Resta a Sa Vittore Luca Sostegni, presunto prestanome
fermato mercoledì nella vicenda della compravendita a prezzo gonfiato di un immobile a Cormano, nel Milanese, per la Lombardia Film Commission, partecipata della Regione. Il giudice per le indagini preliminari Giulio Fanales ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare come richiesto dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi. Sostegni è accusato di peculato, estorsione e l’inchiesta vede indagati anche tre commercialisti vicini alla Lega. L’indagato, che stava per raggiungere la Germania per poi partire alla volta del Brasile, ieri dopo l’interrogatorio di garanzia è stato interrogato dagli inquirenti e nei prossimi giorni, probabilmente già da martedì pomeriggio, continuerà il confronto considerato “proficuo” dagli investigatori. Intanto gli uomini della Guardia di finanza, delegati agli accertamenti, hanno iniziato l’analisi della documentazione sequestrata.
L’intercettazione: “Innesco una serie di cose che non so dove si va a finire”
Le indagini puntano a individuare “chi abbia operato” sul “mandato fiduciario N1200″ della società Fidirev, se da questa siano passati altri soldi, per quali operazioni e quali i destinatari finali. Potrebbero essere una quarantina le società in cui compare il nome di Sostegni che ieri davanti al giudice ha sostenuto che le sue richieste nei confronti degli altri indagati non erano un tentativo di estorsione, ma denaro che gli spettava. Cuore dell’inchiesta, per ora, quella vendita che fece uscire dalle casse della Lombardia Film Commission 800mila euro per uno stabile che probabilmente ne valeva meno della metà e che faceva parte di una società la Polaschi che aveva debiti per oltre mezzo milione con il fisco che grazie a un giro di operazioni è finito nella disponibilità della Immobiliare Andromeda di Fabio Barabarossa, cognato di Michele Scillieri considerato il referente di Sostegni. Quest’ultimo e gli altri due commercialisti, Alberto Di Rubba (nominato a capo della LFC dall’allora governatore Roberto Maroni) e Andrea Manzoni, entrambi ex revisori contabili del Carroccio, gli avevano garantito 50mila euro in cambio del suo silenzio con la stampa sui dettagli di tutte le operazioni a cui avrebbe partecipato. “Innesco una serie di situazioni che io non lo so dove si va a finire”, diceva intercettato.
Il gip su operazione Lombardia Film Commission: “Impossessamento di soldi pubblici
Per il giudice, che ha convalidato il fermo, l’operazione che portò la Lombardia Film Commission a comprare a prezzo gonfiato un immobile ha “natura sostanzialmente appropriativa, concretizzando di fatto l’impossessamento” da parte dell’allora presidente Di Rubba “e dei suoi sodali, del capitale giacente sul conto della fondazione, vincolato alla destinazione pubblicistica e versato alla società Immobiliare Andromeda”, gestita da Michele Scillieri anche se intestata al cognato. Il 9 giugno Sostegni “spiegava telefonicamente” a Scillieri, suo ‘dominus’, “come non comprendesse la ragione per la quale” Di Rubba e Manzoni, “preferissero, per risparmiare ‘pochi soldi, fare ‘scoperchiare il pentolone, che può fargli danni assuriì“. L’operazione immobiliare, scrive il gip, è priva di “una reale giustificazione economica” e si presenta, invece, come uno “schermo giuridico dietro al quale occultare l’unico intendimento perseguito, ossia la distrazione del fondo erogato dall’ente pubblico” a “favore dell’allora presidente Di Rubba e dei suoi complici”.
La fondazione e l’immobiliare Andromeda, scrive il gip, non erano “entità del tutto distinte”, ma rispondevano “ad un centro d’interessi unitario“.
Scillieri, infatti, “è uomo di assoluta fiducia del presidente Di Rubbia, tanto da vedersi conferita da costui la procura speciale per l’erogazione dei contributi riconosciuti dalla fondazione a favore delle imprese”. E rivestiva “anche la carica di sindaco supplente” nella fondazione per la quale aveva pure “compiti di consulenza fiscale e contabile”. Allo stesso tempo, si legge ancora, Scillieri è “fortemente collegato” ad Andromeda, tanto che è cognato di Fabio Barbarossa, indagato e amministratore dell’immobiliare. E sempre Scillieri è “amministratore unico della Futuro Partecipazioni, detentrice dell’intero capitale sociale” di Andromeda.
Il gip, inoltre, mette in fila i versamenti seguiti alla compravendita, ossia dove finiscono parte dei soldi arrivati ad Andromeda nel dicembre 2017: prima un bonifico di circa 178mila euro da Andromeda verso la “Sdc srl”, da cui partono “due bonifici, in favore di Di Rubba” per 50mila euro. Altri due bonifici per un totale sempre di 50mila euro vanno da Sdc ad Andrea Manzoni, anche lui ex revisore contabile del Carroccio. Oltre 44mila euro arrivano allo “Studio CLD”, amministrato prima da Manzoni e poi da Di Rubba. Studio che bonifica, poi, 45mila euro “in favore della propria controllante Studio Dea Consulting srl”, che fa capo a Di Rubba e di cui è socio Manzoni. Si tratta “di movimenti finanziari”, secondo il gip, “volti a garantire la restituzione di una consistente porzione della provvista al presidente Di Rubba ed ai suoi sodali”. Il fermo è stato convalidato per il peculato e l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per peculato e per l’estorsione contestata dei 5mila euro prima che Sostegni tentasse di lasciare l’Italia. “Le motivazioni del provvedimento mi lasciano perplessa – dice l’avvocato Daniela Pulito -. Valuteremo il Riesame”.
Sul capannone comprato anche perizia con dati “divergenti”
Sull’immobile comprato sarebbe stata fatta anche una perizia che riportava “l’indicazione di dati dimensionali, posti a base della stima, divergenti in modo significativo da quelli catastali“. La fondazione LFC, scrive il giudice, a fine 2017 affidò “il compito di redigere una perizia estimativa del valore del complesso immobiliare alla Real Estate Advisory di Federico Giacomo Arnaboldi. A fronte di una perizia di stima sottoscritta il 27.10.17 – annota il giudice – la predetta ditta individuale risulta già cessata a partire dal 19.06.17“. In più, la perizia riporta dati sulle dimensione dell’immobile “divergenti in modo significativo da quelli catastali”. Tra l’altro, segnala il gip, la fondazione pagò “l’intero prezzo”, ossia 800mila euro, “con oltre nove mesi di anticipo rispetto alla conclusione del contratto definitivo di compravendita“. Una scelta “foriera di un beneficio irragionevole e sproporzionato in favore della controparte”, l’immobiliare Andromeda, gestita di fatto da Scillieri. Inoltre, l’allora presidente Di Rubba dopo essersi fatto “promotore dell’acquisto” del capannone, “governando la fase dell’avviso per le manifestazioni d’interesse e provvedendo al pagamento integrale in via anticipata, nel corso dell’ultima assemblea cui partecipa in qualità di presidente, mente deliberatamente in ordine alle attuali condizioni del complesso immobiliare“. Degli 800mila euro del prezzo pagato, segnala ancora il gip, 260mila euro passarono per i conti personali di Sostegni e oltre 41mila euro per quelli della “Elle Esse Consulting srl, società gestita dal Sostegni”.
Trovati gli appunti con i soldi da ricevere
Quando è stato fermato dagli uomini della Guardia di finanza, “all’interno dei bagagli” di Sostegni,, “custoditi” in un hotel a Milano i finanzieri hanno trovato, oltre ai biglietti per il bus Flixbus diretto a Francoforte e quello aereo con cui voleva scappare in Brasile, “un appunto manoscritto” con su scritto: “25.000 (5.000) – mercoledì 15 Euro 7.000 – rimanenza 18.000 – a partire dal 20 settembre ogni 20 gg circa“. Faceva i conti dei soldi ottenuti e da avere in cambio del suo silenzio. Il giudice nel motivare la custodia in carcere per Sostegni spiega che si tratta di una persona che si è dimostrata “in grado di partecipare ad una complessa operazione immobiliare con finalità di appropriazione del denaro di provenienza pubblica e, d’altro canto, di un individuo determinato addirittura a fare rientro dall’estero”, ossia dal Brasile dove viveva, “con ogni rischio conseguente, pur di portare a compimento la propria attività estorsiva“. Avrebbe incassato almeno 25mila euro dei 50mila che chiedeva, stando alle indagini. Vista la decisione di fuggire all’estero, scrive il gip, “malgrado l’acquisita consapevolezza della pendenza di accertamenti di polizia giudiziaria nei suoi confronti, ogni misura diversa da quella carceraria si dimostrerebbe inadeguata”. Data “la gravità delle minacce utilizzate e considerato l’ammontare di denaro pubblico personalmente percepito – spiega ancora il giudice – la misura si presenta proporzionata alla gravità in concreto dei fatti”.
Indagini sull’asse Milano-Genova
L’indagine milanese, che corre parallela a quella di Genova per riciclaggio sui 49 milioni di cui si sono perse le tracce, scava anche su un intreccio di società e di personaggi che avrebbero gestito la cosiddetta “cassa esterna” del Carroccio. Tra le altre cose, pm e investigatori della Gdf vogliono chiarire “il ruolo” di Francesco Barachetti, titolare della Barachetti service srl (incassò 200mila euro per la ristrutturazione dell’immobile e altri circa 72mila euro versati ancora dalla Lombardia Film Commission). Un “personaggio – scrivono i pm – molto legato a Di Rubba e Manzoni e, più in generale, al mondo della Lega” e il cui nome era già emerso un anno fa in un report dell’Uif di Bankitalia per operazioni sospette e movimenti di denaro anche verso la Russia. La Barachetti, si leggeva nella relazione citata in un’inchiesta de l’Espresso, “risulta essere controparte di numerose transazioni finanziarie con il partito della Lega Nord”
(Il fatto Quotidiano)