26 Dicembre, 2024
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In Giappone al via le celebrazioni per il 75.mo di Hiroshima e Nagasaki

Sono iniziate oggi in Giappone a Hiroshima le celebrazioni organizzate dalla Diocesi della città e dall’arcidiocesi di Nagasaki per il 75.mo anniversario dello sgancio delle bombe atomiche, rispettivamente il 6 agosto e il 9 agosto del 1945.

Presso la cattedrale di Hiroshima, in programma prima il saluto del vescovo, a seguire una video conferenza sul tema della pace accompagnata da una testimonianza di un Hibakusha, il termine giapponesee usato per indicare un sopravvissuto alla sciagura nucleare, quindi la Santa Messa. Previsto invece presso il Parco del memoriale della pace di Hiroshima, un incontro ecumenico con i rappresentanti della Chiesa Anglicana.

In vista di questa importante ricorrenza, lo scorso mese di giugno i vescovi hanno voluto dare il loro contributo di commemorazione.  “Sono certamente gli esseri umani a causare la guerra, ma non siamo anche noi quelli che possono fermarla? … Questa è la nostra incrollabile convinzione, appresa a un prezzo eccezionale”. Da queste parole scritte dai sopravvissuti di Okinawa, nel Museo memoriale della pace, prende spunto il messaggio con cui si esprimono i vescovi per  una delle più feroci e sanguinose battaglie di tutta la campagna nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale. Una ricorrenza che ha offerto ai presuli l’occasione per riproporre alcuni spunti di riflessione sul tema della pace e presentare linee di azione per il futuro in un momento in cui il mondo, a 75 anni dal bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, sta vivendo “una nuova Guerra Fredda, una forte instabilità nell’Asia Orientale, nuove minacce nucleari e una crisi ecologica globale”.

La Chiesa e l’impegno per la pace

Il messaggio ripercorre alcuni passaggi chiave dell’impegno della Chiesa giapponese per la pace, partendo dal pressante appello contro la guerra e per il disarmo nucleare lanciato il 25 febbraio 1981 da San Giovanni Paolo II a Hiroshima, durante la sua storica visita nel Paese. Da quell’appello – ricordano i presuli – è scaturita l’iniziativa “Dieci giorni per la pace” promossa ogni anno dalla Conferenza episcopale in occasione dell’anniversario della prima bomba atomica per pregare e riflettere sul tema della pace e dei diritti umani. Un’iniziativa – sottolineano – che trova eco nelle parole di Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2017 dedicato al tema della non-violenza come “stile di una politica per la pace”.

Il Papa e gli appelli per il disarmo

I vescovi giapponesi richiamano quindi le forti parole del Papa anche contro il semplice “possesso” di armi nucleari. Parole pronunciate la prima volta nel novembre di quello stesso anno alla Conferenza in Vaticano sulle “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per il disarmo integrale”, convocata dopo la firma del Trattato per la proibizione delle armi atomiche. In quell’occasione – osservano i vescovi giapponesi – Francesco aveva citato, tra l’altro, le testimonianze degli ‘Hibakusha’, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, e quanto scritto da San Giovanni XXIII nella Lettera Enciclica “Pacem in Terris” sul disarmo nucleare quale unico vero deterrente alla guerra.

Su questi concetti – ricordano ancora i vescovi giapponesi – Papa Francesco ha insistito a Hiroshima e Nagasaki, durante la sua visita in Giappone lo scorso novembre, quando ha affermato che il “possesso” delle armi atomiche è “immorale” quanto  “l’uso” dell’energia atomica per fini di guerra, ribadendo l’impegno instancabile della Chiesa per la totale eliminazione delle armi nucleari.  In risposta all’appello del Papa lo scorso dicembre la Conferenza episcopale giapponese ha indirizzato una lettera al Primo Ministro Abe per chiedere che il Giappone firmi e ratifichi il Trattato per la probizione delle armi nucleari del 2017.

La pace sogno globale

Il messaggio ricorda infine il 70.mo anniversario dell’inizio della guerra di Corea nel 1950, una tragedia – si osserva – alla quale non sono estranei i 35 anni di dominio giapponese nel Paese e che continua ad essere ancora oggi una causa di instabilità nella regione. “Dal modo in cui contribuiamo alla costruzione della pace in Asia Orientale dimostreremo se, come Chiesa in Giappone, possiamo seguire le parole di Papa Francesco. Per fare ciò, rinnoviamo la nostra determinazione ad affrontare il passato senza reticenze e continuiamo ad assumerci la responsabilità per il futuro”, affermano in conclusione i vescovi giapponesi, ricordando, con le parole del Papa nel Messaggio per la 52.ma Giornata mondiale della Pace, che “il processo di pace è un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, più forte della vendetta”.

(Vatican News)

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