Il padre della psicanalisi raccomandava la Val Renon a Gustav Jung.
Un allevamento ospita 157 esemplari di camelidi sudamericani: due di loro furono portati in visita da papa Francesco
La data è il 1 settembre 1911. «Qui sul Renon stiamo divinamente bene, il posto è bellissimo. Ho scoperto in me il piacere inesauribile del dolce far nulla, temperato appena da un paio d’ore dedicate alla lettura di qualche novità e non riesco a pensare che l’inizio del mese prossimo mi riporterà al duro lavoro! Arrivederci, suo affezionato Freud». L’interlocutore del Grande Sigmund, che sta preparando Totem e tabù, è nientedimeno che Carl Gustav Jung. Freud si trova in Val Renon, Ritten in tedesco, gioiello di quel Sud Tirol-Alto Adige, nel 1911 ancora provincia dell’Impero Austro-Ungarico e poi territorio italiano dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Uno dei vanti di Soprabolzano-Oberbozen, il Comune della Val Renon, è proprio la Freudpromenade, la passeggiata di Freud, restaurata nel 2006 per il 150° anniversario della nascita del padre della psicoanalisi.
Luogo amato dalle grandi famiglie bolzanine
A più di un secolo dal carteggio Freud—Jung, la Val Renon resta meta pacata e discreta di vacanze per famiglie e per gli over 60-70 che mantengono la passione per la vita all’aperto e le passeggiate. Bolzano è a 18,6 chilometri di tornanti. Si arriva a quota 1.220 metri: abeti di varie tipologie, larici, pini cembri e pini mughi, immensi prati a pascolo. Chi vuole evitare la macchina sale da Bolzano sulla funivia, rinnovata nel 2009. Dodici minuti ed ecco Soprabolzano-Oberbozen, già dalla fine dell’Ottocento ritiro estivo delle grandi famiglie bolzanine: i Walther von Herbstenburg, i Toggenburg (agricoltori dall’11° secolo, il conte Eberhard è oggi produttore di vino tra la Toscana e l’Alto Adige), gli Hepperger von Hannes. Certe costruzioni d’epoca sono immerse nel verde, ricche di legno e di doppie finestre montane, raccontano antiche agiatezze e raffinate vacanze lunghe mesi.
Sul trenino della Belle Epoque
Oggi il Renon offre una grande quantità di passeggiate di varie tipologie e difficoltà: molte sono per bambini, segnalate con il simbolo della carrozzina. Volendo giocare al Tempo Perduto, si sale sul Trenino del Renon, retaggio della Belle Époque, rimasto l’unico a scartamento ridotto (con tanto di Capostazione) dell’intero Alto Adige: collega i due centri della Valle, Soprabolzano e Collalbo, con varie fermate. I bambini non credono ai loro occhi ma i locali lo considerano (giustamente) un mezzo pubblico a tutti gli effetti.
La cura sudtirolese del dettaglio
Dimenticatevi la mondanità o i negozi griffati di Cortina d’Ampezzo o di Courmayeur. Qui la sera alle 19 chiude tutto. Il top della vita sociale? La Sagra di Soprabolzano a Ferragosto, la Festa dei Vigili del Fuoco il 2 agosto, i mercatini contadini, i concerti della Banda di Longostagno. Pochi negozi, e spartani: un regalo per chi detesta gli eccessi. Alberghi confortevoli, tutti con l’orgoglio della cucina curata in famiglia. Nessuna ostentazione «chic-smart» e molta sostanza. La tacita politica turistica è mantenere l’offerta ricettiva a livelli economicamente accessibili ma assicurando la cura sudtirolese del dettaglio. Tutto è ovviamente bilingue ma si parla italiano con cordialità e senza acrimonie. Molti agriturismi nei masi, segnalati dalla meritoria catena Gallo Rosso: ci si sveglia tra mucche, maiali, cavalli, cani e gatti. O anche tra lama e alpaca, come al Kaserhof, maso guidato da Walter e Sabine Mair e famoso come il più vecchio e più grande allevamento italiano di quegli animali, fondato nel 1996, denominato «de Oro» tra gli allevatori per la varietà genetica e la qualità delle bestie. Ora sono 157 e sono un marchio della Val Renon perché Walter organizza lunghe passeggiate montane con i suoi lama e alpaca in fila indiana. Nell’aprile 2018 venne a Roma in pellegrinaggio da papa Francesco — che li ricevette in una delle sue udienze in piazza San Pietro — percorrendo a piedi 1.050 chilometri lungo la via Romea con tre lama e due amici. Sostarono anche davanti a palazzo Chigi, paralizzando il già caotico traffico romano.
Le Piramidi di Terra e il Corno del Renon
Molto celebri le Piramidi di Terra, coni di materiale morenico che tengono in bilico grandi massi. Ma la star incontrastata è il Corno del Renon, raggiungibile con la cabinovia o con una passeggiata di un paio d’ore. Si arriva a quota 2.260 e, per dirla col grande alpinista Ludwig Purtscheller (con Hans Meyer conquistò nel 1889 la cima del Kilimangiaro), «in un colpo d’occhio si abbraccia il Tirolo». Nelle giornate terse ecco lo Sciliar, l’Ortles, la Marmolada. Aria di cristallo. Vasti silenzi. Si organizzano veglie per l’alba, un sogno. Proprio come scrisse Freud a Jung: un posto bellissimo.
(Corriere della sera)