Aggredito in viale Glorioso un custode pakistano: prima un gavettone, poi una scarica di pugni. Bande in trasferta dalla periferia e cori nei vicoli: «Tor Bella Monaca domina!»
Partita una raccolta di firme per ottenere più controlli
E adesso che sta per arrivare il weekend, Trastevere trema. In questa prima estate post lockdown, ci si sono messi pure gli “untori” vestiti come i protagonisti di Arancia meccanica, armati di manganello e ghigno feroce, che sputano su maniglie e citofoni per seminare il panico Covid. Ma è solo l’ultimo oltraggio. Movida selvaggia imperversa, nel rione più famoso di Roma. E ha il volto sbarbato e bucherellato dall’acne di centinaia di minorenni ingrugniti dalla noia che – lo vedremo – vengono da posti precisi, da certi quartieri… Tre, l’altra notte, li hanno acciuffati i carabinieri: due ragazzi e una ragazza che a giugno, approfittando del caos nei vicoli, hanno compiuto quattro rapine ai danni di coetanei, strappando cellulari e borse contenenti danaro, per un valore complessivo di duemila euro.
Peccato che, per uno che ne prendono, dieci restino impuniti.
I nuovi arrivi di bande in azione sulla rive droite del Tevere non si contano più. Ultima, la gang di via Dandolo: quattro-cinque balordi che al grido «ebreo di merda!» (ore 21.30 di martedì 21 luglio) spingono dentro l’androne un cinquantenne, gli danno una bastonata in testa e gli sfilano i soldi dalla tasca. Forse gli stessi giovinastri che un mese fa, poco più su, all’incrocio con viale Glorioso – la notizia è inedita, il Corriere ha parlato con i testimoni oculari – scaricarono una raffica di pugni in faccia a Ramish, custode pakistano, dopo avergli tirato addosso un gavettone, per il gusto di vedere che effetto fa «un negro» mezzo svenuto sul marciapiede, con il volto livido, per giunta inzuppato d’acqua.
Il tratto di via Dandolo nel quale è stato aggredito un residente, mentre apriva il portone
Ci sono poi le comitive fuori controllo della scalinata di viale Glorioso, che ogni sabato notte buttano giù dal letto gli abitanti a suon di schiamazzi, bestemmie, cocci rotti (qui un video girato da un balcone); i residenti inviperiti di via della Cisterna e via San Francesco a Ripa (qui un altro filmato choc), dove le gang si danno appuntamento prima di partire alla carica; quelli esasperati dei Fienaroli, per via di certi locali un po’ troppo permissivi, e di vicolo del Leopardo, dove la costumista Fiorenza Cipollone ci ha messo la faccia, denunciando l’andazzo a nome di tutti («fanno gare di sputo per attaccare il coronavirus»); e ancora, in via della Scala, ecco i commercianti e titolari di locali che hanno scritto una petizione per chiedere più controlli (soprattutto dopo la mezzanotte) alla sindaca Raggi e a «Giuseppi», come dice la promotrice, intendendo, ovvio, il premier Conte, considerato di casa dopo la comparsata alla «prima» del cinema America, seduto a terra a fianco alla fidanzata Livia, lo scorso 2 luglio in piazza San Cosimato…
Il punto è capire come frenarla, tanta violenza. Polizia e carabinieri si fanno vedere spesso con le loro pattuglie, concordano in molti, ma la percezione di pericolo resta. Gli atti di vandalismo sulle auto in sosta (specchietti rotti, carrozzeria rigata) sono frequenti.Un fenomeno per molti aspetti nuovo, difficilmente inquadrabile: solo ragazzacci o criminali a tutti gli effetti? «Io li prenderei uno ad uno da ‘n orecchio, li porterei a casa – va per le spicce Roberto, “er giocattolaro” di via Roma Libera – e poi farei lo stesso coi genitori: ma ve rendete conto che è colpa vostra? Che aspettate a insegnargli l’educazione?» Più pessimista «Bruno il campione», l’impagliatore di sedie e antiquario della serranda a fianco, che i cattivi veri, quelli della banda della Magliana, li ha conosciuti di persona. «Questi so’ peggio! Giuseppucci e gli altri almeno cominciavano a delinque’ a 20-25 anni e se la prendevano tra loro. Avevano uno stile, portavano rispetto a chi non era nel giro. Invece oggi magari non hanno la pistola, ma già a otto anni assumono sostanze. E ti possono tirà in testa un mattone o una bottiglia quando meno te l’aspetti…»
Il titolare del bar San Calisto, Marcello Forti detto «Marcellì», come lo chiamano tutti, ha un’altra spiegazione: «Noi per evitare assembramenti il sabato e la domenica chiudiamo alle 23 e ti assicuro che è un dolore – premette – ci perdiamo 4-5 mila euro. Ma lo facciamo per il bene di Trastevere. Il guaio è che pub, bar e night hanno troppa libertà di chiudere tardi. Alcuni arrivano alle 4, alle 5 di mattina. E allora ti credo che i ragazzini se ‘mbriacano…» E fanno danni. Barbara, la responsabile del bistrot-ristorante «Latteria» di vicolo della Scala, è sconfortata. «Ci danniamo per rispettare le regole, le distanze tra i tavoli, la sanificazione, ma poi la sera, quando dopo mezzanotte queste bande venute da fuori iniziano a fare casino, i clienti spaventati se ne vanno. Avanti di questo passo, quando mai ci risolleveremo dalla crisi?»
La petizione
Per ora ha ottenuto un centinaio di firme: l’intenzione è coinvolgere tutto il rione e poi inviarla sia in Campidoglio, alla sindaca Raggi, sia a Palazzo Chigi, confidando in un interessamento del premier Conte.
Due le richieste: maggiori controlli notturni delle forze dell’ordine, con pattuglie fisse nei vicoli da mezzanotte alle tre («nei punti nevralgici letteralmente in mano a teppisti che disturbano la quiete pubblica, il sonno dei residenti e il lavoro di commercianti e ristoratori»), e massima vigilanza sul rispetto dell’ordinanza che vieta la vendita da asporto «di alcolici e superalcolici oltre l’orario stabilito».
Perchè l’emergenza è reale, su più fronti. Non ultima la questione economica, i tanti locali sull’orlo del fallimento: è l’altra faccia di movida selvaggia. Ma intanto la priorità è ristabilire l’ordine, dargli una lezione, alle orde di baby-criminali del weekend. «Vuoi sapere da dove vengono? – mi prende da parte un residente che la sa lunga, sui quarant’anni, alla bisogna informatore delle forze dell’ordine –. Prendi nota: Testaccio, case popolari del Comune. San Basilio. Acilia, da dove arrivano con le macchinette. E Tor Bella Monaca, dove usano di più i motorini e ora anche i monopattini». L’ultima indicazione, in effetti, è confermata da un ristoratore: «L’altra notte, tra imprecazioni e proteste dalle finestre, facevano un coro: Oh-oh-oh! Tor Bella Monaca domina!”
(Corriere della Sera)