Il presidente di Confindustria al CorSera contro il blocco dei licenziamenti, “Più tardi verrà eliminato e peggiore sarà l’impatto”.
No agli sgravi per i neoassunti, “chi assume se non può ristrutturare?”. Poi striglia il Governo, per cui “la Fase 2 non è neanche cominciata”
Lavoro, fisco, burocrazia. Sono le tre parole attorno a cui ruota l’intervista concessa da Carlo Bonomi al Corriere della Sera. Dopo diverse settimane di silenzio, seguito a un periodo di grande esposizione su diverse tematiche politiche ed economiche, il presidente di Confindustria si rivolge al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendogli di cambiare decisamente passo. “Il Governo al momento è ancora troppo attendista” dice il leader degli industriali, parlando della grande prova che si presenta davanti all’Italia, la capacità di spendere bene i fondi europei – quei 209 miliardi del Recovery fund – per modernizzare il paese. “Ma le riforme necessarie per riuscire a spendere in modo efficace queste risorse, a oggi, non sono state nemmeno impostate. A partire da quella del lavoro, la più urgente. E poi fisco e burocrazia. La verità è che per il Governo la fase 2 non è ancora iniziata” afferma Bonomi. “D’ora in avanti non potremo confondere l’Europa con task force e stati generali. Bisogna agire”.
Ripartire dalle riforme del lavoro, del fisco e della burocrazia, queste le tre priorità secondo Confindustria. “Non è il momento dello studio ma delle decisioni”.
Sul lavoro, il leader degli industriali non teme di affermare che bisogna consentire alle imprese di licenziare, rimuovendo quel blocco ai licenziamenti che il Governo vuole prorogare. “Più tardi verrà eliminato e peggiore sarà l’impatto” dice Bonomi, contrario anche agli sgravi fiscali per chi assume: “Non scherziamo. Lei vede qualcuno oggi interessato ad assumere se col divieto di licenziamenti non può ristrutturare? Al danno dell’impianto attuale degli ammortizzatori si aggiunge la beffa”. Già, perché Bonomi contesta quell’assistenzialismo di Stato – “si vara uno scostamento di bilancio da 25 miliardi per distribuire altre risorse a pioggia” – che produce il fatto che sono “tutti fermi al lavoro dov’era e com’era, invece di formare e riorientare al lavoro nuovo”. Propone una “Naspi riformata”, con condizionalità applicate all’assegno, per realtà in crisi reversibile, per cui “se mentre percepisci la disoccupazione rifiuti un posto di lavoro perdi il contributo”; propone un unico tipo di cassa integrazione per realtà in crisi strutturali.
Sul fisco, Bonomi ribadisce la necessità di eliminare l’Irap, “la pressione fiscale sulle imprese è altissima, e togliendo l’Irap si premia chi assolve con lealtà al patto con lo Stato pagando le tasse”.
(Huffpost)