Un altro duro colpo all’Italia: un documento comune presentato dai Paesi frugali al Consiglio europeo di Bruxelles in cui chiederebbero di tagliare di 155 miliardi di euro i sussidi. Inoltre, l’Olanda insiste sul suo potere di veto e e fonti diplomatiche europee fanno sapere che a breve il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovrebbe presentare una nuova proposta da sottoporre ai leader Ue, nel tentativo di raggiungere un compromesso sul Recovery Fund ed il bilancio 2021-2027. Nel corso della giornata, c’è stato un incontro di Conte con il primo ministro olandese Rutte e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Prima del colloquio a tre, se n’è svolto uno tra i soli Conte e von der Leyen. In serata dopo la cena la notizia twittata da Michel: il vertice è riconvocato per domenica 19 alle ore 12.
La giornata.
Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che governo italiano ha avanzato una proposta per modificare il meccanismo che può bloccare l’erogazione in fase di attuazione del Recovery fund. La proposta, spiegano fonti italiane, prevede che le decisioni vengano prese “a maggioranza qualificata e non all’unanimità”. Al momento non trapelano altri dettagli. Ma dall’inizio il premier Giuseppe Conte si è opposto alla richiesta di Mark Rutte di prendere le decisioni sui piani di riforma nazionali, in Consiglio europeo, all’unanimità.
E dopo la sospensione e la ripresa del vertice in serata, la riunione del consiglio europeo è stata riconvocata per domani, domenica 19 luglio, alle ore 12.
In mattinata Giuseppe Conte, avevano fatto sapere da Palazzo Chigi, ha svolto un “intervento molto duro, prima della sospensione dei lavori del Consiglio europeo”.
Il presidente del Consiglio “ha attaccato l’approccio ben poco costruttivo con cui alcuni Paesi stanno affrontando la discussione, dimostrando scarsa consapevolezza sulla crisi epocale che l’Europa sta vivendo e sulla necessità di una pronta ed efficace reazione”.
È stato “molto duro – si precisa – in particolare con i Paesi che vogliono riservarsi un veto sull’attuazione del budget che è inaccettabile giuridicamente e politicamente perchè altera l’assetto istituzionale europeo”. È una discussione spartiacque perché da domani dovrà essere affrontata in tutte le sedi europee una riforma organica della politica fiscale europea.
“l’Italia – ha infatti spiegato il premier – ha deciso di affrontare, di sua iniziativa, un percorso di riforme che le consentano di correre”. Ma “pretenderà una seria politica fiscale comune, in modo da affrontare una volta per tutte surplus commerciali e dumping fiscali, per competere ad armi pari”.
Rilievi sono stati inoltre sollevati dai premier Giuseppe Conte e Pedro Sanchez al vertice dei leader Ue sul ‘super freno di emergenza’ che riguarda la governance del Recovery Fund, introdotto dalla nuova proposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
In sostanza, la possibilità di portare questioni che riguardano i piani nazionali sulle riforme strutturali ad una discussione al livello di Consiglio europeo lascia aperta la porta ad un voto all’unanimità e alla possibilità di esercitare il veto. Al Consiglio europeo le decisioni sono prese all’unanimità.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel sta incontrando i leader di Danimarca, Austria, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia assieme ai capi di Stato e di governo di Italia, Francia, Germania, Spagna e Portogallo.
La prima proposta di Charles Michel
Sul tavolo dei leader dell’Unione riuniti a Bruxelles questa mattina il presidente del Consiglio europeo aveva portato una prima proposta di compromesso. Il testo prevedeva un taglio alle risorse a fondo perduto compensato da un aumento dei prestiti, ma restavano le condizionalità sulle riforme per accedere alle risorse europee. Nell’idea di Michel sarebbero dovuti aumentare gli sconti al contributo dei nordici al Bilancio Ue 2021-2027.
La bozza era stata pre-negoziata nella notte prima con un incontro a tre tra Merkel, Macron e Conte finita alle tre del mattino e poi con una colazione di lavoro alla quale ai leader di Germania, Francia e Italia si erano aggiunti l’olandese Rutte, lo spagnolo Sanchez e i vertici delle istituzioni, Michel e Von der Leyen.
Il testo prevedeva un taglio di appena 50 miliardi di sussidi da non rimborsare compensato da un aumento di identico importo dei prestiti, in modo da accontentare i nordici sul dimagrimento degli aiuti a fondo perso ma mantenere intatto l’assegno complessivo. Da vedere se la soluzione sarà accettata dai “frugali”, che spingono per un taglio ben superiore.
Restava la possibilità per un singolo Paese di rallentare il Piano nazionale di riforme che ogni partner dovrà presentare alla Commissione Ue per accedere ai fondi del Recovery con un meccanismo leggermente modificato e rinforzato rispetto a quello proposto ieri notte non a caso denominato “Super Emergency Break”.
Ma il compromesso sembrerebbe saltato dopo ore di discussioni anche molto accese
(La Repubblica)