27 Dicembre, 2024
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Cosa hanno detto Salvini, Sgarbi e Bocelli al convegno sul Covid al Senato

L’evento, dal titolo “Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti”, si è svolto all’interno della biblioteca del Senato, a Piazza della Minerva. Il tenore: “Mi sono sentito umiliato e offeso perché non potevo uscire da casa” durante il lockdown

“Io la mascherina non ce l’ho e non me la metto”.

Dopo avere schivato i giornalisti, rei a suo avviso di volergli porre domande tendenziose sulla vicenda dei camici in Lombardia che ha coinvolto il governatore Attilio Fontana, il leader leghista Matteo Salvini, facendo il proprio ingresso al convegno “Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti“, dribbla anche le norme anti-Covid in vigore negli edifici pubblici.

E lo ha fatto in un modo palese, rifiutando anche la mascherina che gli è stata porta, dopo il sollecito a indossarne una, da parte di un assistente parlamentare. Il convegno, organizzato dal senatore del Carroccio Armando Siri e da Vittorio Sgarbi, si svolgeva in una sede parlamentare quale è la biblioteca del Senato, a Piazza della Minerva.

Nel corso della mattinata sono intervenute personalità dei campi più disparati (a partire dal cantante Andrea Bocelli) accomunati dal fatto di avere una visione critica su come il governo e il cts hanno affrontato l’emergenza coronavirus in Italia.

“C’è la sensazione di essere in un ritrovo di carbonari, di negazionisti – ha detto il leader della Lega – se c’è gente strana, io qui mi trovo benissimo. La libertà di pensiero è il primo bene a rischio: c’è un fronte di chi ha un’idea diversa rispetto al mainstream. Io mi sono rifiutato di salutare di gomito. Se uno mi allunga la mano, mi autodenuncio, gli do la mano. Tanto un processo più, un processo meno. I bollettini di contagio – ha concluso rincarando la dose – sono terrorismo mediatico”.

Sgarbi e “il Manifesto della verità”

“Siamo stati ipnotizzati, accettando tutte le restrizioni e, quindi, quello che vorrei è che da questa riunione che teniamo oggi qui venisse fuori un manifesto della verità”. Lo ha detto Vittorio Sgarbi intervenendo al convegno “Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti”, al Senato.

“Mi fido di esperti quali Massimo Clementi, Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti e Guido Silvestri. Allora, o questi medici sono pazzi o i loro colleghi sono bugiardi. Questa riunione ha quindi un obiettivo molto serio: fare in modo che queste persone siano ascoltate dal governo, che ci sia un’audizione parlamentare. Dobbiamo dare voce a Zangrillo e ai tanti che hanno detto cose che non sono state ascoltate”.

“Ci sono diverse verità, non solo una. C’è quella di chi dice che nei nostri ospedali non c’è più il Covid”, ha aggiunto Sgarbi, sottolineando che “esiste un rapporto ufficiale del governo tedesco che definisce il Covid-19 come falso allarme globale. Da due mesi non c’è un solo morto di coronavirus. Anche dire che il Brasile è in emergenza non è vero. Ora serve un manifesto della verità”.

La testimonianza di Bocelli

Durante il lockdown “mi sono sentito umiliato e offeso perche’ non potevo uscire da casa”. Lo ha affermato il tenore Andrea Bocelli intervenendo al convegno ‘Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti’, in corso al Senato. Bocelli ha riconosciuto di aver “violato le restrizioni uscendo lo stesso, perché ho una certa età e ho bisogno del sole”.

Il tenore ha poi aggiunto: “All’inizio del lockdown ho quindi chiamato Renzi, Salvini e Berlusconi, tutti quelli che conoscevo insomma, nel tentativo di creare un fronte trasversale, fatto di persone di buon senso, per fare qualcosa tutti insieme”. E ha concluso: “Non posso pensare alla celerità con la quale sono state chiuse le scuole e, dall’altra parte, con la quale le discoteche si sono di nuovo riempite”.

(Agi)

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