Aperture da Olanda e Austria, aut aut di Sassoli
La ripresa della plenaria al vertice Ue slitta alle 18. Lo scrive su Twitter Barend Leyts, portavoce del presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
I leader dei Frugali sono aperti alla possibilità di dare il loro ok ai 390 miliardi di sussidi per il Recovery Fund, che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sta preparando in vista della plenaria del vertice Ue, ma molto dipenderà anche dagli altri elementi che compongono il nuovo negobox. Tra le altre questioni in ballo, c’è anche quella dei rebate, i rimborsi sul Bilancio Ue 2021-2027. “Stanotte c’è stata una svolta: dobbiamo essere ancora cauti ma direi che sono cautamente ottimista“. “Non stiamo scherzando. Stiamo offrendo – ha aggiunto – una risposta europea e non possiamo scherzare più”. “Lo dobbiamo ai nostri cittadini colpiti dalla gravità delle conseguenze della crisi: non è tempo di tergiversare”. “Siamo favorevoli alla condizionalità climatica perché i sussidi sono orientati alla svolta energetica e digitale”, ha detto ancora. Ieri c’è stato un duro confronto e ho spiegato che dobbiamo avere un limite per la dignità dell’Italia e degli altri Paesi. Se il piano viene riempito di ostacoli che ne compromettono l’efficacia non serve a nulla. Ho richiamato tutti a un’assunzione di responsabilità. Stiamo offrendo una risposta europea, non possiamo guardare il nostro ombelico nazionale”.
“Abbiamo lavorato su un quadro per un possibile accordo, è un passo avanti e dà la speranza che forse oggi ce ne possano essere altri o che un accordo sia possibile”,
ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando al Consiglio europeo per la quarta giornata di negoziati sul Recovery Fund e il bilancio Ue. “I negoziati – ha aggiunto – sono incredibilmente duri, ma situazioni straordinarie richiedono uno sforzo straordinario, spero che le divergenze residue possano essere superate”.
“Le delegazioni sono in attesa del nuovo negobox. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sta ancora aspettando una reazione da Parigi, con le altre parti che hanno concordato un punto di caduta” sul Recovery Fund. Lo spiegano fonti diplomatiche europee. “Se ci sarà l’accordo sulle cifre principali, la discussione di oggi si dovrebbe concentrare sulle risorse proprie, azione per il clima, migrazione, difesa, agricoltura e stato di diritto. Perciò si spera che oggi sia il primo giorno, su quattro, in cui si parla di bilancio. Si attendono lunghe discussioni sullo stato di diritto e clima, come scogli principali”, aggiungono.
“Dopo tre giorni e tre notti entriamo nella fase cruciale, ma ho l’impressione che i leader Ue vogliano davvero un accordo,
stanno mostrando reale volontà di trovare una soluzione, un accordo ci serve per i cittadini, per la Ue. Sono positiva per oggi, non ci siamo ancora ma le cose si muovono nella giusta direzione”, lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen entrando al vertice Ue.
“Iniziamo questo quarto giorno di negoziati con la possibilità di un compromesso. Ma resto estremamente prudente. Elementi si sono materializzati nella notte per cercare di trovare un accordo sul volume totale del Recovery Fund e la parte della sovvenzioni, l’argomento più sensibile delle ultime ore. C’è lo spirito per arrivare al compromesso”. Così il presidente francese, Emmanuel Macron, arrivando al vertice Ue.
Già dalla mattina i primi segnali positivi con l’Olanda che sembra apprezzare la bozza che il presidente Charles Michel dovrebbe presentare alle 17. “Ora – dice il premier olandese Mark Rutte a margined dei lavori – c’è un ottimo testo di bozza” sul meccanismo del super freno d’emergenza, che riguarda la governance del Recovery Fund, e quindi il tema dell’attuazione dei piani nazionali delle riforme, “che ritengo stia lentamente guadagnando consenso”. “Sono davvero contento, perché questa è stata una condizione cruciale per noi – ha aggiunto – per essere in grado di costruire quel bilanciamento” tra prestiti e sovvenzioni.
“I negoziati – ha detto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz – non sono ancora finiti, ma possiamo essere molto soddisfatti di essere riusciti a ottenere una riduzione dell’importo totale, che era la nostra richiesta principale, un aumento degli sconti per l’Austria e la garanzia che investimenti e riforme saranno controllati. E’ davvero un ottimo risultato”. Kurz ha riferito anche di “progressi sulla plastic tax” per le nuove entrate Ue “con cui finanziare il debito”.
Intanto il presidente dell’Europarlamento David Sassoli alza la posta.
“Dopo giorni di discussioni, gli europei si aspettano una conclusione all’altezza di questa fase storica. Siamo preoccupati per un futuro che mortifichi la solidarietà europea e il metodo comunitario”. Così il presidente del Parlamento Ue David Sassoli. “Il Parlamento Ue ha indicato le proprie priorità e si aspetta che vengano rispettate – aggiunge -. Occorrono subito nuove risorse proprie e una efficace difesa dei principi dello stato di diritto. Inoltre, il Parlamento ha più volte chiesto la soppressione dei rebates. Senza queste condizioni il Pe non darà il proprio consenso”. “Il Quadro finanziario pluriennale deve assicurare nel medio periodo la copertura adeguata delle principali sfide europee, come il Green Deal europeo, la digitalizzazione, la resilienza e la lotta alle disuguaglianze”, prosegue Sassoli, precisando che “il Covid-19 non si è esaurito e ci sono nuovi focolai in Europa. È più che mai necessario agire presto e con coraggio”.
I mercati appaiono fiduciosi: l’euro ha aperto ai massimi da marzo mentro lo spread in avvio di seduta è in calo.
Alla ripresa dei lavori alle 16 del summit, entrato oggi nella sua quarta giornata, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovrebbe presentare una nuova proposta formale (negobox) che sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni, ma con ‘rebate’ più bassi rispetto alla precedente. Si tratta di un importo inferiore rispetto ai 500 miliardi del progetto iniziale, considerato inaccettabile dai cosiddetti paesi frugali: Paesi Bassi, Austria, Svezia, Danimarca, ai quali si è unita la Finlandia.
“Michel non ha anticipato null’altro ma ha detto che proporrà oggi una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e 390 miliardi. La soluzione da 400 miliardi” di sussidi nel Recovery plan “condurrebbe un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi un minore sconto”, ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al rientro in albergo dopo la lunga notte in Consiglio, facendo riferimento ai sussidi previsti dal Recovery plan e agli sconti – i cosiddetti ‘rebate’ – contenuti nel bilancio pluriennale per alcuni Paesi, tra cui i frugali. “In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo”, ha aggiunto Conte.
(Ansa)