Ci sarà anche il distretto umbro dell’aerospazio, con le sue eccellenze, al tavolo per disegnare le strategie di rilancio del settore, gravemente colpito dalla crisi per il Covid, grazie alle risorse provenienti dal Recovery Fund. Parola di Gian Paolo Manzella, sottosegretario allo Sviluppo economico, che ha visitato venerdì diverse aziende come: Angelantoni Test Technologies, CBL Electronics, UmbraGroup, Comear e BSP.
Sottosegretario Manzella, perché in Umbria?
«Guardi, ho scoperto il Distretto Umbro dell’aerospazio anni fa, a Farnborough, che insieme a Le Bourget è la fiera dell’aerospazio più importante al mondo. Sono stato subito colpito dalla sobrietà e dall’efficacia dello stand della Regione che ospitava il distretto. Era un bel mix di cultura, territorio, tecnologia. È lì che ho scoperto questa realtà importante».
Perché?
«Perché qui ci sono eccellenze di livello mondiale. Qui si producono, come fa la OMA di Foligno che produce sistemi e aviostrutrutture o le Fucine Umbre di Terni da cui escono carrelli che finiscono negli aerei civili e elicotteri di tutto il mondo. E ancora alla Umbragroup di Foligno viti speciali che usano colossi come come Boeing ed Airbus. Il tutto in una logica di filiera. Se si parla con gli imprenditori più grandi si capisce che si portano dietro le PMI del territorio. Un effetto sistema che secondo me va rafforzato».
Quello che l’ha stupita di più?
«Scoprire che alcuni tra i più grandi simulatori di termo vuoto del mondo sono realizzati da Angelantoni Test Technologies a Massa Martana. E sa come l’ho scoperto? Ero a Thales Aerospazio a Roma e ad un certo punto mi dicono, indicando una grande sfera, che i satelliti da loro prodotti venivano testati nelle condizioni che avrebbero trovato nello spazio. Mi avvicino e leggo Angelantoni – Massa Martana. Ho detto, ci voglio andare. Pensare a questo scenario da “2001 odissea nello spazio” realizzato tra i monti Martani mi ha subito affascinato».
Questo viaggio le conferma questa impressione?
«Certamente sì. Il distretto è una grande realtà industriale. 28 aziende associate, 2900 dipendenti totali, un fatturato di 400 milioni di euro. Ed è immerso nella storia e nel futuro: unisce la tradizione metallurgica umbra e la tecnologia più avanzata. Un mix importante».
È un settore, però, che attraversa un momento di grande incertezza per il futuro.
«Ne siamo pienamente consapevoli. Il settore del trasporto aereo è in gravi difficoltà. E ci sono e ci saranno ripercussioni sulle industrie. Oggi al governo stiamo dando grande attenzione all’aerospazio. È stato un settore strategico nel lockdown e non si è mai fermato. Nel Decreto Rilancio abbiamo inserito norme per accelerare i pagamenti e dare liquiditá alle imprese. Oggi stiamo lavorando sul domani. Abbiamo avviato un tavolo di lavoro per rivedere la legislazione di settore, la 808/85, e stiamo ragionando sugli orizzonti strategici di domani, su un programma di azioni anche nella prospettiva del Recovery Fund. Al tavolo c’è anche il distretto dell’Umbria, insieme a quello della Puglia e del Piemonte».
Perché questa presenza dei territori?
«Perché è cruciale in un’industria così globale avere i piedi piantati nelle regioni. È qui che si costruiscono gli ecosistemi industriali – quelli che uniscono grande impresa e PMI, startup e Universitá che ci fanno competitivi nel mondo. Noi dobbiamo lavorare a farli sempre più forti: a rafforzare le PMI, a far crescere le startup nel settore, a rendere il dialogo tra impresa e università stabile. La politica e l’amministrazione possono fare molto in questo settore. E il Recovery è una occasione unica».
(Umbria 24)