Spagna per 700.000 euro.

Fuori dal Ftse Mib continua cavalcata Unieuro

Fuori dal listino principale da segnalare che è proseguita la corsa di Unieuro (+6,96% oggi e +26,8% nelle ultime cinque sedute) sostenuta dal boom dell’e-commerce durante il lockdown evidenziato dalla trimestrale (+142,8% le vendite, al 28,7% dei ricavi) e dal fatto che l’amminsitratore delegato Giancarlo Nicosanti Monterastelli ha comprato 60.000 azioni del gruppo, per un totale di 485.000 euro. Poco mossa Brunello Cucinelli (+0,4%), all’indomani dei risultati preliminari del secondo trimestre e dell’outlook sulla seconda parte dell’anno: per i broker le indicazioni fornite dal management confermano le aspettative, ma la valutazione di Borsa attuale del gruppo resta poco attraente.

Nuova tornata di dati macro da Oltreoceano

A giugno, i prezzi all’importazione sono aumentati oltre le attese degli analisti, sostenuti dal petrolio. Stando a quanto reso noto dal dipartimento del Lavoro, i prezzi all’importazione hanno registrato un rialzo mensile rispetto a maggio dell’1,4%, mentre gli analisti si aspettavano un rialzo dell’1%. Superiore alle attese degli analisti è anche l’indice manifatturiero Empire State per il mese di luglio, salito a 17,2 punti. Infine, la produzione industriale americana è aumentata rispetto al mese precedente più delle attese degli analisti. Stando alla Federal Reserve, è salita del 5,4%, mentre le attese degli analisti erano per un +4%.

La stagione delle trimestrali Usa è entrata nel vivo

Gli investitori intanto si focalizzano sulla stagione delle trimestrali delle società quotate con un drastico calo degli utili messo in conto dagli analisti sia in Europa sia a Wall Street. Martedì è stata la volta del colosso bancario Usa Jp Morgan (oltre che Citi e Wells Fargo) che ha comunicato al mercato svalutazioni sui crediti a rischio per oltre 10 miliardi di dollari. Goldman Sachs, che ha diffuso mercoledì i numeri, ha chiuso il secondo trimestre 2020 con ricavi netti a 13,30 miliardi di dollari(+41%) e un utile netto di 2,42 miliardi in linea con quello di un anno fa e superiore alle stime. Il risultato di competenza degli azionisti è di 2,247 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto a un anno fa.

Spread in lieve calo a 163 punti, rendimento all’1,21%

Lo spread tra BTp e Bund ha chiuso in calo sul mercato secondario dei titoli di Stato Mts. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (IT0005403396) e il pari durata tedesco, a inizio seduta era indicato a 165 punti base, appena sotto i 166 punti del riferimento precedente, e poi è sceso ulteriormente per chiudere a 164 punti nel corso della seduta. Leggera flessione anche per il rendimento del BTp decennale benchmark che ha chiuso all’1,20%, dall’1,22% della chiusura precedente.

Euro supera soglia 1,14 dollari, in rialzo il petrolio

Il petrolio, dopo un avvio in calo, ha girato in positivo: il Wti scadenza agosto sale dell’1,37% a 40,84 dollari al barile, mentre il Brent settembre cresce dell’1,45% a 43,52 dollari al barile. A sostenere i prezzi contribuiscono i dati sulle scorte americane: la scorsa settimana, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono diminuite più del previsto, calando di 7,493 milioni di barili a 531,688 milioni di unità, contro attese degli analisti per un ribasso di 1,3 milioni di barili.
Sul mercato valutario, l’euro si rafforza e passa di mano a 1,1417 dollari (1,14 in avvio e 1,1395 ieri) e 121,99 yen (122,1 all’apertura e 122,17 ieri), quando il biglietto verde vale 106,77 yen.

(Il Sole24Ore)

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