2 Gennaio, 2025
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Nuova proposta di Michel: Recovery Fund a 750 miliardi, 390 di sussidi. All’Italia oltre 200 miliardi. Paesi “frugali” verso ok. Conte: cauto ottimismo

All’Italia andrebbero 209 miliardi (82 di sussidi).

Il compromesso sulla governance: la valutazione sul rispetto dei piani nazionali affidata a un comitato di tecnici ma i Paesi membri potranno portare la questione sul tavolo del Consiglio europeo. La plenaria al via solo in serata.

Von der Leyen: “Siamo sulla strada giusta”

 

Dopo quattro giorni, tre notti e oltre 48 ore al tavolo di negoziato sembra avvicinarsi l’intesa sul pacchetto anti-crisi Recovery fund e sul bilancio Ue 2021-2027. Nel tardo pomeriggio il presidente del Consiglio europeo Charles Michel annuncia: «Invierò tra poco una nuova proposta ai leader che è frutto di un lavoro qualitativo estremamente intenso». Un’ipotesi nella quale l’ammontare complessivo del Recovery Fund è di 750 miliardi390 miliardi di sussidi e 360 miliardi di prestiti.

«So che gli ultimi passi sono molto difficili ma sono fiducioso – ha detto Michel – e anche se ci sono delle difficoltà, e anche se è importante continuare a lavorare, penso e sono convinto che un accordo sia possibile». La plenaria dei 27 leader europei è slittata di ora in ora per lasciare spazio alle limature sull’accordo: è cominciata solo in tarda serata.

La nuova composizione del Recovery fund porterebbe in dote all’Italia 209 miliardi, di cui 82 di sussidi e 127 di prestiti. Il premier Giuseppe Conte potrebbe rientrare a Roma con un piatto più ricco rispetto alla proposta della Commissione europea di maggio che destinava al nostro Paese 173 miliardi (82 di aiuti e 91 di prestiti). Nel dettaglio: se approvata, la proposta di Micheal farebbe diminuire i sussidi per l’Italia di 3,84 miliardi, mentre i prestiti aumenterebbero di 38,8 miliardi.

Un punto fermo è stato messo sul Recovery Fund: la dotazione complessiva del piano per sostenere i Paesi più colpiti dal passaggio del Covid-19 resta fissata a 750 miliardi. E dopo varie oscillazioni (da 500 450, a 400) l’asticella della quota di sussidi si è fermata a 390 miliardi di euro, con la Resilience e Recovery Facility – il cuore del Fondo per il rilancio economico che viene allocato direttamente ai Paesi secondo una precisa chiave di ripartizione – a 312,5 miliardi (un po’ più dei 310 previsti dalla Commissione, un po’ meno dei 325 della proposta di Michel di sabato).

La proposta dovrà soddisfare i leader dei cosiddetti paesi “frugali” (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia) che nel bilancio europeo, fermo a 1.074 miliardi di impegni nell’ultima ipotesi di Micheal, si vedrebbero aumentare i “rebate”: alla Danimarca andrebbero 322 milioni annui di rimborsi, all’Olanda 1,921 miliardi, all’Austria 565 milioini e alla Svezia 1,069 miliardi. La Germania avrebbe riassegnati 3,671 miliardi.

Quanto alla governance del Recovery fund – uno dei temi più spinosi al centro di un duro negoziato tra Conte e il premier olandese Mark Rutte – il compromesso raggiunto prevede che i piani presentati dagli Stati membri vengano approvati dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata in base alle proposte presentate dalla Commissione. La valutazione sul rispetto delle tabelle di marcia e degli obiettivi fissati per l’attuazione dei piani nazionali sarà affidata al Comitato economico e finanziario (gli sherpa dei ministri delle Finanze). Se in questa sede, «in via eccezionale», qualche Paese riterrà che ci siano problemi, potrà chiedere che la questione finisca sul tavolo del Consiglio europeo prima che venga presa qualsiasi decisione.

Il traguardo non è ancora raggiunto e la cautela è di dovere, come sottolineato dal presidente francese Emmanuel Macron. Il “quadro per un possibile” compromesso c’è, ha evidenziato Angela Merkel. L’ottimismo era cominciato a ciroclare nel primo pomeriggio, impressione confermata da Giuseppe Conte quando aveva commentato: «Stanotte c’è stata una svolta: dobbiamo essere ancora cauti ma direi che sono cautamente ottimista».

MerkelMacronConte, con il premier spagnolo Pedro Sánchez, quello portoghese António Costa e il primo ministro greco Kyriakos Mītsotakīs (il fronte comune in contrapposizione ai “frugali”) si era riuniti nel pomeriggioconl’obiettivo di chiudere velocemente il negioziato.

Conte: «Non è tempo di tergiversare»

A margine del Consiglio europeo Conte ha commentato: «Non stiamo scherzando. Stiamo offrendo una risposta europea e non possiamo scherzare più». E ancora: «Lo dobbiamo ai nostri cittadini colpiti dalla gravità delle conseguenze della crisi: non è tempo di tergiversare». Il presidente del Consiglio italiano si è impegnato a battersi «fino alla fine perché le risorse siano cospicue e favoriscano la ripresa». E ancora: «Siamo favorevoli alla condizionalità climatica perché i sussidi sono orientati alla svolta energetica e digitale».

Sulla governance del Recovery fund, ha aggiunto il premier, «c’è stato uno scontro in questi giorni. Io non permetterò mai che un singolo Paese possa avere il monopolio o la possibilità di un sistema di controllo e verifica. Spetta agli organi comunitari e su questo io non mollo e non permetterò mai che avvenga». Parlando con i giornalisti a Bruxelles Conte ha poi detto: «Fino a quando non c’è la stretta finale e non valutiamo tutti gli aggiornamenti e le poste contabili dobbiamo essere cauti».

Riferendo l’andamento degli incontri Conte ha affermato che «c’è stato un duro confronto e ho spiegato che dobbiamo avere un limite per la dignità dell’Italia e degli altri Paesi. Se il piano viene riempito di ostacoli che ne compromettono l’efficacia non serve a nulla. Ho richiamato tutti a un’assunzione di responsabilità. Stiamo offrendo una risposta europea, non possiamo guardare il nostro ombelico nazionale».

Merkel: condizioni straordinarie richiedono sforzi straordinari

Possibilista anche la cancelliera tedesca Angela Merkel: «Abbiamo lavorato su un quadro per un possibile accordo, è un passo avanti e dà la speranza che forse oggi ce ne possano essere altri o che un accordo sia possibile» ha detto la cancelliera tedesca arrivando al Consiglio europeo per la quarta giornata di negoziati sul Recovery Fund e il bilancio Ue. «I negoziati – ha aggiunto – sono incredibilmente duri, ma situazioni straordinarie richiedono uno sforzo straordinario, spero che le divergenze residue possano essere superate».

Che qualcosa si stia muovendo in positivo potrebbero lasciarlo intendere anche le prime aperture del premier olandese Mark Rutte sulla nuova bozza di testo del Recovery Fund, che dovrebbe arrivare a breve da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. «Ora c’è un ottimo testo di bozza» sul meccanismo del super freno d’emergenza, che riguarda la governance del Recovery Fund, e quindi il tema dell’attuazione dei piani nazionali delle riforme, «che ritengo stia lentamente guadagnando consenso», ha detto il premier olandese a margine dei lavori del Consiglio europeo. «Sono davvero contento, perché questa è stata una condizione cruciale per noi – ha aggiunto Rutte – per essere in grado di costruire quel bilanciamento» tra prestiti e sovvenzioni.Si sta infatti lavorando su un nuovo testo che, spiega il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dovrebbe essere presentato a breve. «Michel non ha anticipato null’altro ma ha detto che proporrà lunedì 20 una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e a 390 miliardi. La soluzione da 400 miliardi» di sussidi nel Recovery plan «condurrebbe a un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi a un minore sconto», ha spiegato Conte rientrando in albergo alle 6 del mattino al termine della lunga notte di riunione del Consiglio europeo, facendo riferimento ai sussidi previsti dal Recovery plan e agli sconti, i “rebates”, contenuti nel bilancio pluriennale per alcuni Paesi, tra cui i Frugali.

«In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa risolutivo: spero si possa iniziare a valutare alcuni aggiornamenti delle poste, frutto dell’intensa negoziazione di questi giorni», ha detto ancora il premier Conte.

Per il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire «un accordo è possibile, oltre che necessario» e, parlando a una televisione transalpina, Le Maire ha detto che è in gioco il futuro della Ue e il suo «ruolo tra le grandi potenze del 21° secolo».

Sui lavori del Consiglio europeo è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. «Dopo giorni di discussioni, gli europei si aspettano una conclusione all’altezza di questa fase storica. Siamo preoccupati per un futuro che mortifichi la solidarietà europea e il metodo comunitario» ha detto Sassoli. «Il Parlamento Ue ha indicato le proprie priorità e si aspetta che vengano rispettate – ha aggiunto -. Occorrono subito nuove risorse proprie e una efficace difesa dei principi dello stato di diritto. Inoltre, il Parlamento ha più volte chiesto la soppressione dei rebates. Senza queste condizioni il Pe non darà il proprio consenso».

La controproposta dei frugali

Nelle ore precedenti, sulla base di una proposta finlandese per trovare un’intesa, i Frugali avevano messo sul tavolo un’offerta finale di 350 miliardi di sovvenzioni per il Recovery Fund, da raddoppiare con un pari ammontare di prestiti. Posto che la questione della governance e dei rebate venga risolta.

Alla cena dei leader domenica sera il presidente del Consiglio europeo Charles Michel non ha presentato una nuova proposta perché non era stato ancora trovato un accordo sulla dotazione dei sussidi per il Recovery Fund. Per Italia, Spagna, Francia, Germania e molti altri Paesi l’asticella dei sussidi non può scendere sotto 400 miliardi. Ma Michel aveva lanciato un forte appello a tutti i Paesi a trovare un accordo e non presentare a mondo un’Europa debole.

Ma lo scontro è duro e si va avanti a piccoli passi. Con il gruppo degli autodefinitisi Frugali – ora allargato alla Finlandia – che tiene duro. «L’obiettivo principale della Finlandia è quello di contenere la quota di sovvenzioni. Se entro questo fine settimana non sarà possibile raggiungere un accordo, credo che i negoziati andranno avanti fino a lunedì» aveva anticipato la premier finlandese Sanna Marin in un’intervista alla tv finlandese Yle. E così sarà con la riunione fissata per lunedì pomeriggio.

Comunque, viene fatto rilevare, l’intesa dovrà contenere la componente sulla governance, una riduzione del volume del Bilancio Ue e un nuovo incremento dei “rebate”, cioè i rimborsi (ovvero il meccanismo correttivo della contribuzione al Bilancio).

Considerato lo stallo negoziale, il presidente del Consiglio europeo Michel ha dunque riconvocato la plenaria alle 16 di lunedì 20. Entro la ripresa dei lavori, secondo fonti diplomatiche, Michel presenterà una nuova proposta formale (negobox) che sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni ma con rebate più bassi rispetto alla precedente.

Conte a frugali: troppe risorse? Minimo indispensabile

«Voi avete dubbi perché le risorse finanziare di chi ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più» avrebbe detto, a quanto trapela da fonti italiane, il premier Giuseppe Conte ai Paesi frugali nel corso di una riunione a margine del Consiglio europeo.

Non solo. Il presidente del Consiglio si sarebbe rivolto a muso duro al primo ministro olandese Mark Rutte, capofila dei frugali, con questo monito: «Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguarda solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea».

Kurz: c’è ancora molta strada da fare

«Ci siamo mossi nella giusta direzione, ma c’è ancora molta strada da fare domani» aveva scritto nella notte di sabato su Twitter il cancelliere austriaco Sebastian Kurz dopo la seconda giornata di negoziati tra i leader Ue sul Recovery Fund e il bilancio per il 2021-2027. E così infatti sta accadendo: la strada per l’accordo è ancora lunga.

Conte: l’Europa è sotto ricatto dei frugali

«L’Europa è sotto ricatto dei Paesi frugali», aveva detto il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Su Twitter, pubblicando una foto che lo ritrae con Merkel, Macron, Sanchez e Von Der Leyen, il premier italiano aveva scritto: «Continua il negoziato. Da una parte la stragrande maggioranza dei Paesi – compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia – che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo e dall’altra pochi Paesi, detti “frugali”».

(Il Sole24Ore)

 

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