È successo quello che la sindaca Raggi ha tentato in ogni modo di evitare. La Regione ha stralciato dal piano rifiuti il sub Ambito di Roma, ma la sostanza non cambia. Cacciatore (ex M5s): “Missione compiuta”
Roma dovrà dotarsi di un numero di discariche e impianti di trattamento tale da garantire la sua autosufficienza.
Ora è ufficiale, a stabilirlo un emendamento al nuovo Piano rifiuti del Lazio, presentato dall’assessore Massimiliano Valeriani e approvato a maggioranza in Consiglio regionale. La Capitale dovrà essere autonoma nella gestione del ciclo, senza più pesare sui territori limitrofi. Esattamente quello che la sindaca Virginia Raggi ha tentato in ogni modo di evitare.
L’obbligo di autosufficienza
“È fatto obbligo di realizzare uno o più impianti di trattamento e una o più discariche sul territorio di Roma Capitale per rispondere all’autosufficienza di Roma Capitale e uno o più impianti di trattamento e una o più discariche sul territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale (esclusa Roma Capitale)” si legge nell’emendamento.
Apriamo e chiudiamo una necessaria parentesi: con il termine Ato (Ambito territoriale ottimale) si intende un territorio su cui sono organizzati in modo autonomo servizi pubblici integrati, ad esempio quello idrico o quello appunto dei rifiuti, secondo quanto stabilito dal Testo unico ambientale del 2006. Il Piano rifiuti per il Lazio di Ato ne prevede cinque, come nella precedente versione del 2012, uno per ogni provincia.
L’accordo (saltato) con Raggi
Il suddetto emendamento dell’assessore Valeriani cancella il cosiddetto sub Ambito di Roma, una specifica perimetrazione da istituire sui confini di Roma Capitale prevista invece nella versione iniziale del piano, quella licenziata dalla giunta nel 2019. A chiederne lo stralcio era stato lo stesso Comune guidato da Virginia Raggi, nell’ambito di un accordo stretto con la Regione lo scorso mese di dicembre che prevedeva in cambio l’avvio dell’iter per la realizzazione di una discarica sul territorio romano. Raggi l’iter lo ha fatto partire, scegliendo il sito di Monte Carnevale, nella Valle Galeria, e attirando su di sè una bufera di polemiche, molte provenienti dallo stesso M5s. La Regione il sub Ato lo ha eliminato sì, ma non il principio di autosufficienza. Che ne rappresenta la sostanza.
Formalmente Roma rientrerà nello stesso contesto degli altri 120 comuni della provincia (oggi Città Metropolitana). Questo per non venir meno ai patti con il Campidoglio. Nella pratica però è come se fosse stato istituito, perché appunto è fissato l’obbligo di trattare e smaltire i rifiuti all’interno dei confini comunali. Un’exit strategy quella dell’assessore Valeriani per calmare i malumori interni di una parte di maggioranza del centrosinistra, convinta della necessità di imporre i principi di autosufficienza e prossimità alla Capitale.
Cacciatore (ex M5s): “Missione compiuta”
“Non sarà più possibile scaricare su comunità distanti le timidezze rispetto alla realizzazione di impianti che servono per gestire i rifiuti in un ambito di prossimità” ha detto Valeriani in aula, alla presenza anche del presidente Zingaretti. Una “mediazione” che in realtà fa gioire chi il sub Ato lo voleva eccome, vedi l’ex grillino, presidente della commissione Ambiente, Marco Cacciatore. “La Giunta regionale ha recepito le proposte che avevo avanzato, insieme ad altri colleghi, per rendere autonoma la Capitale nella gestione dei rifiuti. Questa scelta determinerà la possibilità per Roma di programmare e realizzare gli impianti che rispondano ai propri fabbisogni, aumentando la raccolta differenziata anziché delocalizzare discariche in provincia o periferia”. Cacciatore lo ricordiamo è uscito dal Movimento scontrandosi con il suo gruppo proprio su questo nodo.
Una parte dei Cinque Stelle in Regione infatti non solo propendeva per un unico Ato regionale, ma era contraria, spinta dalla stessa sindaca Virginia Raggi, all’obbligo per Roma di costruire discariche e Tmb.
Le consigliere pentastellate Valentina Corrado, Gaia Pernarella, Blasi e De Vito avevano presentato un subemendamento a tal fine, bocciato. Contro di loro anche i due grillini Devid Porrello e Valerio Novelli.
Insomma, cancellare il sub ambito, come richiesto da Virginia Raggi alla Regione, doveva tradursi nell’eliminazione dell’autosufficienza obbligatoria per la Capitale. Questa però è stata mantenuta. L’accordo con il Campidoglio quindi è stato rispettato solo in parte e solo a livello formale, non nella sostanza.
L’emendamento dell’assessore Valeriani prevede altre tre novità importanti rispetto al passato. Attraverso l’approvazione di un subemendamento presentato da Fratelli d’Italia è stato stabilito che ogni ambito ottimale non autosufficiente dal punto di vista degli impianti potrà usufruire della solidarietà degli altri Ato per al massimo tre anni. Poi, chi porterà i rifiuti al di fuori del proprio ambito dovrà riconoscere un “vantaggio economico al territorio ricevente correlato a quanto già previsto nel presente piano per Ato diversi, con decorrenza 1 gennaio 2022”. Infine, entro 4 mesi dalla pubblicazione del piano rifiuti “il Consiglio regionale dovrà approvare una legge di definizione, attivazione e regolazione degli Ato e degli enti di governo”.
(RomaToday)